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La bambina del miracolo tra le migliaia di morti del terremoto in Turchia e Siria

EARTHQUAKE

Rami al SAYED / AFP)

Dolors Massot - Agnès Pinard Legry - pubblicato il 09/02/23

Secondo le ultime stime, le vittime sono più di 11.000. In mezzo alla catastrofe, ci sono comunque segnali di speranza, come la nascita di una bambina tra le macerie

Le operazioni di soccorso nella zona colpita dal terremoto verificatosi questo lunedì in Turchia e Siria dimostrano la grande ondata di solidarietà che ha suscitato questa catastrofe.

Nelle strade in cui sono crollati edifici interi, i sopravvissuti tentano di salvare le migliaia di persone che sono ancora sotto le macerie. Il tempo che scorre implacabile e le basse temperature sono due nemici da vincere. Le autorità conteggiano già 11.104 morti.

Squadre di emergenza provenienti da altri Paesi sono arrivate nella zona e si stanno coordinando. Tra le tante immagini che arrivano, ieri ha girato il mondo il video di una bambina appena nata tra le macerie a Jindiris, una località in provincia di Aleppo, in Siria. Un uomo la teneva in braccio e la stava passando il più velocemente possibile a qualcuno che la potesse assistere a livello sanitario. La scena è diventata virale.

La mamma della bimba purtroppo è morta a causa del terremoto. La piccola, ora in salvo in ospedale in un’incubatrice, è l’unica sopravvissuta della sua famiglia, perché padre, madre, le tre sorelle, il fratello e la zia sono morti nel crollo dell’edificio di quattro piani in cui abitavano.

Khalil Sawadi, un parente della famiglia, ha dichiarato all’agenzia AFP: “Stavamo cercando Abu Roudayna [il papà della piccola] e la sua famiglia. Abbiamo trovato prima sua sorella, poi la moglie, poi Abu Roudayna, che erano insieme. Abbiamo sentito un rumore mentre stavamo scavando (…), e grazie a Dio abbiamo trovato questa bambina”.

Sawadi ha aggiunto che la neonata aveva ancora il cordone ombelicale legato alla madre. “Lo abbiamo tagliato, e poi mia cugina l’ha portata in ospedale”.

La piccola è ora al sicuro in un’incubatrice in un centro medico di Afrin, una città vicina. “È arrivata in ipotermia, la pressione arteriosa era crollata. Le abbiamo fornito le prime cure e le abbiamo dato del latte, perché non veniva nutrita da tempo”, ha dichiarato il medico Hani Maarouf, che stima che la piccola sia nata circa sette ore dopo il terremoto.

Il giornalista Hoshang Hassan, esperto in questioni siriane e curde, ha pubblicato un video del momento del salvataggio della neonata:

In questi giorni sono frequenti le scene che mostrano padri e madri che proteggono i loro figli abbracciandoli, parlandoci, dando loro serenità nei punti di soccorso improvvisati.

Intenerisce vedere una bambina sotto le macerie che protegge con il suo corpo e il braccio la testa del fratellino più piccolo mentre comunica con i soccorritori.

Anche se col contagocce, arrivano anche buone notizie, come il salvataggio di questo bambino.

Le famiglie si cercano, cercano di localizzarsi per telefono. Migliaia di emigrati siriani in tutto il mondo, esiliati a causa della guerra civile che sconvolge il Paese dal 2011, pregano e si preoccupano per familiari e amici. In molti luoghi non c’è elettricità, ed è quasi impossibile dare segnali di vita e tranquillizzare i propri cari telefonicamente.

Nel nord della Siria, già prima del terremoto 4 milioni di persone dipendevano dagli aiuti umanitari. Ora bisnBisogna allestire ospedali da campo, che costano vari milioni di dollari.

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