Entrare in una setta è molto più semplice di quello che si può pensare: l’inganno, il gusto di provare qualcosa di nuovo, sono ingredienti che hanno condotto due giovani, Giusy e Mario, ad aderire a questi progetti del diavolo. Le loro storie possono essere comuni a molti giovani. Le riporta Alberto Castaldini nel libro “L’adesione diabolica” (Sugarco).
Giusy e le false promesse
In età giovanissima Giusy fece il suo ingresso in un’organizzazione pseudo-religiosa, dove militò per anni. Così ha descritto la sua esperienza: «L’organizzazione di cui ho fatto parte, non unica nel suo genere, ti promette di fare qualcosa di grande, cioè fare di te una persona indipendente e autonoma, senza deviazioni mentali, e capace di autocontrollare la mente e il corpo. Ho fatto un lungo e faticoso percorso nell’organizzazione, arrivando a possedere poteri che a torto si ritiene siano propri della natura umana, ma che in verità sono medianici, ossia poteri che vengono dal diavolo».
Immagini mentali perverse
La persona, da sveglia, prosegue Giusy, «comincia a vedere con i propri occhi immagini mentali senza ipnosi o droghe, che la convincono essere ricordi di una vita remota e/o di vite passate. Comincia anche ad avere fenomeni di telepatia, possibilità di leggere il pensiero altrui, sviluppo del cosiddetto sesto senso e altro ancora, cose tutte che inebriano di un senso di onnipotenza gratificante. [...] Oggi sono certa che era una forza demoniaca a darmi tutto quel potere, a controllare la mia mente e a farmi controllare quella altrui».
La voce del demonio
Un demonio alleato «mi affiancava, parlandomi nella testa sottovoce e mi faceva credere che era la mia consapevolezza a sapere percepire e vedere; e più ci credevo, più mi dava potere e più lui controllava me e la mia vita, rendendomi un soldato perfetto, un angelo di morte. [...] Questi percorsi, poi, tendenti ad acquisire poteri e a inebriare di un senso di onnipotenza, sono dei percorsi pericolosi come ho potuto verificare sulla mia pelle, più precisamente sono come delle finestre aperte che possono consentire al diavolo di entrare nella sfera della propria vita con una sua azione straordinaria. È quello che accadde a me».
Mario e la prima volta nella setta
All’epoca della vicenda, nel 2014, Mario era un giovane poco più che ventenne. Così ha raccontato la sua iniziale adesione che lo ha progressivamente esposto all’azione diabolica straordinaria, fino alla possessione: «Io ho fatto un “giochino” in mezzo ad adulti, che facevano parte di una setta satanica. Una sera ero con un mio amico di nome Angelo. Dopo aver fatto una passeggiata, egli mi propose di andare in un luogo della zona di Cefalù, in provincia di Palermo, dove, proprio quella notte, una setta satanica si riuniva.
“Vidi cose che non avrei dovuto vedere”
«La cosa mi incuriosì - afferma Mario - e accettai l’invito, inconsapevole a cosa stavo andando incontro. Arrivammo nel luogo dell’incontro e Angelo mi presentò al capo della setta, il quale ci spiegò cosa dovevamo fare e, soprattutto, cosa durante il rito avremmo dovuto chiedere. Entrammo e ci trovammo in una piccola stanza semibuia e lì vidi cose che non avrei dovuto vedere. […]».
Repulsione per il sacro
Da quella sera la vita di Mario diventò un inferno: «bestemmiavo da mattina a sera, sentivo voci che mi spingevano al suicidio e all’omicidio, desideravo continuamente fare sesso sfrenato [...] provavo repulsione per il“sacro”».
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