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Dei buoni riflessi per mettere fine alla gelosia tra i vostri figli

dispute frères et soeurs

© fotosparrow - Shutterstock

Edifa - pubblicato il 24/12/19

I fratelli che vanno d’accordo sono molto rari. Le relazioni tra fratelli e sorelle sono spesso ambivalenti e oscillano tra amore e “odio”, tra complicità e rifiuto. Ecco qualche consiglio per risolvere dei problemi di gelosia e competizione tra fratelli e sorelle.

Quando mi sono sposata, ero convinta che fosse possibile evitare le gelosie, facendo attenzione a non paragonare mai i figli e a non schierarsi mai per l’uno o per l’altro” ricorda Maria, madre di tre figli adolescenti di età ravvicinata. Pensavo che essendo equa e dicendo loro che li amavo allo stesso modo, i miei figli non sarebbero mai stati gelosi l’uno dell’altro. Quando hanno cominciato ad avere le prime crisi di gelosia, ho pensato che fosse tutta colpa mia. Ero sconcertata. Ero talmente triste che tentavo di reprimere la loro gelosia, impedendoli di esprimerla”. Suo marito, Giovanni, aggiunge: “Io invece non ero molto preoccupato di questi litigi a casa perché pensavo che poi, fuori casa, fossero solidali tra loro, ma sono rimasto molto deluso quando ho saputo che la realtà era tutt’altra”.

Madre di sei figli e nonna di molti nipoti, Elisabetta ha assistito ad innumerevoli scene di gelosia: “All’inizio, un bambino vuole avere l’amore dei suoi genitori esclusivamente per sé. Non è forse legittimo temere di essere meno amati, non è forse normale la paura di dover condividere l’amore dei genitori con un fratellino o una sorellina? Quando aspettavamo il nostro secondo figlio, ho percepito le apprensioni della nostra maggiore. Pensava che avrebbe speso meno tempo con noi, allora abbiamo raddoppiato le nostre attenzioni nei suoi confronti, ma questo non le ha impedito di dire qualche settimana dopo la nascita: “Mi sono divertita tanto con il bebè, ora però potete riportarlo in ospedale?”

Lasciate che il bambino esprima la sua gelosia

Il bambino geloso pensa che suo fratello o sua sorella siano migliori di lui. Incomincia allora a mettersi continuamente in competizione: vuole essere il migliore, colui che ha di più. Per sentirsi rassicurato vuole avere tutto dai suoi genitori: tutti i giocattoli, tutto lo spazio e soprattutto, tutto più degli altri. È un compito difficile quello dell’aiutare il bambino a gestire la paura dell’avere o dell’essere “meno”. La gelosia, spesso sottostimata o considerata come una sciocchezza, può avere degli effetti devastanti e rovinare il periodo dell’infanzia, così come quello dell’adolescenza. E se persiste, i rapporti tra fratelli e sorelle in età adulta non miglioreranno.

Lasciamo che esprimano la loro gelosia. Elisabetta e Marco hanno notato questo paradosso con i loro figli e nipoti: “Se i genitori vogliono che la gelosia tra fratelli e sorelle smetta di avvelenare la loro vita, non devono impedire che essa si manifesti”. I bambini soffrono (moralmente e talvolta fisicamente) sia della loro gelosia che delle loro incapacità di dominarla. E poiché non esiste la ricetta magica per evitare la gelosia, non ha senso cercare di negarla. Molti pensano che i figli che non litigano si vogliono bene, e i figli che litigano si odiano. Eppure abbiamo notato che se insistiamo sul fatto che non devono essere gelosi, finiscono col detestarsi; se invece li permettiamo di detestarsi, finiscono coll’amarsi.” Angelo, un nonno con molta esperienza, spiega: “Attraverso i litigi, i bambini si mettono alla prova; le loro personalità si scontrano, ma poi si possono riconciliare e amarsi ancora di più!”

Tuttavia il bambino, anche se sa di poter esprimere la sua gelosia, non sempre trova le parole per farlo. Se aiutiamo il bambino che prova gelosia ad esprimere ciò che sente, questi si sentirà compreso e potrà poco a poco prendere le distanze dal suo risentimento.

Non paragonate mai i bambini tra di loro

Fin dalla nascita, già nel reparto maternità, i paragoni piovono: “È più piccolo di sua sorella”, “Dorme meglio”… E quando i bambini sono più grandi: “Non rifai mai il letto… tua sorella, alla tua età, lo sapeva rifare già da tempo!”, “Tuo fratello è più pulito di te”… Sentendo questi commenti, il bambino geloso inizia a credere che il fratello sia più amato di lui, e comincia ad odiarlo. Qualsiasi complimento rivolto all’altro inizia ad essere percepito come un rimprovero nei propri confronti. Trovare il tempo per parlare con il bambino che si sente “sminuito”, aiuta quest’ultimo a liberarsi dei cattivi sentimenti causati da questi paragoni maldestri.

Gli psicologi mettono in guardia i genitori anche sui paragoni “positivi” che possono alimentare la gelosia (“Come leggi velocemente gli spartiti! Se tua sorella potesse leggerli come te”). Anche questi paragoni possono fare entrare in una dinamica di competizione. Il miglior atteggiamento resta quindi quello di descrivere la situazione così come la si vede: “Non hai rifatto il letto questa mattina, non è la prima volta che ti dimentichi. So che sei capace di farlo e conto su di te domani per rifarlo.” O al contrario: “Sono contenta che tu stia rifacendo il tuo letto”. È importante saper valorizzare il bambino, senza fare alcun riferimento ai fratelli e alle sorelle.

Dimostrate ai vostri figli che li amate così come sono

Valeria ha due figlie che hanno soltanto 16 mesi di differenza. Le tratta allo stesso modo, ma nonostante questo, si rende conto che c’è qualcosa che “non funziona”: le crisi di gelosia infatti sono all’ordine del giorno. In effetti, credere di voler agire esattamente allo stesso modo con entrambe le bambine è un’illusione e c’è di più: con questo atteggiamento si rischia di far aumentare la gelosia. Pensando “possiedo tanto come l’altro”, il bambino geloso pensa “sono come l’altro”. Non percepisce più di essere unico. È meglio quindi dare a ciascuno secondo i propri bisogni (che è la definizione di giustizia) piuttosto che volere l’uguaglianza a tutti i costi.

“Chi amate di più tra noi tre?”, quante volte Maria e Giovanni hanno sentito questa domanda. “Ovviamente abbiamo risposto che non abbiamo preferenze e che li amiamo tutti allo stesso modo. Ma questa risposta non li ha soddisfatti. Infatti, volevano semplicemente sentirsi dire che li amavamo tantissimo e ciascuno per quello che è, senza che si faccia sistematicamente riferimento ai fratelli e alle sorelle.”

Inoltre, i fratelli e le sorelle sono meno gelosi l’uno dell’altro se fanno delle attività distinte perché la distanza temporanea permette loro di rendersi conto di quanto ci tengono l’uno all’altro. Alcuni addirittura si scrivono e non vedono l’ora di raccontarsi ciò che hanno vissuto. I compleanni sono un’altra buona occasione per festeggiare il singolo bambino, se si evita di fare dei raggruppamenti maldestri… Anche i gemelli hanno il diritto ad avere ognuno la propria festa. Perché non fare una torta per ciascuno?

Evitate di etichettare

Abbiamo tutti assegnato dei ruoli ai nostri figli. Tuttavia questo influisce sul bambino e sulle sue relazioni con le persone che lo circondano. “Attribuisco dei ruoli diversi a ciascuno dei miei figli affinché ognuno si senta uno specialista in un ambito preciso”, dice Paolo. “Il mio primogenito è il matematico della famiglia, il secondo è l’artista, mentre l’ultima è una grande sportiva”. Questa è un’intenzione lodevole ma il rischio è che i bambini diventino prigionieri di un’immagine, e che non trovino e non sviluppino altri talenti.

Anche le differenze di sesso, se poco accettate, possono diventare un’altra fonte di gelosia, soprattutto se vengono attribuiti ruoli molto diversi a seconda che si sia maschi o femmine. O secondo l’ordine di nascita: “Ero l’ultima di cinque femmine quando poi finalmente, otto anni dopo la mia nascita, è nato il maschio che tutti si attendevano. Davanti alla grande gioia dei miei genitori, mi sono sentita detronizzata dal mio ruolo di bambina più piccola e mi sono vista svalutata in quanto femmina”, ricorda Elisabetta. “Così, sono diventata un vero maschiaccio e cercavo sempre di attirare l’attenzione dei miei genitori”.

Un’altra situazione pericolosa è quella del bambino malato, del bambino con un handicap. Anche in questo caso bisogna fare attenzione a non rinchiudere il bambino nella sua situazione e a non farne potare il peso ai fratelli e alle sorelle. Vedere un bambino con un handicap solo come malato rischia di far accrescere le eventuali difficoltà, e i fratelli e le sorelle possono diventare rapidamente gelosi di lui perché accentra tutto il tempo e l’attenzione dei genitori su di sé.

Aiutate il bambino geloso a trasformare il suo sguardo

I genitori possono contribuire a ridurre la frequenza o l’intensità delle crisi di gelosia sia grazie al loro atteggiamento che alle loro parole. Tuttavia, l’unico vero rimedio è quello di combattere la tristezza che il bambino geloso prova non appena vede che un’altra persona ha ciò che lui non ha, o è ciò che lui non è. Per potersi rallegrare del bene altrui, il bambino deve innanzitutto valorizzare sé stesso e capire che il successo degli altri fratelli non lo priva di nulla, infatti l’amore dei genitori non è come una torta da condividere.

Educare il cuore del bambino geloso richiede del tempo. Elisabetta ricorda dei momenti speciali che trascorreva con l’uno o l’altro dei suoi figli, al momento di andare a letto la sera. “Insieme, ripensavano ai momenti difficili della giornata. Cercavo di mostrare loro che la gelosia ci impedisce di essere felici. Loro esprimevano i loro timori e poi si addormentavano liberati e rasserenati.” Per aiutare i suoi figli a percepirsi in modo positivo, Anna ha sperimentato un metodo originale: “Mio marito ed io abbiamo riunito i nostri tre ragazzi (che hanno dagli 8 ai 14 anni) e nostra figlia di 6 anni, e mio marito ha chiesto loro di dire tre cose che amavano l’uno dell’altro. Se le risposte erano troppo vaghe, chiedevamo loro di essere più precisi. Per i più grandi, è stato bello scoprire come si apprezzavano nonostante tutti i loro battibecchi.”

Nessuna situazione è immutabile… Le relazioni tra fratelli e sorelle evolvono costantemente, e talvolta è proprio quando meno ce lo aspettiamo che la situazione si sblocca. Non dobbiamo dimenticare tuttavia la forza che procura il sacramento del perdono né l’aiuto prezioso della preghiera – quella dei bambini per i fratelli e le sorelle, e quella dei genitori per i loro figli.

Marie-Laure Semnont

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