Ci sono molti modi per essere graditi agli altri, ma il migliore è usare i mezzi che sono graditi a Diodi fr. Alain Quilici
A tutti piace risultare graditi agli altri. Basta guardarsi intorno per vedere il gioco che tutti gli esseri viventi applicano gli uni con gli altri. È innegabile che nel cuore e nel comportamento dell’uomo ci sia una necessità di risultare gradito, come è attratto dalle cose e dalle persone che gli risultano gradite. Che fenomeno misterioso quello dell’attrazione e della repulsione!
In base a quale criterio, ad esempio, scegliete i vostri vestiti e le vostre scarpe? È solo la loro utilità che orienta la vostra scelta, o l’impressione che faranno? Quando li scegliamo, non pensiamo a quello che penseranno gli altri e se li apprezzeranno? Nulla influisce di più su di noi che non risultare graditi agli altri, e facciamo qualsiasi cosa per evitarlo.
Essere graditi sì, ma come?
L’uomo ama essere amato e apprezzato. Dà più importanza di quanto vuole ammettere alla sua necessità di risultare gradito. Non c’è niente di male, ma è onesto chiederci chi vogliamo compiacere e che metodi usiamo per farlo.
Come per la seduzione, ce ne sono molti tra cui scegliere. È il modo in cui vestiamo? La nostra conversazione? Il senso dell’umorismo? Il sorriso?
Cosa è gradito a Dio? Un cuore sincero
Questo solleva però una domanda: ci preoccupiamo di risultare graditi a Dio? E cosa Gli è gradito? Se riuscissi ad avere una buona idea di ciò che è gradito a Dio, vedrei sicuramente in maniera più chiara i modi più onesti e i metodi più corretti da usare per risultare gradito agli altri. Quello che è gradito a Dio, ci dicono le Scritture, non è l’apparenza, ma ciò che abbiamo nel cuore. È la qualità dell’uomo, la rettitudine di vita, la fedeltà alla parola data. Ciò che gli è gradito è il cuore sincero. Come dice il salmo, “Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde” (Salmo 34, 14).
A differenza dell’uomo, Dio non guarda ciò che è fugacemente gradito all’occhio ma non ha un vero valore. Non si basa sulle impressioni. Guarda il cuore dell’uomo. Ama le intenzioni sincere e la fedeltà alle nostre convinzioni. “Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti -; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (1 Pietro 3, 3-4). Non c’è niente di male nel voler risultare graditi agli altri, ma ci sono regole di comportamento positive e non. Alla fine, non dobbiamo cercare di far piacere agli altri se non in modi che risultano graditi a Dio. Dobbiamo dare meno importanza alle cose esteriori rispetto alle qualità del cuore. Dio vede quello che a prima vista è invisibile agli occhi, ed è questo che dovrebbe catturare l’attenzione delle persone che vogliamo compiacere.
Cercare di risultare graditi solo con il meglio che abbiamo
Dovremmo mettere tutta l’energia che impieghiamo per compiacere gli altri per compiacere Dio; i mezzi usati per risultare graditi a Dio sono adatti a compiacere gli uomini. Dobbiamo voler compiacere Dio che vede nel segreto quando chiudiamo la nostra porta per pregare. È l’obiettivo di chi si ritira nel deserto, dove non ha altro spettatore che Dio, né alcuno da compiacere se non Dio stesso. Andare nel deserto per compiacere Dio non è per tutti; è una vocazione riservata a pochi. Amare Dio con un amore esclusivo e fare di tutto per rendergli cosa gradita si applica però a tutti noi. Ogni cristiano, qualunque sia la sua vocazione, deve vivere con un’unica preoccupazione, quella di compiacere Dio, e deve regolare la propria esistenza in base a un unico imperativo: cercare di compiacere solo con il meglio di sé, cosa che si adatta sia agli uomini che a Dio.