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Spiritualità
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Quattro insegnamenti di Cristo da ricordare tra Pasqua e l’Ascensione

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Shutterstock | Jacob_09

Edifa - pubblicato il 12/04/20

La Sacra Scrittura non fornisce molte informazioni sulla presenza di Gesù sulla terra tra la Pasqua e l'Ascensione. Eppure questi giorni sono stati segnati da numerosi avvenimenti che possono aiutare ogni cristiano ad andare avanti nella propria vita quotidiana.

di Nicolas Buttet

“I giorni che passarono tra la Risurrezione del Signore e la Sua Ascensione non furono privi di avvenimenti: grandi misteri furono confermati, grandi verità furono rivelate”, scriveva San Leone Magno. Per quanto riguarda i luoghi in cui Gesù può essere stato fisicamente presente in quel tempo, a parte i momenti delle apparizioni, “sono sconosciuti, perché la Sacra Scrittura non ci dà alcun dato in proposito, ed il Suo dominio si esercita in tutti i luoghi” (San Tommaso d’Aquino). Tuttavia, cerchiamo di esaminare alla luce della parola di Dio e degli incontri con il Risorto, quattro insegnamenti di Cristo di quel periodo e impareremo molto da essi.

Gesù ci offre consolazione, pace e gioia

Cristo appare ai Suoi discepoli per dare loro la certezza nella fede della Sua Risurrezione e per offrire loro consolazione, pace e gioia. Il giorno della Sua Risurrezione, apparve cinque volte a persone diverse.

San Tommaso fa luce su questo: “Per mostrare la realtà della Risurrezione, bastava che apparisse loro più volte, che parlasse loro in modo familiare, che mangiasse e bevesse e che li invitasse a toccarLo. È per manifestare la Gloria del Risorto che Egli non ha voluto vivere continuamente con loro, come aveva fatto in passato, perché avrebbero potuto pensare che fosse tornato alla stessa vita di prima”.

Un nuovo modo di relazionarsi con Gesù

Gesù insegna ai Suoi discepoli un nuovo modo di relazionarsi con Lui. Mentre era lì e si rivolgeva ai Suoi apostoli, disse loro: “Queste sono le parole che vi ho detto mentre ero ancora con voi” (Lc 24, 44).

Questo “Mentre ero ancora con voi”, mentre Lui è proprio di fronte a loro, dimostra che questo modo prodigioso di essere presente come il Risorto non è dello stesso ordine della Sua presenza nei giorni della Sua carne mortale. RivelandoSi a Maria Maddalena, le disse: “Non Mi toccare! “(Gv 20, 17). D’ora in poi, è attraverso la fede e la carità che “tocchiamo” veramente Gesù Risorto.

L’importanza della preghiera per l’evangelizzazione

Gesù prepara i Suoi discepoli alla missione che gli affida e che si concretizzerà a Pentecoste. Chiede loro di attendere attivamente lo Spirito Santo che Egli manderà dal Padre e che darà loro accesso alla pienezza della Verità. Attraverso di Lui riceveranno la forza di testimoniare fino alle estremità della terra donando la loro vita.

Gli Apostoli rimangono nel Cenacolo con Maria in questo tempo di preparazione e interiorizzazione, approfondendo in loro il desiderio del dono di Dio e manifestando così la centralità della preghiera per la missione.

Gesù riesce sempre ad illuminare e a sconvolgere la nostra vita

Il modo in cui Gesù appare ai Suoi discepoli ci provoca ed introduce alle realtà spirituali. Egli appare con ferite mortali su un corpo ormai glorioso e immortale. Queste ferite si uniscono alle nostre, sono come una sorgente, pronta ad irrigarci con la Sua Grazia che si dispiega nelle nostre debolezze. Gli incontri si svolgono nell’ordinarietà della vita quotidiana.

Inoltre, Maria Maddalena Lo prende per un giardiniere, e anche per il primo sospettato di aver rubato il Corpo di Gesù. I pellegrini di Emmaus pensano che sia qualcuno che passeggia un po’ sfasato che non sa nemmeno cosa è appena successo a Gerusalemme. Così possiamo vedere che, attraverso questi incontri, Gesù ci mostra ch’Egli arriva sempre, in modo semplice e sconcertante, nella banale realtà, per illuminare e sconvolgere la nostra vita con la Sua presenza.

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