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Perché si benedice il cibo il giorno della festa di San Biagio?

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Merche Crespo - Aleteia

Merche Crespo - pubblicato il 04/02/23

Questo santo è invocato contro le malattie della gola, per questo si benedice tutto ciò che può essere inghiottito

La tradizione dice che San Biagio è stato un medico e poi vescovo della sua città natale, Sebaste (oggi Sivas), nell’antico territorio dell’Armenia, nell’attuale Turchia, dove ha subìto il martirio nell’anno 316.

Durante la vita ha operato molte guarigioni, sia di persone che di animali, e aveva la fama di aiutare sempre i poveri.

Gli ultimi anni della sua vita ha vissuto come eremita in una grotta, in cui si nascondeva dai suoi persecutori. Da lì continuava a incoraggiare i suoi fedeli nella fede, e si dice che gli animali gli facessero compagnia. Poi, però, è stato scoperto e imprigionato.

Spina di pesce

Il più noto tra i miracoli che ha realizzato in vita si è verificato quando ha salvato un bambino dalla morte per asfissia a causa di una spina di pesce che aveva ingoiato.

È per questo che San Biagio è il patrono contro i mali della gola e degli otorinolaringoiatri. Viene invocato anche come avvocato contro la peste del bestiame.

Benedizione degli alimenti

In molti luoghi il 3 febbraio, giorno in cui si celebra la sua festa, si portano in chiesa vari cibi per benedirli alla fine della Messa. Questo rito popolare è molto diffuso non solo nelle zone rurali, ma anche in molte parrocchie cittadine.

I fedeli portano un cesto con cibi e bevande, cioè tutto ciò che può essere inghiottito e passa per la gola, perché il sacerdote lo benedica e il Signore liberi dall’asfissiarsi mentre si sta mangiando.

In alcune regioni, si aggiungono al cesto caramelle realizzate con piante e che hanno proprietà espettoranti e antinfiammatorie.

Vari ingredienti

Qualche anno fa si benedicevano anche ingredienti di base come acqua, vino, sale, zucchero, farina o miele.

La gente di campagna aggiungeva poi al cesto alimenti destinati agli animali domestici, come grano o mais, e semi per la semina. Alcune donne portavano a Messa il lievito per fare il pane, perché venisse benedetto anch’esso.

Benedizione delle gole

Visto che il giorno prima della festa di San Biagio si celebra la Candelora, esiste il costume di benedire le persone con due candele.

Questa cerimonia ha iniziato ad essere officiata dal XVI secolo, e in essa si tengono due candele a forme di croce davanti al collo del malato o della persona che desidera benedire la sua gola.

Riti di San Biagio

Il sacerdote usa questa formula:

“Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio mi liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

In questo modo si invoca l’intercessione del santo perché liberi dalle malattie e dai dolori del collo.

I due riti collegati a San Biagio, la benedizione delle candele e delle gole, sono raccolti nel Rituale Romano.

Preparare un cesto per benedirlo

Se nella vostra parrocchia si effettua la benedizione del cibo, è bene cercare un recipiente idoneo che lasci vedere il contenuto perché il sacerdote lo benedica, e coprire il cesto con un panno o un tovagliolo di stoffa o di carta.

Si introdurranno poi i cibi, iniziando da quelli più pesanti e voluminosi e includendo frutta di stagione, cibi salati, dolci e tutto ciò che piace alla propria famiglia.

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Il sacerdote userà questa formula o una simile per benedire i cibi:

“O Dio, Salvatore del mondo, che hai consacrato questo giorno con il martirio del beato San Biagio, concedendogli, tra gli altri doni, il potere di curare tutti coloro che soffrono di malattie della gola, facciamo umilmente appello alla Tua infinita misericordia, pregando che questi frutti, pane, vino e acqua portati dal Tuo popolo devoto siano benedetti e santificati dalla Tua bontà. Coloro che provano questi doni siano completamente guariti da ogni malattia della gola e da tutte le malattie del corpo e dell’anima, attraverso le preghiere e i meriti di San Biagio, vescovo e martire. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen”.

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cibopatronosanti e beati
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