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C’è una cosa importante quanto il saper dare: il saper ricevere

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Edifa - pubblicato il 16/06/20
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Alcune persone hanno difficoltà a ricevere, altre a dare. Alcuni sono generosi con la segreta speranza di essere ripagati, altri ancora, che hanno sperimentato la mancanza o l’abbondanza, non sono in grado di dare. Ecco qualche consiglio per rivedere il proprio modo di dare e di ricevere.di Rolande Faure

Beati noi, beneficiari del dono della vita! La prima parte della nostra esistenza è trascorsa ricevendo. Infatti durante tutta la nostra infanzia, abbiamo beneficiato delle innumerevoli cure che la nostra debolezza richiedeva: le cure del corpo senza la quale il bambino non può sopravvivere, le cure affettive per l’apertura del nostro cuore, le cure spirituali e il dono della grazia sacramentale che ci ha innestati a Cristo. Nel corso della nostra crescita, abbiamo imparato a condividere (non senza grida e segni di rifiuto). Imparare a donare ci ha richiesto molto tempo prima di poter diventare qualcosa di semplice, e questo vale anche per le coppie. Nello slancio iniziale, ciascuno cerca di colmare l’altro con il proprio amore e sono spesso dei momenti di grande felicità in cui si riceve quanto si dà. Tuttavia, l’arrivo del primo bambino spesso sconvolge questo bellissimo equilibrio. I giovani genitori devono donare un po’ del loro sonno, della loro pazienza, del loro tempo libero, della loro tranquillità. Il nuovo arrivato richiede presenza, attenzione, affetto, a scapito del tempo che ogni genitore vorrebbe conservare per sé.

Così la famiglia, dopo essere stata il luogo dove abbiamo ricevuto molto, diventa il luogo dove dobbiamo dare molto. Anche se questo si vive gradualmente e con amore, non avviene senza sofferenza, nostalgia e a volte amarezza! Questo vale anche per tutti i nostri impegni: dopo l’entusiasmo iniziale che stimola la nostra generosità, sperimentiamo nel corso degli anni, la difficoltà di rimanere costanti come agli inizi. Siamo fatti così ed è più semplice rimanere centrati su noi stessi piuttosto che aprirci agli altri. Tuttavia “amare è dare tutto, amare è dare sé stessi”, come diceva santa Teresa di Lisieux. Ma come si entra nella dinamica del dono?

Un piccolo sforzo può trasformarsi in un granello d’oro

Meditiamo sull’avventura del mendicante nella storia del grande romanziere indiano Rabindranath Tagore: “Ero andato mendicando di uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando in lontananza mi apparve il tuo aureo cocchio, simile ad un sogno meraviglioso. Mi domandai: chi sarà mai questo Re di tutti i re? Crebbero le mie speranze, e pensai che i giorni tristi sarebbero ormai finiti; stetti ad attendere che l’elemosina mi fosse data senza doverla chiedere, e che le ricchezze venissero sparse ovunque nella polvere. Il cocchio mi si fermò accanto; il Tuo sguardo cadde su di me, e Tu scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alla fine il momento supremo della mia vita. Ma Tu, ad un tratto, mi stendesti la mano destra dicendomi: “Che cos’hai da darmi?”. Ah, quale gesto veramente regale fu quello di stendere la Tua palma per chiedere l’elemosina ad un povero! Esitante e confuso, trassi lentamente dalla mia bisaccia un acino di grano e Te lo porsi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, sul finire del giorno, vuotai a terra la mia bisaccia e trovai nell’esiguo mucchietto di acini, un granellino d’oro! Piansi amaramente per non aver avuto cuore di darTi tutto quello che possedevo…”

Quando abbiamo difficoltà a rispondere ad una richiesta, ricordiamoci che il nostro piccolo sforzo può trasformarsi in un granello d’oro! Ma meglio ancora: seguendo il consiglio di santa Teresa del Bambin Gesù alle sue novizie, possiamo chiedere a Dio di diventare il nostro Maestro interiore affinché sia all’origine di tutte le nostre azioni, prendendo il posto del nostro “io” interiore.

Diamo del tempo per adorare e lasciamoci trasformare a poco a poco da Gesù che si è sacrificato per noi, poiché come diceva San Bernardo: “Tutto è in Lui: i rimedi per le tue ferite, l’aiuto di cui hai bisogno; la correzione dei tuoi difetti, la fonte dei tuoi progressi, insomma, tutto ciò che un uomo può e deve desiderare”. Dal momento in cui sperimentiamo che “dare è ricevere”, otterremo la forza e lo slancio per condividere con il prossimo ciò che abbiamo e ciò che siamo.