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E se avere una sorella fosse la chiave della santità?

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Edifa - pubblicato il 22/06/20

Secondo vari studi, avere una sorella è davvero positivo. Infatti, renderebbe più ottimisti e felici. Ma ciò che la scienza non dice è che una sorella può anche condurti alla santità!

di Jeanne Larghero

Il segreto della felicità? Avere una sorella secondo molti studi, tra cui quelli dell’Università di Montfort di Leicester (Inghilterra) e quelli dell’Università dell’Ulster (Irlanda). Potrete quindi dire grazie a quella fanciulla che ama così tanto sbraitare nelle vostre orecchie, con o senza motivo, a quella fanciulla che fruga in tutti i vostri cassetti, che perde i vostri vestiti preferiti e che, per di più, non perde mai l’occasione di farvi la predica. Ringraziatela di cuore perché è un dono della vita! Quando avrete l’aria ridicola, lei ve lo dirà, senza troppi giri di parole. E anche se vi può sembrare dura, non vi fa perdere del tempo. Quando vi lamentate della vostra famiglia, lei vi capisce. Quando sarete tristi, chiamerete lei. Quando vi dirà di stare zitta o litigherete, saprete che la vostra relazione non sarà finita definitivamente. Infatti tra mille anni lei sarà ancora vostra sorella. Quando si ha accanto qualcuno che vi comprende pienamente, si impara ad apprezzare di più la vita… e quando il desiderio di santità si mette di mezzo, tutti ne escono vincenti.

Il rapporto di alcuni santi con le loro sorelle

Basta guardare a Zélie Martin, la mamma di santa Teresa di Lisieux, e sua sorella Marie-Dosithée. Si ascoltavano, si consigliavano e si sostenevano a vicenda nonostante la stanchezza e la malattia. E le figlie di Zélie Martin? Celine confortava la piccola Teresa durante gli anni del collegio, Pauline la incoraggiava a scrivere ed è a lei che dobbiamo la nascita di Storia di un’anima. E a sua volta, Teresa ispirava la vita e il cammino di santità alla sua sorella maggiore Leonie, che diventò poi monaca visitandina.

E poi c’è anche Elisabetta della Trinità e sua sorella Margherita. Indossavano lo stesso corpetto a nastro e lo stesso strano chignon. Eppure, una è diventata suora e l’altra madre di famiglia: che vite diverse hanno condotto! All’inizio, erano entrambe delle ragazze dal carattere forte, a volte allegre e altre volte lunatiche o arrabbiate. Ragazze che non sono più o meno fastidiose di qualsiasi altra sorella. Alla fine hanno condiviso la santità, l’amicizia e la vita di preghiera.

Ringraziamo il Signore che con il santo battesimo ha donato delle sorelle di fede anche a coloro che non avevano delle sorelle di sangue. E un immenso grazie a tutte le donne che si sono consacrate al Signore nella vita religiosa e che portano così bene il loro nome di “sorelle”.

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