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Le preghiere di intercessione sono veramente utili?

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Di everst - Shutterstock

Edifa - pubblicato il 07/02/20

“Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, prima che Gliele chiediate” (Mt 6, 8). A che cosa servono quindi le nostre preghiere di intercessione se Dio sa già tutto ciò di cui abbiamo bisogno?

di padre Alain Bandelier

È chiaro che la preghiera non è una sorta di “potere” che l’uomo può avere su Dio e non è recitare o inventare una formula magica che ci permetta di condizionare gli eventi secondo le nostre paure e i nostri desideri. Su questo punto, l’insegnamento di Cristo è chiaro e inequivocabile: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole ” (Mt 6, 7). Per quanto possa sembrare un controsenso paradossale, la preghiera non agisce su Dio, ma su di noi.

Per questo l’Apostolo ci esorta a pregare senza sosta (1 Ts 5, 17). Dobbiamo rivolgerci con perseveranza a Dio, aprirci alla Sua presenza, ascoltarLo, presentarGli la nostra vita, quella dei nostri fratelli ed unirci alla Sua volontà. Dietro ogni richiesta particolare, quindi, c’è una richiesta fondamentale, che è il nostro desiderio di Dio senza il quale frequentemente rischiamo di trovarci in una contraddizione che uccide la vita spirituale, aspettandoci da Dio ogni sorta di cose, un vero e proprio mercimonio, quando in fondo non ci aspettiamo nulla da Lui.

Dio è felice quando preghiamo

San Giovanni della Croce ci avverte dicendo che dobbiamo preferire il Dio dei doni ai doni di Dio e con lo stesso spirito, dobbiamo ascoltare le prime parole di Gesù nel quarto Vangelo: “Che cosa cercate? “Siamo ansiosamente alla ricerca di così tante cose, ma Egli stesso ci dà la risposta giusta: “Cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo 6, 33). In questo modo si fa luce sul giusto significato delle nostre “intenzioni” di preghiera.

Possiamo chiedere a Dio mille cose senza porci dei problemi, sia su questioni vitali che sui piccoli dettagli, a condizione che queste cose abbiano un rapporto diretto o indiretto con la Gloria di Dio. Come dice sant’Agostino alla fine della sua lettera a Proba sulla preghiera, “si può chiedere qualsiasi cosa, purché si adatti alle richieste del Padre Nostro”. In definitiva, la preghiera a cui Dio risponde è la preghiera stessa di Cristo, che diventa la nostra: “Sia fatta la Tua volontà!” Possiamo quindi tornare alla domanda iniziale: perché esprimere le nostre richieste, dato che il nostro Padre nostro nei Cieli, ancor prima che lo diciamo, sa di cosa hanno bisogno i Suoi figli e che vuole dare loro sempre il meglio?

Possiamo rispondere che questo Padre non è paternalista, non vuole salvarci senza di noi e ancor meno a nostro dispetto. Egli è felice quando la goccia d’acqua del nostro amore, del nostro impegno in generale nella preghiera, si aggiunge o meglio si unisce al potente effluvio di pura e perfetta preghiera sempre esaudita del Figlio Diletto. Quando preghiamo nel Suo Nome, lo Spirito intercede per noi secondo Dio.

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