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Guida alla sopravvivenza per i genitori di adolescenti innamorati

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Edifa - pubblicato il 17/07/20

L'adolescenza è il momento in cui i nostri figli vivono le loro prime esperienze d'amore. Come possiamo ispirarli a valori che li aiuteranno a superare senza danni questa fase iniziatica della loro vita? Come possiamo aiutarli a fondare la loro vita sulla roccia del vero amore?

di Christine Ponsard

Nella nostra cerchia di conoscenti le reazioni alle scoperte amorose dei figli sono diverse: dal rifiuto totale dei genitori di sentirne parlare (al rischio di non sentirli più), all’accettazione senza riserve, fino addirittura a diventarne complici. Anche se è infinitamente più facile dire che fare, enunciare principi piuttosto che metterli in pratica, cerchiamo di ragionare insieme su tutte queste questioni. Come reagire ai primi amori degli adolescenti?

Chiedere aiuto al Signore

Cominciamo col chiedere al Signore cosa ne pensa. Poniamo la domanda sotto il Suo sguardo, esaminiamo la situazione alla Sua luce. Certo, la risposta non ci sarà data subito, ma guardare Dio significa dirGli: “Che cosa vuoi da noi? Cosa dobbiamo fare perché la Tua volontà si compia in noi e in ciascuno dei nostri figli?”. Chiedere questo al Signore significa prepararsi ad accogliere la Sua luce.

Dobbiamo anche spiegare ai nostri figli che la persona umana è “una”, corpo e cuore inseparabilmente legati. Poiché l’uomo è uno spirito incarnato, cioè un’anima che si esprime in un corpo animato da uno spirito immortale, è chiamato ad amare nella sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale. In altre parole, non si può provare ad amare, non si può giocare ad amare: che ci piaccia o no, in un rapporto d’amore è coinvolta tutta la persona.

L’amore adolescenziale non è quindi privo di conseguenze. Anche quando si tratta di un semplice flirt, perché prima o poi può portare ad un’unione sessuale… che ne pensino a volte le ragazze ingenue, volenti o nolenti, non misurano il potere che esercitano sui fidanzatini che tengono teneramente per mano. I fidanzati (quelli veri, quelli che vivono con castità il loro fidanzamento) sanno bene che è necessaria una buona dose di cautela, anche eroica, per non “fare Pasqua prima di Quaresima” e rimanere mano nella mano mentre i corpi pretendono un’unione completa.

Aiutare i figli ad evitare il dramma

Agli adolescenti va anche detto che non si può dare il proprio corpo senza dare il proprio cuore, anche se non si vuole. Ci si tiene per mano, ci si bacia, si dorme insieme “una volta, solo per vedere”… e un giorno ci si separa. E fa malissimo, proprio come un divorzio, poiché matrimonio o non, adolescenza o non, i corpi avevano suggellato un’alleanza e quell’alleanza è stata infranta. Anche i più scettici non possono fingere di non donarsi: donando il proprio corpo, donano chi più chi meno, appassionatamente il proprio cuore. La rottura fa male e causa danni ancora più gravi perché nessuno, soprattutto tra gli adulti, sembra prenderli sul serio. Quanti ragazzi e ragazze si avvicinano all’età adulta feriti da queste rotture precedenti! A volte sono così disgustati da accumulare partner come per vendicarsi della persona che ha rotto il rapporto che assomigliava all’amore.

Gli amori adolescenziali non sono quindi insignificanti, non sono un rito di iniziazione obbligatorio e inevitabile. È normale che un adolescente si cerchi, tentenni e metta alla prova i suoi poteri di seduzione, ma sta a noi genitori aiutarlo a rimanere libero per amare davvero. A questo proposito, la testimonianza che può essere data dai giovani appena usciti dall’adolescenza è insostituibile.

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