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Papa Francesco: “Con Benedetto XVI ho perso un padre”

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Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 26/01/23

In un'intervista all'Associated Press, il Pontefice ha parlato anche delle leggi contro l'omosessualità: “Sono ingiuste”, ha detto invitando i vescovi ad accogliere le persone LGBTQ nella Chiesa

“Essere omosessuale non è un crimine”, ha affermato Papa Francesco martedì 24 gennaio in un’intervista all’Associated Press in cui ha definito “ingiuste” le leggi che criminalizzano l’omosessualità.

Il Pontefice ha sottolineato che Dio ama tutti i Suoi figli come sono, e ha chiesto ai vescovi cattolici di sostenere le leggi che accolgono le persone LGBTQ nella Chiesa, ricordando loro che bisogna distinguere tra crimine e peccato.

Essere omosessuale “non è un crimine, sì, ma è un peccato. Prima, però, distinguiamo tra peccato e crimine. È peccato anche la mancanza di carità nei confronti degli altri”.

“Questi vescovi devono intraprendere un processo di conversione”, ha osservato il Papa, aggiungendo che devono esercitare la “tenerezza, per favore, come quella che Dio ha per ciascuno di noi”.

Gli omosessuali devono essere accolti e rispettati

Francesco ha citato il Catechismo della Chiesa Cattolica per dire che gli omosessuali devono essere accolti e rispettati, e non emarginati né discriminati.

“Siamo tutti figli di Dio, e Dio ci ama come siamo e per la forza con cui ciascuno di noi lotta per la sua dignità”, ha indicato, parlando di leggi “ingiuste” e del fatto che la Chiesa cattolica può lavorare per porvi fine, e anzi “deve farlo”.

Nell’intervista a Nicole Winfield, il Pontefice ha parlato anche di Benedetto XVI, che ha definito un “cavaliere”. Circa la sua morte, avvenuta il 31 dicembre, ha commentato: “Ho perso un padre. Per me era una sicurezza. Di fronte a un dubbio chiedevo la macchina, andavo al monastero e chiedevo”, ha confessato commentando le sue visite alla residenza di Benedetto XVI per chiedergli consiglio.

Francesco è stato il primo ad essere avvisato quando è morto il suo predecessore, e si è recato al monastero Mater Ecclesiae per pregare davanti al corpo di Joseph Ratzinger. “Ho perso un buon compagno”, ha aggiunto.

Critiche al mio pontificato? Me le dicano in faccia

Quanto alle critiche nei confronti del suo pontificato, Francesco dice che non possono essere collegate a “Benedetto, ma al logoramento di un governo di dieci anni”.

All’inizio, la sua elezione è stata accolta con una sensazione di sorpresa perché si trattava di un Papa latinoamericano, poi è arrivato il malessere “quando hanno iniziato a vedere i miei difetti e non li hanno apprezzati”. “L’unica cosa che chiedo è che me lo dicano in faccia, perché così cresciamo tutti, no?”

La rinuncia

Il Papa è stato anche interpellato su una possibile rinuncia, e ha risposto che non ha pensato di dettare norme per regolare future rinunce papali e che progetta di andare avanti per più tempo possibile come Successore di Pietro.

“Godo di buona salute. Per la mia età, sto in condizioni normali”, ha aggiunto, anche se ha rivelato che il problema di diverticoli è “ricomparso”.

Ha poi aggiunto di avere una frattura ossea al ginocchio per via di una caduta che aveva curato senza interventi chirurgici dopo una terapia laser e magnetica.

La Cina

Un passo dell’intervista trattava della Cina, Paese con il quale, ha detto il Papa – che da giovane sognava di andare in Asia come missionario – “dobbiamo camminare con pazienza”.

Nicole Winfield ha poi chiesto dei prossimi passi nell’apertura diplomatica con il gigante asiatico.

“Ogni caso (di nomina di un vescovo) viene analizzato con la lente di ingrandimento”, ha affermato il Pontefice, “ma l’essenziale è che il dialogo non si fermi”.

Le autorità cinesi? “A volte sono un po’ chiuse, a volte no”.

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