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L’adolescente che ha sacrificato la sua vita per i bambini non nati

Anna Maria Zelíková
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Anna Gębalska-Berekets - pubblicato il 27/02/23
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Il volto di Anna si è illuminato con uno splendido sorriso. “Quanto è bello, non mi scambierei con nessuno”, ha sussurrato. Ha tenuto con forza il crocifisso tra le mani e lo ha baciato. Poi è morta ad appena 17 anni

“La vera bellezza si nasconde nella fedeltà nelle piccole cose”, ha scritto Anna Zelíková sul suo diario. L'adolescente ha offerto la sua sofferenza per i bambini morti in seguito all'aborto.

La vita di Anna Zelíková assomiglia a quella di Santa Teresa del Bambin Gesù. Entrambe hanno condotto fin dalla tenera età una profonda vita spirituale, si sono interessate alla saggezza carmelitana e hanno confidato totalmente in Dio.

Quello che sappiamo su Anna deriva dai suoi scritti – diario, registri di esercizi spirituali e lettere.

Era nata il 19 luglio 1924 in quella che oggi è la Repubblica Ceca, ed era cresciuta in una famiglia credente in cui si coltivavano le tradizioni religiose.

Anna voleva dedicare la sua vita a Dio.

Dopo aver ricevuto la Prima Comunione il 25 maggio 1933, assisteva alla Messa tutti i giorni.

Ha poi cercato ispirazione per la sua vita spirituale nell'autobiografia di Santa Teresa di Lisieux. 

A 13 anni aveva deciso di diventare monaca carmelitana, ma il momento più importante della sua vita doveva ancora arrivare.

La sofferenza come espiazione per i peccati dell'aborto

Un giorno, Anna si è resa conto del tentativo di privare della vita i bambini non nati in Cecoslovacchia, e ha deciso di offrire le sue sofferenze come espiazione per i peccati dell'aborto.

Il 15 aprile 1938, Venerdì Santo, ha offerto il suo sacrificio davanti al Santissimo Sacramento. Presto si è ammalata di tubercolosi.

Ha sofferto per questa malattia per vari anni. Per la sua salute debole, non ha potuto entrare nel convento carmelitano, ma ha ricevuto il permesso dalle autorità ecclesiastiche di diventare carmelitana del Terz'Ordine. Ha pronunciato i voti religiosi il 10 settembre 1941.

La bellezza dietro la fedeltà nelle piccole cose

Sul suo diario ha scritto:

“La vera bellezza si nasconde nella fedeltà alle piccole cose. Ho sempre voluto realizzare atti d'amore grandi ed eroici, ma quando ho visto che non ci riuscivo mi sono rattristata. Ora trovo un grande eroismo nelle piccole cose, di modo che non provo più la minima pena al pensiero di poter fare qualcosa o meno”.

Anna voleva essere unita a Gesù e avere un rapporto personale con Lui.

“Caro Gesù, il mio amore per te sia sempre più grande, e questo amore mi faccia dimenticare completamente di me stessa. Tutto, che sia tristezza o gioia, proviene dal Tuo amore. Lascia che tutto quello che sono e tutto quello che ho Ti intoni un canto di lode”.

Negli ultimi giorni prima di morire ha annotato sul suo diario:

“Soffro con una pace molto profonda, anche se non c'è un solo raggio di luce. Gesù ha acconsentito alla richiesta che Gli ho presentato in una delle mie preghiere. Mi lascia nella completa oscurità senza consolazione, ma sono così sicura del Suo amore! Sono tranquilla perché Gesù lo vuole. Più amo Gesù, più mi sembra che sia lontano da me”.

Apostola del sorriso e candidata agli altari

Anna voleva dare a tutti la gioia di vivere e la pace, e per questo ha scelto l'“apostolato del sorriso”.

“Voglio sorridere fino al mio ultimo respiro. Tutto quello che posso dare a Dio ora è un battito e un sorriso. Non mi restano che amore e fiducia”.

Verso le cinque del mattino dell'11 settembre 1941, il volto di Anna si è illuminato con uno splendido sorriso. “Quanto è bello, non mi scambierei con nessuno”, ha sussurrato. L'adolescente ha sostenuto il crocifisso con le mani e lo ha baciato.

Quando la campana della torre della chiesa ha iniziato a suonare le 12, la testa di Anna è ricaduta senza forze sul cuscino. Aveva appena 17 anni.

Le monache carmelitane, prima di deporre il suo corpo nella bara, l'hanno vestita di bianco e le hanno ornato la testa con una corona di alloro. Le hanno messo un mazzo di rose ai piedi e il suo amato rosario e la croce tra le mani.

Sul suo cuore c'erano un'immagine della Prima Comunione, lo scapolare carmelitano marrone e la regola del terz'ordine carmelitano.

Fino alla caduta del regime comunista non è stato possibile avviare l'iter di beatificazione. La fase diocesana si è conclusa nel dicembre 1995. Ora la causa si trova nella fase romana.

Fonti: ado.cz; karmel.pl; marcha.info; katyd.cz; stswithuns.org.uk.