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Pregare in famiglia è davvero indispensabile?

PRAYING

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Edifa - pubblicato il 10/12/19

Nonostante le numerose difficoltà, i genitori cercano sempre di pregare con i loro figli la sera, ma quando le cose diventano veramente complicate, si può tralasciare la preghiera familiare?

di Luc Adrian e Christine Ponsard

Questa sera, Maria è arrabbiata con i suoi figli, con suo marito, con sé stessa, anche con Dio che sembra non fare nulla per facilitare la preghiera della sera con tutta la famiglia. “Trascinano tutti i pedi, è per tutti una seccatura… sinceramente non capisco più a cosa serva”, confida questa madre di tre figli, scoraggiata. Dovremmo davvero insistere? La preghiera familiare è “obbligatoria”? Sì, perché una famiglia non può fare a meno di pregare.

Alcune famiglie sono chiamate a pregare più di altre, ma tutte le famiglie sono chiamate a pregare. Tuttavia fate attenzione a non ridurre la preghiera familiare alla preghiera serale, infatti ci possono essere molte altre azioni che possono dare un senso religioso alla vita quotidiana della famiglia, ad esempio la preghiera di benedizione prima dei pasti, la preghiera in macchina andando a scuola, il rispetto delle feste, il pranzo festivo della domenica, la preghiera al cimitero per le anime defunte della famiglia… Questa moltitudine di piccole attenzioni tiene viva la preghiera familiare.

Gli ostacoli che ci impediscono di pregare in famiglia

Al mattino, la solita corsa contro il tempo ci impedisce di raccoglierci tutti insieme in preghiera. Quindi la fede in famiglia si esprime più frequentemente durante la preghiera della sera, ma non è sempre facile, infatti lo stress, la stanchezza accumulata durante la giornata, la pesantezza dell’anima e le fatiche del corpo sono tutti fattori che possono complicare la preghiera. “I nostri adolescenti brontolano, i più piccoli si agitano o bisticciano tra di loro. Temo che questo tempo di preghiera faccia loro disgustare la preghiera stessa!” confida Isabella, madre di cinque figli.

Ci sono anche altri ostacoli più personali: un padre restìo all’idea di pregare tutti insieme, per modestia, tiepidezza o individualismo, uno dei due coniugi che non condivide la fede dell’altro o il suo modo di pregare; o ancora un adolescente che non volendo pregare minaccia di seminare discordia…

Evitiamo di litigare

Ad esempio, Luca, 14 anni, manifesta delle ostilità al momento della preghiera della sera: fa delle smorfie, sghignazza, rifiuta di parteciparvi. Quindi significa che rifiuta Dio, la preghiera o la preghiera familiare?

“Molti adolescenti si vergognano di pregare con i loro familiari. Tuttavia non voler partecipare alla preghiera in famiglia non significa necessariamente che rifiutano il Signore o la preghiera” osserva Elisabetta, madre di quattro figli. “La preghiera familiare deve essere un momento di pace e non un motivo di discordia o di “pressione”. Il nostro figlio maggiore decide sistematicamente di fare la doccia in quel momento lì, mio marito inizia a leggere le ultime notizie… pazienza! Arriverà forse il giorno in cui potremo pregare tutti insieme: nel frattempo, non dobbiamo litigare per questo perché sarebbe davvero un contro testimonianza.”

“È una preghiera povera… ma è la nostra”

Forse la preghiera della sera è una dolce utopia? No, se ci sono queste due condizioni: bisogna volerlo veramente e non desiderare l’impossibile. “La nostra ricerca del perfezionismo ha quasi ucciso la nostra preghiera” confida Giovanni, padre di famiglia. “Sognavamo di fare le cose in grande, ma riuscivamo a malapena a pregare tre minuti di seguito e così abbiamo rischiato di lasciar perdere tutto. Poi ci siamo detti “No, è una preghiera povera, ma è la nostra”. Credo che il Signore sia d’accordo: quel poco che possiamo fare, dobbiamo farlo. Nel Vangelo, il ragazzo della moltiplicazione dei pani aveva solo cinque pani e due pesci, ma li ha offerti…”

Enrico, padre di quattro figli, confida con un sorriso rassegnato: “Madre Teresa diceva che una famiglia che prega insieme rimane unita, ma per noi è vero il contrario. Quando preghiamo insieme, litighiamo! Così abbiamo deciso di mantenere solo la preghiera del sabato sera, in cui ci riuniamo per un momento di preghiera tutti insieme…”

La cosa importante è che ciascuno trovi il proprio ritmo

Dovremmo mantenere la preghiera quotidiana a qualsiasi costo? Le opinioni sono contrastanti. Alcuni insistono sulla fedeltà e la regolarità che considerano come una forza e che possono facilitare la preghiera. Altri tendono, spesso per necessità, a favorire tempi più lunghi e meno frequenti.

“L’importante è trovare il proprio ritmo”, diceva Georgette Blaquière, teologa e saggista cattolica francese. A volte è meglio pregare in famiglia solo due o tre volte alla settimana o la domenica. L’importante è vivere questo momento con verità, per il Signore, e consacrare questo tempo completamente a Lui. Troppo spesso ci fermiamo all’aspetto “pedagogico” della preghiera, cerchiamo di educare i nostri figli alla fede, confondendo l’obiettivo con le conseguenze.

Non trascuriamo la preghiera personale

L’ideale naturalmente è quello di abituare la famiglia alla vita cristiana, affinché i figli crescano in quest’atmosfera di fede e possano realizzare la loro vocazione alla preghiera. Ma questo è un ideale… L’urgenza vera è di ritrovare prima di tutto la preghiera personale.

Questa infatti è la vera fonte della preghiera familiare. Senza la preghiera personale, la preghiera familiare è troppo fragile e un giorno potrebbe venire meno. Infatti la preghiera familiare non sostituisce, né per i genitori né per i figli, il dialogo personale con Dio nel silenzio del proprio cuore, ma al contrario, lo introduce.

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