Ogni anno il 2 febbraio, Festa della Candelora, si rinnova un rito unico al mondo: “la juta dei femminielli“, cioè il pellegrinaggio di omosessuali, transgender, e più in generale del mondo Lgbtq+ al santuario della Madonna di Montevergine, a Mercogliano, nei pressi di Avellino.
Si fa questo rito, tra balli, canti, preghiere, per ricevere la benedizione della Madonna, chiamata “Mamma Schiavona”, chiamata così per la carnagione olivastra del viso e delle mano con cui è stata rappresentata nell’antico ed enorme dipinto che campeggia nel santuario irpino. In questi ultimi anni, la “juta” ha avuto molto eco mediatico per la presenza all’evento di Vladimir Luxuria.
Chi sono i femminielli?
I femminielli sono una realtà collettiva propria del territorio partenopeo e campano in genere, che si possono definire come “uomini che vivono e sentono come donne”. Perché omosessuali, transgender, il mondo queer si recano proprio il 2 febbraio a venerare l’icona medievale della Vergine in trono?
Il fatto accaduto nel 1256
La motivazione è da ricercarsi in una narrazione orale – in realtà molto tardiva perché risalente al secolo scorso – secondo la quale nel 1256 la Madonna di Montevergine avrebbe miracolosamente liberato due amanti omosessuali, legati a un albero tra lastre di ghiaccio. Il giorno dell’intervento prodigioso sarebbe stato appunto il 2 febbraio.
Il crossdressing
Le antiche cronache sono concordi nell’attestare la juta a Montevergine dei femminielli in relazione a quel fenomeno che oggi sarebbe qualificato come crossdressing. L’atto, ossia, di indossare abiti che sono comunemente associati al ruolo di genere opposto al proprio.
Il caso dell’abate Giordano
L’abate Gian Giacomo Giordano, ad esempio, nelle sue Croniche di Montevergine (1642) narra dell’incendio avvenuto, nel 1611, dell’ospizio annesso al santuario e riservato all’accoglienza dei pellegrini. «Alla notte nella quale successe l’incendio – così scrive l’autore che, divenuto in seguito vescovo di Lacedonia, considera quanto avvenuto come un castigo divino – mentre al miglior modo possibile si seppellivano quei tanti cadaveri, nel lavarli le vesti di prezzo che portavano, per restituirli alli loro parenti, furono ritrovati alcuni corpi di uomini morti vestiti da donne, e alcune donne morte vestite da huomini».