Gesù e gli apostoli Giacomo, Pietro e Giovanni: sono tutti citati in quello che, secondo alcuni studiosi, è il più antico documento esistente in cui si parla del Cristo. Sono alcune tavolette di metallo unite con degli anelli, un libretto scritto con un codice particolare che sarebbe stato tradotto, come riportava il Daily Mail.
La scoperta in Giordania
La scoperta in realtà risale al 2008, quando un beduino ritrovò questo manufatto in una vallata dell'attuale Giordania, che secondo gli esperti corrisponde al territorio in cui si rifugiarono i cristiani di Gerusalemme dopo la distruzione della città nel 70 dopo Cristo.
Dopo essere stato comprato da un beduino israeliano e portato illegalmente in Israele sono state restituite alla Giordania che le conserva al Dipartimento delle antichità. Precedenti studi si sono rivelati includenti fino a oggi, quando esami specializzati hanno datato le tavolette a duemila anni fa, il periodo storico in cui Gesù esercitava il suo ministero (Il Sussidiario).
Il primo insegnamento
La particolarità di queste tavolette è che spiegano non rivelazioni fantasiose come il matrimonio di Gesù, ma la prima conferma storica del suo insegnamento.
Gesù, più che fondare una nuova religione, il cristianesimo, avrebbe fatto parte di una setta risalente ai tempi del Re Davide (X° secolo a.c.), che pregava nel Tempio di Salomone (Davide era il padre di Salomone ndr) e credeva in un Dio sia maschio che femmina, secondo antiche tradizioni ebraiche, cosa che avrebbe dato vita alla concezione cristiana dello Spirito Santo.
Il tempio di Salomone
Il centro della cristianità e il luogo della sua nascita sarebbe stato, dunque, il Tempio di Salomone, luogo scelto da Gesù per rinnovare l'alleanza con Dio e in questo modo, sottolinea Il Sussidiario.net, si spiegherebbe l'ira di Gesù contro i mercanti del tempio come raccontata nei vangeli:
Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri" (Matteo 21, 13).
Stelle a otto punte
L'analisi delle tavolette, inoltre, avrebbe confermato che il linguaggio dei codici inciso è paleo-ebraico, e la presenza di alcune stelle a otto punte è intesa come un simbolo della venuta del Messia e la citazione del nome di Gesù.