Alcuni si sposano dopo qualche mese, altri aspettano diversi anni per finire la scuola, trovare un lavoro ed avere un buon salario. Ma dopo quanto tempo di fidanzamento bisogna sposarsi?di Alain Bandelier
Questa è una delle difficoltà dei nostri tempi. In passato, le persone passavano molto rapidamente dall’infanzia all’età adulta. Oggi questo passaggio è diventato più lungo: i tempi degli studi e la precarietà del primo lavoro fanno sì che molti giovani adulti impieghino molto tempo per diventare indipendenti, rendendo più difficile il raggiungimento della maturità. Ciò contribuisce in gran parte alle convivenze sempre più frequenti e prolungate allontanando così il momento del matrimonio.
Il fidanzamento non è solo un tempo di attesa
Alla domanda su quanto tempo debba durare il fidanzamento, se si risponde: “né troppo breve né troppo lungo” è prudente, ma non certo coraggioso. Quando le scadenze previste fanno un po’ paura, allora ecco che è meglio prolungare il tempo dell’amicizia piuttosto che impegnarsi troppo presto nel fidanzamento. Allo stesso tempo non si deve nemmeno escludere la possibilità che si possa fondare una famiglia prima dell’auspicata autonomia economica e professionale, ma questo solo a condizione che sia chiarito il rapporto con i genitori e il loro denaro, anche attraverso forme contrattuali e non nasca da un’immaturità che genera dipendenza.
Il fidanzamento è un tempo da vivere. Tra la vita da scapolo e la vita da sposo, c’è un necessario apprendistato di vita “insieme”. Coloro che si sono scelti a vicenda devono valutare tutto in questo tempo (in effetti ci sono molte cose che non avranno il tempo di capire). I fidanzati, rinviando la loro vita matrimoniale, si danno la possibilità di condividere d’ora in poi e progressivamente le altre cose della vita: la vita con gli amici, la vita familiare, sportiva, culturale, spirituale, ecclesiale, cosicché non sposeranno un “estraneo”.
Il fidanzamento, un tempo per parlare
Gli psicologi spiegano che la parola ‘fidanzamento’ nasce dalla parola ‘distanza’: l’assenza è silenziosa, ma lo è anche un abbraccio. Il distacco che i fidanzati scelgono di vivere è uno spazio di dialogo, che può essere una prova. L’esperienza dell’allontanamento involontario (un viaggio, un lavoro) lo conferma: è allora che si osa scrivere le cose che non si sono mai dette.
La preparazione al matrimonio è anche un’opportunità per parlare metodicamente dei vari aspetti della vita comune, come l’essere sposi e genitori. Lo status di fidanzati obbliga in particolare a parlare del futuro, mentre una volta entrati nella vita in comune si parlerà delle priorità del presente e delle sue necessità.
Un tempo per imparare a pregare insieme
È sempre enigmatico vedere quanti coniugi cristiani pregano più volentieri con i figli ed hanno difficoltà invece a pregare insieme tra loro. Ma non esiste comunità senza preghiera comunitaria: “coloro che erano venuti alla fede avevano un cuore solo e un’anima sola “(Atti 4, 32). Il fidanzamento è un tempo di grazia per stare insieme davanti al Signore, in segreto, nella liturgia o in un ritiro ed è anche il momento di osare condividere la Parola di Dio ed aprirsi alle ispirazioni dello Spirito Santo.
Ultimo, ma non meno importante, il fidanzamento è un tempo per imparare ad amare. Amare? Qualcuno si sorprenderà! La coppia di fidanzati che si astiene dall’amare è in errore. Nella visione contemporanea dell’amore, purtroppo confondiamo tutti i piani: affettività, sessualità, genitalità. Il tempo del fidanzamento ripristina e, al contrario, valorizza la gamma dei linguaggi dell’amore. Tra amicizia e coniugalità, c’è la tenerezza tipica delle coppie fidanzate. È importante, nel presente ed anche nel futuro, una vicinanza giusta e casta che darà luogo, nella coppia, ad un ampliamento delle espressioni del linguaggio del cuore e del corpo.