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Santi che ci aiutano ad amare il nostro corpo

SAINTS

Public Domain

Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 24/02/23

La santità non è fuori dalla nostra portata portata solo perché non coincidiamo con le immagini dei santi sulle vetrate

A volte le voci che ci circondano sussurrano soprattutto ciò che non va in noi, tutte le risoluzioni che dobbiamo prendere e – soprattutto – tutti i progetti di dieta e di esercizio in cui dobbiamo impegnarci.

Visto che l’ossessione della nostra cultura per le dimensioni del corpo esige nuovamente la magrezza, è tuttavia utile ricordare che essere magri non vuol dire essere più santi.

Uno degli insegnamenti fondamentali del cristianesimo è che il nostro corpo è positivo: Dio stesso ha deciso di assumere un corpo, e non solo per qualche anno mentre camminava sulla Terra. È salito al cielo con quel corpo risorto, e lì, con un corpo molto umano, siede alla destra del Padre nei secoli dei secoli.

I corpi, come sappiamo, hanno ogni tipo di forme e dimensioni; sono dotati di qualsiasi tipo di capacità e lottano con problemi di ogni genere. E sono tutti positivi.

Anche se le immagini dei santi li mostrano in genere tutti con un fisico asciutto, sappiamo che molti erano ben diversi.

Ci sono stati parecchi santi “corpulenti” negli ultimi anni, il che significa che ce ne sono ancor di più nel passato lontano, le cui dimensioni si sono perse nella storia.

La comunione dei santi non è costituita da un milione di persone magre tra cui spicca San Tommaso d’Aquino come un pesce fuor d’acqua. La comunione dei santi vale sia per i magri che per i corpulenti!

Qualunque siano le nostre dimensioni, disabilità o malattie croniche, il nostro corpo è positivo.

Odiarlo non è utile per servire il Regno o conformare il nostro cuore a Cristo, come ci ricordano i santi dalla corporatura più massiccia.

Le dimensioni del corpo non sono una prova di peccaminosità, insufficienza, virtù o moderazione. La santità non è fuori dalla nostra portata solo perché non coincidiamo con le immagini raffigurate nelle vetrate.

Ecco qualche esempio di santi non proprio magri.

Sant’Olaf II (995-1030)

Noto anche come “Sant’Olaf il Grosso”, era il figlio del re di Norvegia, un pirata vichingo convertito al cristianesimo. Quando divenne re, portò i missionari in Norvegia, ma un popolo che non era interessato a convertirsi lo costrinse ad andare in esilio. Il re Olaf tornò con un esercito e morì in battaglia. È considerato martire perché venne assassinato per i suoi tentativi di evangelizzare il suo popolo.

Beato Isnardo da Chiampo (+1244)

È stato uno dei primi frati domenicani, un uomo la cui vita di estremo ascetismo non ha ridotto le dimensioni del suo corpo. Predicatore di talento, spesso tollerava di essere ridicolizzato mentre predicava perché la gente lo derideva per le sue dimensioni (dimostrando che il body shaming non è un’invenzione moderna). La virtù di Isnardo era però ben nota, e continuò ad avere successo come priore domenicano e predicatore contro le eresie.

San Tommaso d’Aquino (1225-1274)

È il più noto tra i santi “massicci”. Noto come il “bue muto” per il suo silenzio abituale e la sua corpulenza, fuggì dalla prestigiosa vocazione benedettina organizzata dalla sua famiglia per diventare uno dei più grandi pensatori dell’ordine domenicano di tutti i tempi. I racconti contemporanei lo definiscono “grande e pesante”, e “molto grosso”, anche se la storia per cui fece tagliare un foro nella tavola per farci entrare la pancia potrebbe essere del tutto leggendaria. Quale misericordia per tutta la Chiesa che Tommaso non si sia preoccupato delle opinioni di nessuno e abbia trascorso il suo tempo in preghiera e studio anziché passare la vita perseguendo la magrezza!

Beata Francesca di Paola di Gesù (1810-1895)

Nata schiava in Brasile, venne liberata a 10 anni. Divenne filantropa, finanziandosi solo con la sua mendicità, e una delle voci più rispettate della regione, anche se non imparò mai a leggere.

Beata Maria della Passione de Chappotin (1839-1904)

È stata la fondatrice francese delle Suore Missionarie di Maria. Sopportò sospetti e opposizione nella sua vita religiosa, dentro e fuori il suo nuovo ordine, ma perseverò nella sua guida di un ordine di donne dedite al lavoro missionario.

San Raffaele Guizar y Valencia (1878-1938)

È stato un sacerdote clandestino in Messico durante la Rivoluzione messicana e poi un vescovo così coraggioso che quando ha sentito che il governatore aveva messo una taglia sulla sua testa ha attraversato la città per dire al governatore di ucciderlo lui stesso. Colpito e probabilmente intimidito, il governatore fece poi pace col vescovo.

Santa Laura Montoya (1874-1949)

Ha trascorso l’infanzia sentendosi abbandonata e senza amore in Colombia, fondando poi un ordine religioso per servire i nativi disprezzati che vivevano nel deserto colombiano, nonostante l’opposizione dei razzisti nella Chiesa e di chi pensava che le donne non dovessero dedicarsi al lavoro missionario.

San Giovanni XXIII (1881-1963)

Era cresciuto in povertà e ha lavorato come nunzio in Turchia prima di essere eletto Papa. Poco dopo la sua elezione, ha sentito una donna dire “Dio mio, è così grosso!”, al che ha risposto con calma: “Signora, il santo conclave non è esattamente un concorso di bellezza!” Papa Giovanni era famoso per il suo senso dell’umorismo e la sua gentilezza. Anche se si pensava a lui solo come a un Papa di transizione, ha sorpreso il mondo convocando il Concilio Vaticano II.

Serva di Dio Catherine Doherty (1896-1985)

È stata un’aristocratica russa che è fuggita dalla Rivoluzione in Canada, ha divorziato dal marito abusatore, ha ottenuto l’annullamento, ha allevato il figlio come madre single, si è risposata e ha fondato un movimento di persone che vivevano in povertà volontaria e servendo i poveri.

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corposanti e beati
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