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Sei ossessionato/a che la persona che ami muoia? Ecco cosa fare

COUPLE

Samuel Peters- (CC BY-NC-ND 2.0)

Edifa - pubblicato il 31/12/19

"Finché morte non ci separi". I coniugi si fanno questa promessa il giorno del loro matrimonio, ma dopo ci pensano? Dobbiamo prepararci a questo inevitabile evento? E se sì, come fare senza rischiare di condizionare la felicità della vita coniugale?

di padre Denis Sonet

Un marito e una moglie devono porsi di fronte a questa realtà: un giorno la morte li separerà e non esiste un amore pienamente felice proprio a causa di questa spada di Damocle sospesa sopra ogni coppia.

La paura della morte può condizionare la felicità coniugale?

Le coppie più unite e felici sono spesso quelle che temono maggiormente di vedere la loro felicità crollare, mentre altre coppie non sono turbate più di tanto da questa prospettiva ineluttabile: che senso ha preoccuparsi per un futuro che non conosciamo? Non saremo già abbastanza afflitti quando sarà il momento? Ad ogni modo, avremo la grazia di stato… Viviamo dunque il presente, la morte non bussa ancora alla nostra porta! Un atteggiamento cha alcuni giudicheranno irresponsabile ed altri saggio, poiché vengono accettati i limiti della nostra condizione umana: la morte fa parte della vita.

Eppure, prima o poi, ogni coppia dovrà inevitabilmente confrontarsi con questa angoscia esistenziale. La morte improvvisa di un amico che lascia moglie e figli da soli o la malattia improvvisa di uno dei coniugi sono spesso dei richiami crudeli alla dura realtà. Qual è allora la vera saggezza? Vivere con la paura del futuro o coprirsi gli occhi e non guardare in faccia la realtà? Forse l’atteggiamento più intelligente e prudente è quello di prepararsi pian piano allo stato vedovile… Ma come riuscirci?

Non fare del tuo coniuge un idolo

È importante innanzitutto che entrambi si facciano questa domanda: il mio coniuge è il mio idolo? Cioè, è l’unico essere in cui ho messo tutta la mia ragione di vivere? Molti idoli hanno “i piedi fragili”: per quanto ammirevole e meraviglioso possa essere il vostro coniuge, non è comunque Dio. È inevitabilmente, anche lui un essere limitato, fallibile, vulnerabile, soggetto all’invecchiamento ed alla morte. Se da una parte è legittimo affidarsi, farsi forza col marito o con la moglie, è anche importante essere consapevoli che questa forza è limitata, e ricordarsi che la vera forza risiede solo in Dio, ed è verso di Lui che dobbiamo rivolgerci umilmente durante tutta la nostra vita di coppia.

Se Dio è veramente nella nostra vita, come canta il Salmista, allora il futuro perde la sua tragicità: “Mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mia rupe in cui mi rifugio” (Sal 18), “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché Tu sei con me” (Sal 23).

Il futuro non è solo morte, ma è anche resurrezione!

Dio non promette agli sposi cristiani che non sperimenteranno la sofferenza, la perdita di un figlio o una vedovanza precoce, ma ha promesso la Sua presenza in questi momenti difficili della nostra vita.

Allora non dobbiamo avere paura del futuro: la grazia ci precede sul nostro cammino ed essa ci svelerà che il Signore ha messo in noi delle ricchezze inaspettate, che solo le prove della vita possono talvolta sviluppare.

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