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Sappiamo davvero lodare il Signore? Mettiti alla prova!

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Edifa - pubblicato il 16/02/20

Spesso dimentichiamo che siamo stati creati per lodare Dio e servirLo e non per metterLo al nostro servizio.

di padre Guillaume de Menthière

Pregare non è una pia ricreazione, una meditazione in cerca di benessere o un’occupazione facoltativa per le vacanze, non è cercare primariamente il sollievo o la pace. La preghiera viene in primo luogo dalla virtù cardinale della giustizia che consiste nel rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto, e a Dio tutto è dovuto. Infatti, che cosa abbiamo che non abbiamo ricevuto da Lui ? (1 Corinzi 4, 7). Non possiamo dire di avere sete di giustizia ed allo stesso tempo omettere la prima pratica di giustizia: rendere grazie al nostro Creatore. Preghiamo perché è giusto, come si dice a Messa: “È veramente giusto renderTi grazie … “.

La preghiera di lode è il frutto dell’amore disinteressato

“Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore” (Salmo 115, 12-13). Si partecipa all’Eucaristia con gratitudine, perché sarebbe estremamente ingiusto ignorare ciò che si deve al Signore. Ma prima ancora di ringraziare Dio per i suoi doni , dobbiamo ringraziarLo per quello che Egli è.

Nell’ammirevole inno del Gloria a Dio diciamo al Signore ogni domenica : “Ti ringraziamo per la Tua immensa gloria”. Questa è la preghiera di lode, infatti, non siamo interessati principalmente a ciò che Dio ha fatto o farà per noi, ma a ciò che è in Sé Stesso: infinitamente glorioso. La lode è il frutto dell’amore disinteressato e questo amore può dire all’altro: “Ti amo non per quello che mi dai, ma per quello che sei”. Ti ringrazio di esistere. Sì, è giusto amare Dio più di ogni altra cosa, di amarLo con tutto il cuore, come Gesù ci dice nei Comandamenti.

Siamo stati creati per lodare Dio e servirLo

Può essere che abbiamo fatto della preghiera, questo grande atto di amore gratuito, lo strumento dei nostri desideri. Sant’Ambrogio già diceva che il più delle volte preghiamo come degli uomini d’affari, non vogliamo pregare ma vogliamo che i nostri piccoli affari prosperino.

Cosa cerchiamo nella preghiera? Per dirla come San Francesco di Sales cerchiamo “le consolazioni di Dio”, o “il Dio delle consolazioni”? La preghiera nasce dai nostri desideri o dalla nostra fede? “Signore, fate ora per La Hire quello che La Hire farebbe per Voi se Voi foste La Hire e se La Hire fosse Dio”. Questa supplica di un compagno d’armi di Giovanna d’Arco non sembra la caricatura della nostra preghiera?…

Dobbiamo ricordare che siamo stati creati per lodare Dio e servirLo, non per mettere Dio al nostro servizio e se, come dice San Tommaso, la salvezza è adempiere ciò per cui siamo stati fatti, lodare Dio è già entrare nella Salvezza. Certo, “i nostri canti non aggiungono nulla alla Sua gloria,” ma Dio vuole che noi Lo lodiamo non per Se stesso , ma per noi, perché lodarLo è realizzare la nostra essenza, fare ciò per cui siamo stati fatti, cominciare qua giù ciò che sarà la nostra felicità per l’eternità: cantare le lodi del Signore.

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