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Non sei mai solo nella tempesta, Gesù è accanto a te

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 27/01/23

Credere è non perdere mai di vista che con noi c’è Gesù e non può accaderci nulla di veramente brutto. Proprio per questo possiamo affrontare tutte le tempeste del mondo.

Vangelo di sabato 28 gennaio (S. Tommaso d’Aquino)

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?». (Marco 4,35-41)

Ci sono racconti di tempeste nel Vangelo che ci aiutano a comprendere in che modo bisogna vivere quando la vita ci riserva periodi difficili.

Infatti alcune volte sembra che la vita ci venga contro come le onde di un mare che toglie ogni speranza fino al punto da mettere in pericolo anche la nostra stessa sopravvivenza.

Perché non si riesce a vivere più quando si oscura il senso e non vedi vie d’uscita. La sensazione che abbiamo è che Gesù dorma mentre noi stiamo facendo anche l’impossibile pur di venirne fuori:

Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?».

Questa preghiera può sembrare quasi una bestemmia, eppure rende bene la sensazione che molte volte ci capita di sperimentare in alcuni momenti della vita. Gesù agisce e parla in un modo che deve farci molto riflettere:

Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»

Sembra che Egli voglia collegare il dono della fede all’esperienza della paura. Più tu hai fede e più diminuisce la paura. Ma è sbagliato pensare che più hai fede e più diminuiscono i problemi o la sofferenza che essi comportano.

Semplicemente essi non ti schiacciano suscitando in te la paura di non farcela o di essere solo. Credere è sapere di non essere soli, anche quando ne abbiamo la sensazione. Credere è non avere paura di soffrire o di affrontare cose difficili.

Credere è non perdere mai di vista che con noi c’è Gesù e non può accaderci nulla di veramente brutto. La fede è sapere che Lui è qui, ora, e proprio per questo possiamo affrontare tutte le tempeste del mondo. Il male vuole farci perdere di vista questo dettaglio essenziale.

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