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Quando la natura aiuta i bambini a capire meglio le parabole

NATURE

Mama Belle and the kids | Shutterstock

Edifa - pubblicato il 26/07/20

In vacanza possiamo approfittare di una visita ad una fattoria, di una passeggiata nei campi o nei vigneti, per studiare con i nostri figli le parabole a tema pastorale di Gesù.

di Christine Ponsard

Le vacanze offrono spesso la possibilità di un contatto più intenso con la natura, occasioni per riscoprire alcune parabole con i nostri figli. Ecco come avvicinarsi a questi testi biblici con loro.

1. Dopo aver osservato gli uccelli o ammirato i fiori, rileggiamo la parabola che ci insegna la fiducia a immagine degli uccelli e dei gigli (Mt 6, 26-30).

2. Dopo una passeggiata nella vigna, contempliamo Gesù che è come la vite di cui noi siamo i tralci (Gv 15, 1-8).

3. La visione dei campi di grano ci conduce all’una o all’altra parabola che riprende queste immagini. A partire da quella del buon seminatore (Mt 13, 3-23, Mc 4, 3-20, Lc 8, 4-15), Gesù ci insegna ad ascoltare la Sua Parola e a metterla in pratica. Il chicco di grano che cresce da solo (Mc 4, 26-29) ci mostra che non è con la forza che il Regno si instaurerà, né con lo sforzo umano che crescerà, ma semplicemente con la germinazione pacifica, con uno sviluppo vivo e dolce, sotto l’influenza della grazia di Dio, perché le anime sono per il Regno, e il Regno per le anime. Il seme buono e la zizzania (Mt 13, 24-43) ci presentano il Diavolo che semina il male nel mondo e il Signore che, fino alla fine, lascia all’uomo la possibilità di convertirsi, di scegliere il bene. Il chicco di grano che muore nella terra (Gv 12, 24) ci insegna a morire per vivere, a perdere la vita per guadagnarla. Davanti ai covoni di fieno che asciugano al sole, ricordiamoci la pagliuzza e la trave per non giudicare il nostro vicino (Mt 7, 1-5, Lc 6, 37-42): “Prima togliti la trave dall’occhio; allora vedrai chiaramente per togliere la paglia dall’occhio di tuo fratello”.

4. Un pomeriggio passato a raccogliere la frutta introduce alla meditazione della parabola dell’albero giudicato dai suoi frutti (Mt 7, 16-20, Lc 6, 43-49) o su quella del fico sterile (Lc 13, 6-9).

5. L’incontro con un gregge di pecore si lega alla parabola della pecorella smarrita e ritrovata (Mt 18, 15-42, Lc 15, 3-7) o a quella del Buon Pastore (Gv 10, 11-16).

6. L’acqua delle sorgenti e delle fontane incontrate a caso durante le passeggiate e la loro vivificante freschezza ci ricordano l’acqua viva che Gesù ci dona (Gv 4, 10-15).

7. Le piante dell’orto o dei campi evocano il granello di senape (Mt 13, 31-58, Mc 4, 30-32, Lc 13, 18-35) che ci introduce alla contemplazione del Regno. Nella Chiesa, come in ognuno di noi, comincia piano per poi crescere e fiorire oltre ogni aspettativa. Spieghiamo bene ai bambini che il seme di senape è un piccolissimo, minuscolo seme che, una volta piantato, darà un albero così grande che gli uccelli potranno riposare sui suoi rami.

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