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I 10 Comandamenti di una famiglia numerosa e felice

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Edifa - pubblicato il 05/06/20

Una famiglia numerosa suscita spesso ammirazione e domande: com'è la vita quotidiana? Come è organizzato lo spazio? Ognuno riesce a trovare il suo posto? La risposta è semplice: crescere quattro o cinque figli, o anche più, richiede una buona organizzazione e il rispetto di alcune regole.

di Stephanie Combe

I genitori di famiglie numerose sono spesso orgogliosi della loro “tribù”. Anche se questa scelta richiede rinunce, consente di vivere pienamente, a patto che si seguano alcuni consigli di buon senso. Ecco, le raccomandazioni della psicologa Françoise Pelle alle coppie con tanti fratelli ed a coloro che desiderano creare una famiglia numerosa.

Ci sarà amore per tutti!

Sia chiaro: i genitori non amano i loro figli allo stesso modo, per fortuna! La cosa più importante è che ognuno sia riconosciuto come unico. L’amore dei genitori cresce man mano con la nascita dei figli, influenzati dall’egualitarismo dominante, i genitori sono tentati di dare la stessa cosa a ciascuno e se non lo fanno hanno paura di essere ingiusti: questo è un errore! Significa negare l’individuo, i suoi gusti, i suoi propri bisogni, perché quelli dei bambini sono diversi, anche se tutti ne hanno uno fondamentale: essere amati per sé stessi.

Una famiglia senza conflitti non esiste

Una grande famiglia funziona come una mini-società e preannuncia le relazioni sociali. I bambini sperimentano tra di loro l’arte della negoziazione e del compromesso, imparano a condividere, a tenere conto degli altri, a vivere nella solidarietà, ad applicare alcune regole. Se uno di loro soffre, il dovere dei genitori è naturalmente quello di proteggerlo, ma è preferibile intervenire il meno possibile nei loro battibecchi perché si corre il rischio di esacerbarli. Il bambino si costruisce e si afferma in questo modo, a volte in opposizione, a volte in alleanza e le rivalità, man mano che crescono, vanno spesso di pari passo con la complicità.


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Ognuno deve avere uno spazio tutto suo

In una famiglia numerosa, è raro che ogni figlio possa avere la sua stanza, e i conflitti territoriali generano una grande tensione. A partire dall’età di sei o sette anni, è importante che un bambino abbia un posto tutto suo, anche se solo un cassetto, può chiuderlo a chiave, metterci dentro le sue cose e i suoi piccoli segreti. Questo è il suo territorio, il suo dominio protetto e intimo, al quale solo lui ha accesso.

Fidarsi dei bambini per non sentirsi sopraffatti

“Fate quello che potete, non farete mai bene! “diceva Freud. È vero che tutti i genitori fanno quello che possono, ma è anche importante fidarsi l’uno dell’altro e questo sentimento conquisterà poi i figli. La fiducia in sé stessi nasce dall’amore e dalla libertà, che lasciate alla persona, gli permetteranno di realizzarsi e di essere unica. Essere in tanti fratelli ha il vantaggio di evitare la fusione tra genitori e figli, che impedisce all’altro di uscir fuori e di crescere, tuttavia, la pressione dei genitori viene esercitata tanto meno quanto i figli sono numerosi. L’autonomia dei più grandi è valorizzata perché permette ai genitori di prendersi cura dei più piccoli, e l’intraprendenza di ciascuno rende più facile la vita quotidiana. I fratelli passano il tempo insieme, si divertono e immaginano delle storie: il gioco è una strada maestra verso l’espressione e la realizzazione, si costruisce così un giardino segreto, uno “spazio psichico” nel gergo degli psicologi, che sfugge ai genitori. I più piccoli imparano molto dai più grandi, e questi ultimi sviluppano delle qualità al contatto con loro.

Con uno si lascia passare tutto, con l’altro si è inflessibili, non è casuale!

È difficile ammetterlo: succede che i genitori abbiano meno affinità con uno dei loro figli. Spesso a causa di un carattere troppo simile o al contrario all’opposto dal loro, non lo capiscono, interpretano male le sue reazioni e più che con gli altri, sono sollecitate la loro pazienza e la loro benevolenza. I genitori devono allora stare molto attenti, e a volte a costo di uno sforzo, cercare di valorizzare quel bambino, trovare il positivo che c’è in lui e questo lo aiuterà a rafforzare la stima di sé.




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Attenzione al confronto che può diventare veleno

È lontano il tempo in cui i genitori vestivano tutti i loro figli allo stesso modo, tuttavia, potrebbe esserci ancora il mito della tribù e del “tutti uguali”. Ogni figlio deve trovare il suo posto in modo che non sia un numero tra gli altri, che ognuno possa affermare la sua personalità, la sua originalità, la sua fantasia! Questa differenziazione è positiva e costruttiva, però di fronte ad un bambino decisamente diverso, i genitori devono essere vigili, perché con il rifiuto da parte dei fratelli e della sua famiglia, potrebbe esprimere disagio o sofferenza.

A volte la rivalità tra i figli si manifesta alla seconda generazione, soprattutto con i cugini che hanno la stessa età. Considerazioni come “Lavora bene a scuola”, “Suona il flauto meravigliosamente” e chi più ne ha più ne metta… oppure, ancor più, quando queste considerazioni vengono dai genitori: “Tua sorella lei si che si applicava! ” In questi casi, per il bambino, il confronto diventa veleno ed è davvero seccante.

Famiglia numerosa non fa rima con privazioni

In una famiglia numerosa, le privazioni e le difficoltà sono molto reali. È importante che le restrizioni imposte siano bilanciate da piaceri: complicità, gioia di vivere, vitalità, aiuto reciproco, ecc. Se non è troppo restrittivo, ciò permette al bambino di scoprire le risorse a sua disposizione e che la felicità non è nella ricchezza ma nella gioia di amarsi e condividere.




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I conflitti della prima infanzia non preannunciano il futuro

Dei figli che sono “cani e gatti” possono viceversa andare molto d’accordo da adulti. I fratelli sono lo zoccolo duro ed un punto di forza, il loro legame da sicurezza ed è protettivo. Si può litigare con i propri fratelli e sorelle, ma non si può divorziare da loro! Alla fine è la famiglia che rimane.

Non angosciarsi troppo per il loro futuro

Ad un certo punto bisogna lasciare la presa permettendo all’altra persona di vivere la propria vita e se i genitori lo fanno, lo faranno i figli a loro volta e allora i rapporti non saranno avvelenati e nascerà un vero aiuto reciproco. Quando un bambino è stato amato abbastanza per quello che è e non per quello che dà, avrà abbastanza risorse per andare avanti nella vita, qualunque sia la strada che sarà chiamato a percorrere.

Una famiglia che prega è una famiglia unita… ma soprattutto felice!

La preghiera nel cuore della famiglia è essenziale ed è il modo più sicuro per tenere tutti uniti, indipendentemente dalle crisi che si incontrano. Santa Teresa di Calcutta esortava le famiglie a pregare insieme ogni giorno, e diceva che “una famiglia che prega è una famiglia unita”.

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