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I modi più efficaci per liberarci dalle tentazioni

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Edifa - pubblicato il 14/11/19
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Ogni giorno desideri, pensieri, automatismi e inclinazioni si manifestano in noi e provano a imporsi. Cerchiamo di combatterli come meglio possiamo, ma non sempre ci riusciamo. Siamo veramente capaci di resistere alle tentazioni? Esiste una ricetta miracolosa per sconfiggerle? di frate Alain Quilici

Scatti di violenza, raptus di gelosia, desideri sensuali, atteggiamenti egoistici… La lista di questi moti che abitano nel cuore dell’uomo è lunga, tanto che gli Antichi li paragonavano a dei cavalli imbizzarriti che corrono e trascinano la carrozza e i passeggeri in una corsa mortale. Chi potrebbe fermarli? L’eroe coraggioso che li insegue e si butta davanti a loro fermandoli esiste solo nei film. La realtà è tutta un’altra cosa, infatti delle passioni ci abitano e vogliono sopraffarci, e noi notiamo la minaccia che esse rappresentano e ci chiediamo se saremo mai in grado di dominarli: «È più forte di me! Non riuscirò mai a controllarmi!».

Le regole d’oro da seguire

Colui che scopre la manifestazione di queste forze oscure che abitano in lui, deve ricordarsi prima di tutto che non c’è nulla di strano: infatti capita ad ogni uomo e ancor di più a coloro che hanno delle esigenze di vita. Per esempio, tutti i santi sono stati sottoposti alla tentazione e hanno saputo resistere in maniera eroica. La padronanza di sé è l’obiettivo di ogni buona educazione. Colui che è “ben educato” non è tanto colui che rispetta esteriormente delle convenzioni sociali che è obbligato ad accettare, ma colui che ha imparato a controllare sé stesso (perché in effetti è qualcosa che si impara) e questa educazione comincia con il dire che non c’è nessuna forza dentro di noi che sia più forte di noi. I nostri appetiti, le nostre passioni, i nostri desideri non possono imporci la loro legge se noi non lo vogliamo.

Innanzitutto bisogna essere decisi a difendersi contro questi attacchi, che sono ancora più subdoli quando provengono dall’interno. Tuttavia per difendersi è necessario conoscersi, poiché non siamo tutti esposti ai medesimi peccati. Una persona sarà più tendente all’ira, un’altra alla sensualità, l’altra ancora alla suscettibilità o al rancore… Colui che si conosce bene sarà sempre il più forte. Per essere padroni di sé un’altra regola importante è quella di essere vigilanti: infatti chi lo è vede arrivare la pulsione o il desiderio che pian piano cerca d’imporsi e può reagire. Inoltre, bisogna sapere che se ci arrendiamo sin all’inizio avremo delle difficoltà a rimanere saldi fino alla fine e a non cedere. La persona vigilante suona il campanello d’allarme sin dall’inizio dell’attacco; se nota che la collera esplode in lui, saprà creare un diversivo per evitare l’attacco frontale, che è sempre la soluzione peggiore. Tuttavia non ditevi mai: «È più forte di me, non resisterò» perché non è vero: coloro che pensano così, si sono già arresi.

La forza della preghiera

È qui che la preghiera gioca un ruolo decisivo: non per chiedere al Signore d’agire miracolosamente in noi senza che noi facciamo nulla, questo significherebbe prendere in giro Lui e noi. Ma pregando ci mettiamo alla scuola del vero Pedagogo e gli chiediamo di aiutarci in questa lotta, soprattutto quando siamo arrivati al limite di ciò che possiamo sopportare ed affrontare. Ci sono delle battaglie che solo la forza di Dio può vincere. E Gesù non ci comanda forse di chiedere al Padre che la tentazione non ci sottometta mai?

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