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Cosa non è la Bibbia?

BAMBINO CHE LEGGE LA BIBBIA

Anelina/Shutterstock

Padre Peter John Cameron, O.P. - pubblicato il 24/01/23

La Bibbia non è stata scritta per essere un libro di storia o un elenco di regole

La Bibbia è un dono inestimabile, ma avete già pensato al contrario, ovvero a ciò che non è?

La Bibbia non vuole essere un libro didattico, un libro di storia, un elenco di regole, una cronaca, un manuale operativo, un archivio o degli annali. Per usare le parole di un grande studioso cattolico delle Scritture, R. Schnackenburg, “gli evangelisti non avevano intenzione di fornire un registro stenografico di quello che Cristo ha detto o un resoconto delle sue azioni, come potrebbe fare un poliziotto”.

La Bibbia è invece la memoria dello scrittore sacro di fatti eccezionali che sono avvenuti – annunci perché questi eventi salvifici possano avvenire anche a noi. Attraverso la Sacra Scrittura, Dio vuole comunicare con noi. Le Scritture sono scritte in quel modo – in un linguaggio letterario, non in prosa secca e tecnica – proprio perché vogliono rivelarci Dio come una persona da amare.

Dio parla con noi attraverso le Scritture

La Bibbia stessa afferma che “la Parola di Dio è vivente ed efficace” (Eb 4, 12), e come ha detto Paul Claudel, “il testo respira”. 

I documenti della Chiesa accentuano questo fatto: “Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi” (Dei Verbum). Cristo “è presente nella sua parola, giacché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura… Nella liturgia, infatti, Dio parla al suo popolo e Cristo annunzia ancora il suo Vangelo” (Sacrosanctum concilium).

San Gregorio Magno indica un mistero che sembra impossibile: “Tutta la Bibbia è stata scritta per noi”.

La Scrittura vuole condividere con noi il cuore di Dio e fare appello al nostro cuore. La Bibbia è stata scritta per toccarci a livello affettivo, non solo intellettuale. “Nelle Scritture”, ha osservato il teologo morale p. Servais Pinckaers, OP, “Dio ci approccia sempre con promesse di felicità prima di parlare di precetti”.

Perfino San Tommaso d’Aquino insiste sul fatto che “la dottrina della Sacra Scrittura contiene non solo questioni per la speculazione, ma anche argomenti da accettare con il cuore”. È per questo che “in ogni Parola di Dio, ciò che conta maggiormente è il fatto che Dio ci apra in essa il proprio cuore, ed è per questo che il nostro cuore dev’essere toccato, cambiando completamente”(L. Bouyer). Sant’Agostino ci esorta: “Imparate a conoscere il cuore di Dio nelle parole divine”.

Come leggere la Bibbia?

Ciò determina il modo in cui dobbiamo leggere la Bibbia. Non è mai appropriato sezionarla parte per parte o cercare di ridurla a una serie di proposizioni, precetti, morali o massime. “Le Scritture conterranno sempre più rivelazioni di quelle formulate nelle definizioni dogmatiche”, perché “i ‘modi’ letterari delle Scritture trasmettono la verità più elevata” (L. Alonso-Schökel). E il significato contenuto nella Scrittura è inesauribile – ogni volta che la leggiamo, scopriamo ricchezze più profonde.

Lo sappiamo per esperienza personale. Ogni volta che vogliamo esprimere verità profonde, ricorriamo a modi letterari, come la metafora. Nell’anniversario di matrimonio, ad esempio, il marito può offrire alla moglie un biglietto che dice “Tu rendi il cielo blu”. Non è una dichiarazione meteorologica, ma uno strumento poetico che cerca di articolare le profondità inesprimibili dell’amore che prova per la moglie. Dobbiamo leggere la Bibbia con la stessa capacità di immaginazione con cui l’ha scritta l’autore sacro.

Quando leggiamo la Bibbia, è importante ricordare che Dio vuole entrare in dialogo con noi attraverso la Sua Parola.

La Parola di Dio, consolazione nelle nostre lotte

Sant’Ambrogio chiede: “Quand’è che Dio, la Parola, bussa con più frequenza alla tua porta? Egli visita con amore coloro che hanno problemi e tentazioni per salvarli dall’essere soggiogati dalle proprie prove”.

La Sacra Scrittura esiste, di fatto, per essere una consolazione. Attraverso la Parola di Dio, il Signore ci consola nei nostri dolori, nelle lotte e nella solitudine. “Le mani della Parola di Dio sono tese verso di noi quando siamo fuori dalla nostra profondità” (San Gregorio di Nissa).

San Gregorio Magno ci dice che “le parole divine crescono con chi le legge. Dove la mente del lettore viene guidata, anche il testo sacro ascende. Perché cresce con noi. Quando il lettore pone una domanda al testo, la risposta è proporzionale alla maturità del lettore”.

San Tommaso d’Aquino identifica altri effetti della lettura della Parola di Dio: “La Bibbia ci insegna la verità, ci protegge dal cadere nell’errore, ci impedisce di fare il male e ci spinge a fare il bene, perché l’effetto ultimo della Sacra Scrittura è portare le persone alla perfezione”.

Un monaco del IX secolo, Ardo Smaragdus, dice che leggere la Bibbia nella preghiera “acuisce la percezione, arricchisce l’intelletto, risveglia dalla pigrizia, bandisce l’ozio, ordina la vita, corregge le cattive abitudini, strappa lacrime dai cuori contriti, frena i discorsi oziosi e la vanità e stimola la nostalgia di Cristo e della patria celeste”.

L’importante è prendere la Bibbia e leggerla, anche se non si riesce a leggere più di uno o due passi. San Giovanni Crisostomo offre questo incoraggiamento: “Anche se la frase biblica è breve, il suo potere è grande”. Portate nella lettura tutte le vostre frustrazioni, ansie, ricerche, confusioni, le aspettative e i dubbi.

La Parola di Dio è un’amica fedele, ingegnosa e generosa, pronta ad ascoltare e a rispondere.

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