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Affermarsi lavorando sulla propria voce

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Edifa - pubblicato il 24/07/20

Volete essere ascoltati dalla vostra famiglia o dai vostri colleghi? Ecco cosa potete fare per ‘trovare la vostra voce’ ed essere convincenti quando vi esprimete.

di Pauline Quillon

Lo sperimentiamo tutti : quando è accesa la radio in macchina, non la ascoltiamo, ma sappiamo dal tono della voce che stiamo tralasciando delle informazioni. Un certo ritmo, un certo modo di impostare gli accenti, di staccare le parole, di mettere silenzi eccessivi, separando, contro ogni rispetto della sintassi, gli aggettivi dai sostantivi e i soggetti dai loro verbi. Questa voce radiofonica è indicativa di una standardizzazione della voce che dovrebbe renderla più capace di catturare l’attenzione, e i giornalisti non sono gli unici a sviluppare queste capacità verbali.

Spontaneamente, adattiamo la nostra voce alle mode per imporci o per rimandare un’immagine più lusinghiera di noi stessi. In particolare, tendiamo ad adottare un tono di voce più basso, credendo di apparire più competenti e con maggior potere: questo è un errore fatale. Da un lato, “le corde vocali non sono fatte per questo”, dice Michel Hart, autore del libro Découvrir sa voix : Parler et chanter avec plaisir et sans fatigue (“Scoprire la propria voce: parlare e cantare con piacere e senza fatica”). L’imitazione è pericolosa: “comportamenti ripetuti di sforzo vocale portano a molte patologie vocali”, nota ancora Michel Hart, e questo è ancora più vero quando si imitano voci che sono a loro volta patologiche. Ma cosa possiamo fare per farci ascoltare dagli altri?

Non ci sono belle voci, ci sono voci sane

In tutti questi casi, una voce falsata indica che l’oratore si identifica con un ruolo e non si fida di sé stesso. La voce diventa una maschera, infatti la prima etimologia della parola greca persona, si riferisce alla maschera indossata dagli attori nella tragedia greca per amplificare la voce negli anfiteatri. Ma la parola persona, “personne“, ha in francese anche il significato di nessuno. La nostra voce è la cosa più personale e intima che abbiamo. Jean Abitbol, uno dei maggiori specialisti mondiali delle corde vocali, afferma: “L’uomo è l’unico essere dotato di una vera voce, non è uno che ripete a pappagallo, la voce non è un oggetto, è vita”. Inoltre non c’è da stupirsi se si considera che in ebraico la stessa parola designa il respiro e la vita. La voce, portata dal respiro, è viva per eccellenza, vibrante, espressiva ed effimera.

“Lavorare sulla voce è una ricerca di verità, si tratta di scoprire chi siamo”, spiega Florine, insegnante di canto. Di fronte a studenti che vorrebbero cantare “come” il tale cantante alla moda, che copiano inconsciamente nei modi di cantare, offre lo stesso consiglio: “Non cercate di avere una bella voce. Chiedetevi se viene fuori facilmente, se avete utilizzato bene tutto il corpo, solo allora sarà bellissima.” In altre parole, non ci sono belle voci ma voci sane, cioè voci con un buon timbro, con una buona estensione, con il respiro controllato.

La voce sarebbe quindi unica e inimitabile, come le nostre impronte digitali. Non è uno strumento che abbiamo, ma quello che siamo, è più facile cambiare il proprio volto, ma a differenza del volto, i cui difetti possono essere solo nascosti dal trucco, è possibile agire sulla propria voce. I logopedisti e i foniatri insegnano come riapprendere ad usarla quando blocchi psicologici o cattive abitudini ne hanno diminuito la forza, la chiarezza e la capacità di farsi sentire, cioè di esistere socialmente.

Non alzate la voce, abbassate il tono…

Il lavoro sulla voce è oggi un’esigenza particolarmente pressante, infatti in circa cinquant’anni l’elocuzione di adulti e bambini sembra essersi deteriorata. Ciò è dovuto, tra l’altro, all’uso dei microfoni, che spesso diminuiscono il potere persuasivo ed emozionale della voce e dà l’illusione di farsi sentire senza sforzo. Grazie alla tecnologia e ai microfoni, non abbiamo bisogno di fare lo stesso sforzo fisico per farci sentire. In chiesa, nelle conferenze, nelle riunioni, nei concerti, i microfoni sono ovunque, solo i cantanti lirici ne fanno a meno, sanno esattamente come far sentire la loro voce all’interno dell’orchestra. Infatti quando ascoltiamo un cantante lirico, ci viene la pelle d’oca! La presenza della voce ‘nuda’ dà una sensazione fisica che non è data da una voce modificata da un microfono, ma semplicemente in quanto il cantante sa bene come utilizzare il suo corpo e con un fenomeno di empatia induce benessere nel corpo di chi ascolta.

Passando dalla voce declamata degli oratori di ieri alla voce più intima di quelli di oggi, amplificata da un microfono, non abbiamo facilitato l’esercizio della voce e abbiamo dimenticato che la sua padronanza è un’arte da acquisire. Anche nel contesto della comunicazione privata, migliorare la voce può essere prezioso. Laure è madre e moglie ed ha chiamato un coach vocale: “Mio marito continuava a dirmi che avevo un tono impossibile quando gli parlavo e quando gli facevo qualunque rimprovero, non poteva sentirlo”. Ha fatto allora cinque sessioni con un coach: “Ho cantato molto, ho imparato a gestire il mio respiro, ma soprattutto ho imparato a sentire la mia voce”. Da allora riesce a comunicare meglio con il suo coniuge.

Gli insegnanti, dal canto loro, sono particolarmente consapevoli del potere che dà la voce, e sanno che c’è un modo di utilizzarla che permette di farsi sentire, semplicemente. Tutti sanno che alzare la voce è inutile per attirare l’attenzione di una classe disattenta, al contrario, abbassare il volume riporta l’attenzione su sé stessi, costringe il pubblico ad ascoltare. D’altra parte, la dizione deve rimanere ritmica, mai molle. Ciò che rende la voce radiosa è soprattutto la sua capacità di proiettarsi, di essere destinata ad un auditorio, essere un ponte lanciato tra sé e gli altri. Questo significa che le persone timide non possono avere una bella voce? Niente affatto! Liberando il respiro, facilitando la padronanza del proprio strumento vocale, ognuno di noi può affermare la propria personalità. Un bene indispensabile in ogni momento della vita, durante un colloquio di lavoro come in una proposta di matrimonio…

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