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Come aiutare i bambini ad addormentarsi in pace?

CHILD SLEEPING
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Edifa - pubblicato il 13/11/19
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Insegnare ai nostri figli a ben dormire non è solo una questione di salute, è soprattutto una scuola di fiducia.

di Christine Ponsard

È vero che la qualità del sonno dipende in parte dal temperamento della persona, dalla costituzione fisica, dalla salute e dalle circostanze esterne, ma dipende anche dalla nostra capacità di abbandonarci e di fermarci per davvero. Dormire significa «avere il coraggio di non fare niente». Facile? Non così tanto.

Dormire, un modo per dire a Dio che gli vogliamo bene

Bisogna saper smettere di giocare o di studiare quando è ora di dormire, anche se si ha la sensazione di non aver ripassato abbastanza per la verifica di matematica o di storia. Imparare a dormire significa anche capire che c’è un tempo per ogni cosa. Quando arriva l’ora di andare a letto, il mio dovere, e quindi il mio modo di dire a Dio che gli voglio bene, è dormire. Dio in ogni momento si dona completamente a me e si aspetta che io agisca allo stesso modo. Quando m’invita ad andare a dormire, mi chiede di mettere tutto tra le Sue mani per potermi abbandonare veramente al sonno, proprio come un bimbo si abbandona totalmente tra le braccia della sua mamma.

Accettare di fermarsi e di mettere tutto tra le mani di qualcun Altro, richiede molta fiducia e questa fiducia si impara fin dalla più tenera età. Anche i più piccoli possono avere preoccupazioni ed ansie che li tengono svegli: la paura del buio o del temporale, la paura di un “mostro” nell’armadio, ecc. A queste si aggiungono, nel corso degli anni, i problemi legati alla scuola e alle difficoltà della vita e spetta a noi genitori sensibilizzare i bambini alla presenza di Colui che non ci lascia mai soli. È fondamentale che i bambini sappiano che a qualsiasi momento del giorno o della notte Dio è lì, li ama, veglia su di loro e li ascolta. Dio, ma anche la Vergine Maria, i santi e gli angeli che sono degli amici a cui possiamo affidare le nostre preoccupazioni, paure e domande…

Come non avere più difficoltà per dormire

Un oggetto può aiutare i più piccoli a ricordare questa presenza di Dio: una croce, una medaglia, un rosario… Alcuni genitori rifiutano di fare questo: «È pericoloso ridurre così la Fede a degli oggetti come se fossero dei porta-fortuna». Sono davvero delle superstizioni? No! Per capirlo è necessario paragonare questi oggetti al pupazzo del cuore che il bambino porta ovunque con sé perché gli ricorda l’odore della mamma. Se questo pupazzo aiuta il bambino ad addormentarsi perché gli evoca la tenerezza materna, perché allora un rosario o una croce non potrebbero evocargli allo stesso modo la tenerezza divina?

La qualità del sonno dipende in gran parte anche dai momenti che precedono il dormire. Alla fine della giornata bisogna evitare i giochi rumorosi e l’agitazione: è meglio sostituirli con delle attività più calme. Inoltre il silenzio permette ai più piccoli di dormire senza essere disturbati dalla musica o dalla televisione.

Non trascurate la preghiera della sera

C’è un altro punto importante: il perdono. Una nonna dava sempre questo consiglio ai suoi nipoti: «Non addormentatevi mai senza esservi dati prima un bacio» e sua nipote ricordando questo fatto dice: «Credo che la nonna ci ha evitato molte notti insonni, invitandoci al perdono». Quindi non bisognerebbe mai mettere i bambini a letto arrabbiati tra di loro.

Non bisogna neppure trascurare la preghiera della sera perché è questa che ci conduce al perdono, alla Misericordia di Dio, facendoci rimpiangere i nostri peccati ed è il Signore che ci dona la capacità di perdonare e di chiedere perdono. La preghiera della sera è anche la preghiera di Simeone: «Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito». Si può dire questa frase, o meglio ancora cantarla: la musica contribuisce a trovare la calma. Infine, non dimentichiamo che la qualità del sonno dei nostri figli dipende innanzitutto dalla nostra capacità di affidarli ogni sera tra le mani del Signore.

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