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Crisi di gelosia: come calmare il bambino in modo semplice

CHILD,TEMPER TANTRUM

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Edifa - pubblicato il 02/03/20

Capita spesso che i bambini siano gelosi, e possono manifestarlo in vari modi, compresi una crisi di nervi o il rifiuto di obbedire. Ecco alcuni metodi per affrontare le lacrime dei bambini gelosi.

di Élisabeth Content* 

Sappiamo accogliere la gelosia del nostro bambino, senza censurarlo o soffocarlo con un giudizio morale negativo? “È molto brutto quello che dici, non ne hai il diritto, guardati intorno, hai tutto per essere felice!” C’è in questa risposta una confusione tra ascoltare e approvare.

L’ascolto è una necessità

Anche se è per dare consigli a vostro figlio, siete tentati di rispondergli o interromperlo con un giudizio negativo, ricordatevi che ha semplicemente bisogno di essere ascoltato. Le emozioni, così come i sentimenti che suscitano, nascono senza preavviso e sono provocati dalla nostra percezione del mondo. Moralmente neutri, sono altrettanti strumenti che la natura ci dà per affrontare le difficoltà della vita. Se forniamo spiegazioni razionali che si tingono di moralismo invece di sentirne il contenuto, esprimiamo all’altra persona che ciò che sente e cerca di dire non è giusto. Quando l’ambiente nega i sentimenti, il bambino sminuisce sé stesso e agisce secondo ciò che gli altri si aspettano da lui. Ascoltarlo è aiutarlo a costruirsi come persona. Non essere ascoltati o compresi dà l’impressione di sbattere contro un muro e può suscitare un sentimento di violenza. Tutto ciò che è stato rinchiuso come in una pentola a pressione si trasforma in rabbia, aggressività, agitazione, menzogna, o si esprime attraverso vari modi: mal di stomaco, mal di testa, febbre inspiegabile. Il ruolo dei genitori è quello di aiutare il bambino a resistere all’impulso che la gelosia può provocare, infatti se l’ascolto è vitale, è anche essenziale porre dei limiti alle passioni per non diventarne schiavi: “Sì, puoi provare gelosia, ma non è un motivo per far male a tuo fratello”.

Non dimenticare di dire “Ti voglio tanto bene!”.

Per rassicurarlo del nostro affetto, lo aiuteremo a non rimanere nella gelosia con dei comportamenti inaccettabili. Il bambino, allora, sarà in grado di differenziare ciò che sente e ciò che ne fa con esso e di cui è responsabile e che potrebbe diventare un peccato. Questo ci riporta alle parole del Vangelo: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro” (Mc 7, 15). Il nostro bambino può vivere delle emozioni che ci spaventano e ci lasciano disarmati. Cosa ci vuole dire la sua gelosia attraverso la sua rabbia? Che messaggio vogliamo dargli? Se è un messaggio d’amore, dovrà essere incoraggiante ed affettuoso: “Ti voglio bene”. Un piccolo ha bisogno di sentirsi dire queste parole, insieme ai divieti necessari, che possono diventare più facili da dire.

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*Élisabeth Content è Consulente e terapeuta per il matrimonio e la famiglia)

Tags:
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