Cosa ama fare un bambino di dieci anni? I videogiochi sono sicuramente uno dei passatempi preferiti. Un bambino brasiliano ha unito questa fonte di divertimento a un'altra passione: la fede cattolica.
Rafael Gaborin Faria, detto “Rafinha”, ha 10 anni e si interessa di religione fin da piccolo. Amava fare ricerche sulla vita dei santi e sognava di conoscere tutte le chiese del mondo. Devoto alla Madonna, giocava a realizzare l'incoronazione di Maria in casa, fino a quando, un giorno, ha deciso di portare questa sua devozione su Minecraft, il videogioco in cui è possibile conquistare risorse per costruire cose, come case ed edifici, garantendo così la sopravvivenza.
Rafinha ha iniziato a costruire virtualmente la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Atibaia, la città dell'interno dello Stato di San Paolo in cui vive. Ci sono voluti due mesi di lavoro (e ovviamente di divertimento!), e il risultato è stato incredibile. Lo scenario virtuale è davvero molto simile a quello fisico.
Il bambino ha costruito anche il Santuario Nazionale di Aparecida, e anche in questo caso altare, croce e nicchia per la patrona del Brasile hanno acquisito tratti molto realistici.
“Vedevamo che voleva sempre usare i videogiochi un po' di più di quello che gli permettevamo. Come genitori, però, lo accompagniamo sempre, e sapevamo che stava facendo una cosa buiona”, ha affermato la mamma, Perla Gaborin Faria, receptionist.
Videogiochi ed evangelizzazione
In questi templi costruiti virtualmente, il bambino ha trovato un'opportunità per evangelizzare. Nella sua routine quotidiana, infatti, riserva un momento per scoprire quale sia il Vangelo del giorno. Legge poi il testo biblico e registra l'audio, postando il video prodotto sul suo canale di YouTube. È come se si stesse in parrocchia o nel santuario ascoltando la liturgia quotidiana.
Quello che è iniziato come un gioco senza grandi pretese è poi diventato un grande successo su Internet.
Dopo che uno dei video con il Vangelo del giorno è stato ripostato da un gruppo su Facebook, il canale di Rafinha è passato da 66 a 10.000 iscritti in un solo giorno. “Mi sono molto emozionato, perché non avrei mai pensato che il canale arrivasse così lontano”, ha confessato il bambino.
“Ho iniziato a ricevere una marea di messaggi sul cellulare, e ho pensato che avesse fatto qualche errore sul canale. Ho capito quello che era successo solo quando un amico ci ha detto che stavano commentando il canale di Rafinha. Siamo andati a vedere e c'erano molte visualizzazioni e arrivavano continuamente nuovi iscritti”, ha detto la mamma.
Da quel momento il canale di evangelizzazione non ha smesso di crescere. Oggi ha 68.000 iscritti che accompagnano quotidianamente il contenuto religioso prodotto. Uno dei video ha portato la Parola di Dio a più di 103.000 persone.
Un successo su Internet e anche tra gli amici. Miguel Ramos, uno dei compagni di Rafinha, non nasconde l'orgoglio che prova per il fatto di essere suo amico, e ha guidato la campagna perché il canale arrivasse a 100.000 iscritti. “Quello di Rafa è un lavoro molto importante. Per questo la gente diffonde i video su WhatsApp e chiede alla gente di condividerli e di iscriversi al canale”, afferma.
Per la mamma di Rafinha, l'iniziativa del bambino è una vera missione: “Vedevo sempre che Rafa aveva un interesse per le cose di Dio diverso da quello degli altri bambini. Pensavo che avesse una missione in questo campo, e Dio ha mostrato a poco a poco che la sua missione è evangelizzare”.
Le sfide della missione
Come ogni missionario, anche Rafinha trova delle difficoltà. Soffre di rinite, e spesso la voce non lo aiuta durante le registrazioni. Oltre a questo, il bambino non ha gli strumenti idonei per produrre i video. È tutto fatto in modo improvvisato, perché la famiglia non ha un computer in casa. Rafinha costruisce il suo materiale di evangelizzazione su un vecchio apparecchio di videogiochi che suo padre ha comprato di seconda mano, e poi posta i video su un cellulare non di ultima generazione. La cuffia con microfono è stata un regalo di un iscritto al canale che lamentava la scarsa qualità dell'audio.
Nonostante gli ostacoli, Rafinha non desiste. “Ho questo impegno con gli iscritti, e mi piace fare quello che faccio. Malgrado le difficoltà, e anche se i video hanno una bassa visualizzazione, non smetto mai di postarli”, dice il bambino.
“Gli dico sempre che le cose che facciamo per Dio vanno fatte con amore e bene, le difficoltà non contano, e lui segue queste indicazioni”, dice la mamma. “Gli chiediamo di ridurre il ritmo di produzione dei video per non sovraccaricarlo, ma vuole realizzarli tutti i giorni”.
Porte di verità e di fede
Rafinha non era ancora nato quando Papa Benedetto XVI ha esortato i cristiani a trasformare le reti sociali e l'ambiente digitale in spazi di evangelizzazione, in “porte di verità e di fede”.
L'iniziativa evangelizzatrice di questo piccolo brasiliano è in perfetta sinergia con questa chiamata, diventata una necessità e una grande sfida. E Rafinha lo sa bene:
“Quello che faccio è molto importante perché l'evangelizzazione aumenta il numero di persone che credono in Dio. Per questo, dico sempre agli iscritti di non smettere mai di condividere il contenuto del mio canale e anche di altri, perché sono cattolico ma rispetto tutte le religioni”.