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Quarantena: quattro cose da dire a Dio per superare l’isolamento

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Edifa - pubblicato il 27/03/20
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Le prove fanno parte dell’esistenza umana. Ma ogni volta che si verificano, suona come se la vita ci avesse tradito. In quei momenti dolorosi, che cosa possiamo dire a Dio se non “Eloi, Eloi, lema sabactani?” (Mc 15, 34)?

di Abbé Pierre Descouvemont

Quando un episodio doloroso della nostra vita finisce bene, diciamo volentieri che l’evento è stato provvidenziale. Come nel caso di un uomo che si rompe il braccio e si ritrova in un reparto ospedaliero dove lavora un’affascinante infermiera che diventerà sua moglie. In tal caso, non è necessario avere fede per riconoscere in questa felice coincidenza una strizzatina d’occhio dal Cielo. Ma cosa pensare e soprattutto cosa fare quando gli eventi non sono per niente a nostro vantaggio? È possibile dire in ogni circostanza, come faceva la piccola Teresina: “Tutto è grazia!”?

I versetti della Bibbia che aiutano nelle prove difficili

Quando si verifica un evento grave è abbastanza normale in prima istanza ribellarsi contro il male che si è verificato. A Dio non piace vedere i suoi figli soffrire per un cancro o per un fallimento della famiglia, odia il male, non lo vuole! Ma quando il male c’è dobbiamo subito ricordarci i versetti della Bibbia che ci possono aiutare a rimanere in pace durante la prova. Per esempio: “Dio opera per il bene di coloro che Lo amano” (Rm 8, 28); “Dio non permette che siate tentati oltre le vostre forze” (1 Cor 10, 13).

E perché non dire a Dio:

“Questi versetti li ascolto dal Signore e chiedo allo Spirito Santo di farli risuonare nel profondo del mio cuore. Ci medito sopra, li trasformo in parole di vita e a poco a poco, invece di essere ossessionato dal mio disappunto o dalla mia rabbia, li ripeto con e come Gesù: “Padre, sia fatta la Tua volontà e non la mia! “(Mc 14, 36)”.

Meditare sulla vita dei santi

È interessante anche rileggere le quattro pagine che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica al mistero della Provvidenza (§ 302-314), per ricordare come tutti i santi accettano i loro insuccessi e i loro fallimenti.

Ecco una meditazione che ci può aiutare a parlare al Signore:

“Padre, io davvero non so perché Tu permetti questa prova nella mia vita, perché non hai chiesto al mio angelo custode di impedirmi di fare questo errore, di avere questo incidente, ma credo che sia per il mio bene! Un bene che probabilmente conoscerò solo in Paradiso!”

Ringraziare il Signore

Anche se le parole di ringraziamento non verranno spontaneamente è bene dire a Dio:

“Ti ringrazio per avermi giudicato degno di portare questa croce e di salvare il mondo con Te. Voglio dirTi ancora una volta con San Paolo: “Completerò nella mia carne ciò che manca alla Tua Passione, o Cristo, per il Tuo Corpo che è la Chiesa” (Cor 2, 24). Cercherò di non dimenticare mai ciò che il Curato d’Ars diceva spesso ai suoi parrocchiani: “Ognuno ha la sua croce. Se conoscessimo tutti i meriti della croce e fossimo in grado di prenderli, ce la ruberemmo l’un l’altro!”

Chiedere aiuto per superare una prova

Ma soprattutto dobbiamo chiederGli aiuto:

“Signore, dammi il Tuo Spirito perché io possa rispondere a tutti i disegni impenetrabili della Tua Provvidenza, unendomi al “Sì” che Tu non hai mai smesso di dire che è infinitamente gradito al Padre e che salva il mondo!”

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