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Occultare l’ostia dopo averla presa: un segno di possessione demoniaca

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Antoine Mekary / Godong

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/02/23

L’esorcista: “Più volte ho udito con le mie orecchie bestemmie agghiaccianti contro il Crocifisso o la Santa Vergine uscire dalla bocca degli ossessi“

Prendere l’ostia durante la santa messa e poi nasconderla: potrebbe essere il segno di una possessione demoniaca, o quanto meno di una forte influenza del diavolo. Nel libro di Alberto Castaldini in “L’adesione diabolica” (Sugarco), la prefazione di don Silvio Zonin esorcista della diocesi di Verona racconta un caso pratico di possessione demoniaca non “visibile”. 

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Comunione sulla lingua 

«Un giorno, un amico mio, giovane e attento, vide un tizio entrare in chiesa assistere impassibile alla Messa – racconta don Silvio Zonin -, fare la fila e ricevere la Comunione sulla lingua senza sfiorarla con un dito, sotto lo sguardo compiaciuto dei fedeli “tradizionali” presenti. Ma uscì in fretta, troppo in fretta, e lo notò. Così lo vide togliersi l’Ostia di bocca e infilarla in tasca»

“Perché mi bruciano?”

Prosegue l’esorcista: «Più volte ho udito con le mie orecchie bestemmie agghiaccianti contro il Crocifisso o la Santa Vergine uscire dalla bocca degli ossessi che ho in cura; li ho sentiti sbeffeggiare “Quella là, che ti protegge!”; li ho visti sputare sulla statua dell’arcangelo san Michele, mentre tentavano di strapparmi la stola e il secchiello dell’acqua santa, dicendo: “Perché mi bruciano!”». 

Segni di possessione demoniaca

Don Silvio Zonin dice di saper bene, «e a spese mie», che un segno per diagnosticare la possessione demoniaca «è appunto l’avversione al sacro, a oggetti, riti, luoghi benedetti. Ma siamo di fronte a due spartiti diversi della stessa sinfonia!».

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“Chi bestemmia e urla come un pazzo…”

Alla domanda chi è “posseduto dal demonio?”, l’esorcista risponde così: «Probabilmente chi bestemmia e urla come un pazzo e non riesce a varcare la soglia della sacristia. Ma chi fa la debita riverenza davanti al tabernacolo, prende la Comunione in bocca e poi se la mette in tasca, che cosa è? Il demonio c’entra in entrambi, sicuramente, ma sono due storie diverse». 

Giuda nel Cenacolo

Se il primo caso, osserva don Silvio Zonin, «può essere, come si suol dire, di possessione, il secondo caso come lo posiamo definire? Di sicuro indica una possessione, più certa della prima, ma “rata e consumata” con piena avvertenza e deliberato consenso».

«Mi ricordo bene il testo giovanneo che parla di Giuda Iscariota nel Cenacolo: “Allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui” (in realtà vi abitava da tempo…). “Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte” (Gv 13, 27.30)». 

“Nel cuore” della persona 

Sempre di avversione al sacro si tratta, chiarisce l’esorcista, «solo che la prima, quella degli ossessi, è indotta per lo più, e si manifesta in modo eclatante, da circo equestre, con segni palesi. Nel secondo caso la presenza di satana è “nel cuore” della persona, ed è probabilmente frutto di una scelta, o meglio di una serie di scelte, fatte, rifatte e consumate; una “possessione cercata e voluta”, senza le modalità da film horror, bensì fredda, calcolata e corredata da un disprezzo profondo e da un odio micidiale assolutamente controllato».

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