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Zeffirelli e la “cospirazione spirituale” che lo ha portato a girare Gesù di Nazaret

JESUS OF NAZARETH
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Vidal Arranz - pubblicato il 28/02/23
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Centenario della nascita dell'autore dei due film cattolici più popolari. L'altro è “Fratello sole, sorella luna”, su San Francesco

Fino alla comparsa della serie The Chosen nel 2017, al regista Franco Zeffirelli spettava l'onore di aver ritratto il Cristo più umano, vicino e naturale, nella sua grande serie di sei ore Gesù di Nazaret, del 1977. 

Zeffirelli, di cui a febbraio cade il centenario della nascita, ha detto di aver resistito quanto aveva potuto prima di eseguire questo lavoro, probabilmente uno dei primi casi di una serie girata con ambizioni cinematografiche, il che spiega anche il fatto che il regista la vedesse come un lungo film.

“In me c'era probabilmente una sorta di paura, il rifiuto dello sforzo spirituale e delle responsabilità che imponeva un film su Gesù”, ha riconosciuto in un libro sul film Zeffirelli, autore anche di un altro dei film più popolari del cinema cattolico, Fratello sole, sorella luna, su San Francesco d'Assisi.

Varie circostanze si sono però combinate per convincere Zeffirelli a dire “Sì” all'offerta che gli era stata presentata nel 1973 e che ha visto la luce solo quattro anni dopo, nel 1977. 

Il produttore Vincenzo Labella, uno dei promotori del progetto, non ha esitato a fare appello alla sua responsabilità come cattolico in tempi difficili per orientare la sua volontà.

“In un momento di crisi generalizzata nel mondo occidentale che influisce su tutti i valori tradizionali e tutti gli ideali, il film potrà forse ricordare agli uomini quanto stanno perdendo in modo sciocco e meschino”, ha detto Labella a Zeffirelli secondo quanto ha ricordato quest'ultimo.

“Queste parole mi hanno lasciato un segno profondo e mi hanno infuso, forse in modo superstizioso, una sorta di senso di responsabilità morale”, confessava il regista. “Se avessi rifiutato la proposta, mi si sarebbe forse aperto un avvenire sfortunato”.

L'aspetto curioso è che è sembrato come se il mondo cospirasse per privare Zeffirelli delle sue argomentazioni. La sua versione de La signora delle camelie con Liza Minnelli si è vista frustrata, e qualcosa di simile è accaduto ad altri progetti, per cui non poteva più addurre come scusa l'esistenza di altri lavori o incarichi.

L'elemento decisivo per convincersi, però, è stata la possibilità di sviluppare la storia di Gesù in sei ore, perché la durata cinematografica abituale di un film, tra i 90 e i 120 minuti, era ben poco per raccontare tutta la storia di Cristo.

“È stato proprio questo che ha finito per convincermi: la possibilità di realizzare, grazie alle lunghe sei ore di televisione, una grande iniziativa che risultasse utile a tutti, a credenti e non credenti”.

In un'altra occasione ha dichiarato: “Se un solo fotogramma riesce a scuotere qualcuno, a risvegliare in lui l'eco del messaggio divino che tutti portiamo dentro, non solo sarebbero giustificati tutti i sacrifici che abbiamo fatto, ma avrà dato un senso a tutta la mia vita”.

Il regista parlava anche del laborioso processo che lo aveva portato a scegliere i set su cui ricreare le vicende della vita di Gesù. La moschea ismaelita di Tulum, nel cuore del Cairo, modellata sulla struttura del Tempio di Gerusalemme, è servita da riferimento per la ricostruzione del Tempio nella serie.

Per caso aveva trovato il riferimento delle rovine di Volubillis, e recandosi lì si era imbattuto in un prato verde simile al paesaggio della Galilea e in un villaggio marocchino, Fertassa, che sarebbe diventata la Nazaret della pellicola. “Il villaggio è davvero poverissimo, ma i suoi abitanti sembrano felici”, indicava.

In Marocco aveva ambientato anche tutta la parte dei Magi, le scene con Erode e molte delle grandi prediche di Gesù, come il discorso della montagna.

In Tunisia, a Monastir, ha ricostruito il Tempio. Al termine delle riprese, il Governo tunisino ha deciso di mantenere le strutture costruite per il film, diventate un'attrazione turistica.

Un'idea costante nel suo libro sulla serie di Gesù è che il film è stato, in qualche modo, il risultato di una cospirazione spirituale, sia all'origine che nello sviluppo.

Molte frasi che puntano in questa direzione, come “Da quando, finalmente convinto, mi sono messo a lavorare al film, la mia vita è stata una successione di esperienze felici. Innanzitutto, come ho già detto, la riscoperta del Vangelo, occasione unica per tutti, soprattutto in età matura”.

Al film ha partecipato una folla di star che ha chiesto un compenso neanche remotamente conforme al proprio stipendio abituale. Il primo a farsi avanti, e che ha aperto la strada ad altri, è stato Laurence Olivier, che avrebbe interpretato Nicodemo. Si sono poi aggiunti Anne Bancroft come Maria Maddalena, Rod Steiger come Pilato, Anthony Quinn come Caifa, Claudia Cardinale come l'adultera, Michael York nei panni di Giovanni Battista, Peter Ustinov in quelli di Erode, James Mason come Giuseppe di Arimatea... La Vergine Maria sarebbe stata Olivia Hussey, che qualche anno prima era stata Giulietta nella sua rivisitazione dell'opera di Shakespeare, e Gesù è stato interpretato da Robert Powell.

Powell, che viveva con la sua partner in concubinato e che ha accettato di sposarsi per evitare problemi con la Chiesa, è un Gesù sorprendente, piaciuto a critica e pubblico. Zeffirelli ha fatto risplendere il lato umano, non svalutando in alcun modo al contempo la dimensione divina.

Nel suo libro si raccolgono riflessioni storiche sulla società e l'epoca di Gesù, ma anche teologiche e morali. E così, ad esempio, il regista si lamenta di come tutti, “ma soprattutto i giovani, che sono i più vulnerabili”, si ubriachino di consumismo e “tradiamo il nostro destino più alto”, nascondendosi dalla paura della morte dietro cose e beni materiali.  

In questo contesto, ricorda l'episodio dell'incontro di Gesù con il giovane ricco, che invita a rinunciare alle sue ricchezze. “Su questo passo si fonda di solito l'equivoco marxista di un Gesù socializzante”, spiega Franco Zeffirelli, che offre la sua interpretazione: “Credo che Gesù volesse farci capire qualcosa di più importante: tutto ciò che ci tiene legati alla terra ci allontana da Dio”.

“Giuda lo vedo chiaramente in un certo giornalismo di oggi, lo scopro in tante rivoluzioni: è quel tipo intransigente, sicuro di sé, capace di intrigare pur di portare avanti un'idea sbagliata”, spiegava il regista.

“Lo vedo sempre dove c'è stata e c'è la manipolazione dell'intellettuale dei fatti politici, ideologici e informativi, e mi sembra che, attraverso Giuda, Gesù ci abbia mostrato questo sottile e gravissimo tipo di errore dello spirito umano, questa singolare condanna dell'intelligenza. Siamo circondati da Giuda, tutti condannati ad impiccarsi, prima o poi, all'albero del loro orgoglio”.

La sceneggiatura iniziale del film è stata affidata al romanziere Anthony Burguess, che si è dedicato totalmente al compito, ma alla fine il suo testo non è stato quello definitivo, perché non era abbastanza fedele alle vere parole pronunciate da Gesù. 

“Avendolo amato troppo, avendolo fatto troppo suo, Burguess finiva per distruggere la statura carismatica misteriosa e soprannaturale che per me era la struttura fondamentale del personaggio di Gesù”, aggiungeva Zeffirelli nel suo libro di ricordi sul film.

La serie Gesù di Nazaret è probabilmente una delle opere principali del regista, il cui percorso è stato però molto più ampio, includendo teatro e perfino opera, genere del quale era appassionato.

Zeffirelli non nascondeva la sua omosessualità, anche se non la sbandierava, il che lo collocava in una situazione scomoda all'interno della Chiesa. Nulla di tutto ciò gli ha tuttavia impedito di essere ricevuto in udienza privata da Papa Paolo VI, che si è congratulato con lui per il suo “Gesù”.

Due i grandi amori della sua vita, a cominicare dalla cantante d'opera Maria Callas, incontrata per la prima volta a New York e alla quale ha dedicato il suo ultimo lavoro, Callas forever, con Fanny Ardant come protagonista. 

ZEFFIRELLI

Ha poi mantenuto una relazione stabile per anni con il celebre regista Luchino Visconti, autore di opere come Morte a Venezia o Il Gattopardo, e di cui è stato aiutante in tre delle sue opere più note: La terra trema, Bellissima e Senso. Prima di dirigere le proprie pellicole, è stato aiutante anche di altri famosi registi, come Michelangelo Antonioni o Roberto Rossellini.


Tra le sue opere spiccano anche due film che hanno riscosso grande successo: Il Campione e Amore senza fine, oltre a un adattamento de La bisbetica domata di Shakespeare, con Elizabeth Taylor e Richard Burton come protagonisti, e un abbagliante Amleto con Mel Gibson.