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Spiritualità
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Crediamo veramente che l’altro sia il Signore che viene verso di noi?

Jesus actors

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Jim Caviezel - The Passion of Christ - 2004 The Passion of Christ still holds the record as the highest grossing rated R movie of all time. Jim Caviezel was the perfect man to play the part. From the welcoming glint in his eyes as he preaches to his followers to the determination they show as Pilate announces his fate, he captured the essence of Jesus’ love for all mankind.

Edifa - pubblicato il 13/02/20

Benché il Signore ci inviti ad amarci l'un l'altro, e abbiamo meditato decine di volte la parabola del Buon Samaritano, sarebbe onesto ammettere che abbiamo sentimenti contrastanti nei confronti degli altri. Vorremmo essere accoglienti, perfettamente equilibrati e non giudicare nessuno, ma succede il contrario …

di fra’ Alain Quilici

Nella nostra vita c’è chi ci è naturalmente simpatico e chi ci è sgradito a priori! Ci sono quelli di cui cerchiamo volentieri l’amicizia e quelli che ci lasciano perfettamente indifferenti, quelli che giudichiamo favorevolmente, a cui attribuiamo l’etichetta di “brave persone” e c’è chi “vediamo male”, qualunque cosa facciano. Siamo molto complicati, non che vogliamo esserlo ma siamo fatti così! Per esempio, volendo essere onesti, intorno a noi ci sono persone che ci sono utili. Di queste persone bisogna aver cura e faremmo di tutto per essere buoni con loro: sorrisi, servizi ed altri gesti … non si sa mai. Invece, ci sono persone che ci danno fastidio, che per noi sono inutili, le consideriamo superficiali e maleducate, li evitiamo e scappiamo da loro. Agendo così non abbiamo forse classificato le nostre relazioni in due categorie: “interessanti” e “non interessanti”? Poi ci sono quelli che invidiamo e non possiamo farci niente, li odiamo. Hanno delle qualità e noi no, vorremmo avere le loro relazioni, ma non le abbiamo ed hanno, rispetto a noi, molti vantaggi, anche fisici o materiali, di cui vorremmo appropriarci. L’invidia ci divora e per quanto ci sforziamo, non possiamo fare a meno di pensare a loro, di paragonarci a loro e di immaginarci al loro posto. A seconda del momento, ci si arrabbia fino a diventare violenti, o al contrario ci denigriamo, fino al punto di non essere più in grado di risollevarci. E se invece tutte queste persone fossero il Mistero di Dio che ci viene offerto da accogliere e decifrare?

Ogni incontro è confrontarsi con un nuovo mistero
C’è stato un tempo in cui ai bambini veniva insegnata la virtù dell’ospitalità. Si lasciava la porta aperta in modo che se fosse venuto un povero a bussare o colui che si fosse perso, potesse trovare un riparo, o avere un posto a tavola… Oggi invece si insegna ai bambini a diffidare, pensando che niente sarebbe più pericoloso che fidarsi di qualcuno che non si conosce e, ancor peggio, accoglierlo. Non parliamo poi di lasciare la porta dell’auto aperta con la borsa sul sedile… di male in peggio, si arriva a diffidare di tutti. E siccome non ci si fida più di nessuno, si pensa che è virtuoso creare il vuoto intorno a sé, ma, contrariamente a quanto pensiamo, creare il vuoto non è fare la pace è instaurare uno stato di “guerra fredda”, una guerra latente sempre pronta a scoppiare. Rifiutare gli altri o usarli non è per niente un comportamento conforme al Vangelo. Anche se è vero che ogni persona che entra nella nostra vita è sia una minaccia che una promessa l’atteggiamento giusto nel rapporto con l’altro è quello di essere aperti alla sua presenza. Se non stiamo attenti, inizieremo a diffidare o addirittura a rifiutare l’altro e reagiremo come il cane a cui si drizza il pelo quando si avvicina un proprio simile sconosciuto. Queste reazioni istintive hanno bisogno di essere evangelizzate e, anche se non è facile, è liberatorio. Ogni incontro è un confronto con un nuovo mistero che sicuramente ci riserva delle sorprese. “Non dimenticate l’ospitalità, alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.” (Eb 13, 2).

E se l’altro fosse il Signore che viene a noi?
Considerare l’altro come un fratello, come qualcuno che è della stessa carne, dello stesso spirito, con la stessa origine divina e condivide la stessa eredità, è già un modo per annunciare la vita eterna. Nel Regno di Dio ognuno aprirà agli altri il tesoro del suo cuore, e sarà conosciuto per ciò che egli è veramente, cioè molto meglio di ciò che appare. Sarà la felicità, che può essere inaugurata già ora. La vera felicità è l’essere accolti senza diffidenza e amati così come siamo. “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”, dice il Signore (Lc 6, 31). E se l’altro fosse il Signore che viene a noi?“ In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25, 40) E se l’altro fosse l’occasione che speravamo, che il Signore ci manda e che può cambiare la nostra vita? “Benedetto colui che viene nel nome del Signore! (Mc 11, 9).

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