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Depressione: come convincere il proprio coniuge a curarsi?

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Edifa - pubblicato il 01/08/20

Avere un coniuge che soffre di depressione è una prova, resa ancor più difficile se questi rifiuta di curarsi. Ecco qualche consiglio per accompagnarlo sulla via della guarigione.

Denis Sonet

La depressione del coniuge ha spesso un impatto negativo sulla vita famigliare. La continua tristezza della persona depressa e la sua facilità a stancarsi finiscono per creare un clima difficile da sopportare, che si accentua notevolmente se si rifiuta di farsi curare. In questi casi, che fare?

Mostrategli che capite quello che sta passando

Vediamo prima cosa non fare: è grande la tentazione di chiedergli di “darsi una scrollata”, di “fare uno sforzo” per uscire dal suo guscio. Ma non si può chiedere ad un uomo senza gambe di camminare! Non possiamo dunque chiedere a chi ha la depressione di reagire perché, appunto, è la “volontà” che è malata: è faticoso anche solo prendersi cura di sé!

Il primo atteggiamento da assumere consiste nel mostrargli che capiamo quello che sta passando. Il depresso è in un permanente stato di afflizione: la vita gli sembra cupa, senza scopo e ne percepisce solo il lato negativo. La perdita di motivazione è aggravata da un’intensa stanchezza che lo paralizza, il che potrebbe irritare il coniuge e fargli pensare che il malato non si stia impegnando. Per quanto una persona sia capace di una dedizione instancabile verso un coniuge afflitto dal cancro, poiché sa che non ne è responsabile, spesso non è in grado di tollerare una malattia, percepita in modo confuso e non imputabile al malato (soprattutto nel caso di chi rifiuta di curarsi!).


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Lasciatelo parlare ed ascoltatelo per accompagnarlo verso una cura adeguata

Il coniuge deve poi permettere alla persona depressa di esprimere i sentimenti negativi che l’assalgono. Può essere il primo terapeuta nella misura in cui accoglie questi sentimenti, facendo attenzione a non sottovalutarli o a correggerli. Inoltre, è utile che il malato sia in grado di esprimere le ragioni del suo rifiuto di curarsi: alcune possono essere fondate se, in passato, dei trattamenti non sono stati risolutivi. Il dialogo tra coniugi, portando un certo conforto all’altro, può ridargli il desiderio di cercare un’altra soluzione più efficace per curarsi.

Ma può non essere sufficiente, da qui il bisogno di prendere dei farmaci. Spesso scettico sull’efficacia degli antidepressivi, il depresso ha bisogno di sapere che c’è una via d’uscita, anche se tende a disperarsi a causa dei ritorni ciclici delle fasi depressive. Incontrare una terza persona che ha vissuto la depressione e che ne è uscita vittoriosa, può mostrargli che è utile cercare nella varietà degli antidepressivi quello che potrà risollevarlo. Infine, passare del tempo in meditazione, nell’abbandono al Signore, ha un vero e proprio valore terapeutico.

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