Sul numero di Maria con te uscito in edicola questa settimana è apparsa un'intervista all'attore e regista Michele La Ginestra a cura di Corrado Occhipinti Confalonieri.
Michele La Ginestra è sposato con Elisabetta dal 1993 con la quale ha avuto due figli: Alessandro e Luca.
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La carriera
Laureato in Giurisprudenza, ha sempre avuto una grande passione per il teatro. Menzioniamo le tre versioni di Rugantino per la regia di Ettore Garinei. Dal 1997 è fondatore e direttore artistico del Teatro 7 di Roma. Tra i suoi successi il film e la serie tv Immaturi, il programma Solletico, il talent Cuochi e fiamme e il film Questa notte è ancora nostra. Ha scritto e diretto circa 100 spettacoli teatrali e nel 2017 è approdato a TV2000 dove ha condotto programmi e recitato nella serie Canonico dove interpreta la parte di un sacerdote: don Michele. E' stato tra i protagonisti della serie di successo targata Netflix, Tutto chiede salvezza, tratta dall'omonimo libro di Daniele Mencarelli.
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Michele La Ginestra: il teatro nel salone parrocchiale
La Ginestra riceve la fede dalla famiglia, il padre è professore universitario di chimica, la mamma è ricercatrice nella stessa materia. E anche nella sua vita spirituale e artistica ha avuto un ruolo fondamentale un sacerdote: don Giuliano.
Ho (...) frequentato l'oratorio della chiesa Sette santi fondatori dei Servi di Maria a Roma. Lì c'era un grande salone in cui noi bambini giocavamo a biliardino, ping-pong e pallavolo. Quando da ragazzo decisi di fare teatro e mi inventai regista, quello diventò il mio campo di allenamento. Nel 1997 giravo per Roma alla ricerca di un teatro, mi venne in mente quel salone parrocchiale in cui ero cresciuto. Chiamai il parroco don Giuliano e decidemmo di ristrutturare la sala: quello che incassavamo lo destinavamo alla prevenzione della violenza minorile e al miglioramento della struttura. Ora si chiama Teatro 7, conta 150 posti e ospita spettacoli a livello nazionale.
La ricerca di logica nella fede
Michele La Ginestra, occhi attenti e allegri, atteggiamento scanzonato, vive da sempre una fede piena di domande e interrogativi, le risposte pronte non gli sono mai bastate, ha necessità di fare esperienza.
(...) Da giovane la mia salvezza è stata la ricerca di logica nella fede. Non mi bastavano le risposte dell'autorità ecclesiastica, avevo bisogno di viverle sulla mia pelle.
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"Ho cercato l'umanità di Maria"
Solo così si può testimoniare l'amore di Dio. Mentre per quanto riguarda la Madre del Signore, Michele non fatica ad ammettere di avere avuto un rapporto particolare che poi negli ultimi anni è divenuto più profondo grazie anche alla lettura di "In nome della madre" di Erri De Luca.
Io ho un rapporto particolare nei confronti di Maria perché l'inevitabile abbinamento con la mia madre terrena razionale, decisa, pratica, ma poco affettuosa aveva modificato il mio modo di percepire il mio rapporto con Lei. (...) Poi qualche anno fa ho cercato un rapporto più intenso con la Madonna, ho scoperto un libro di Erri De Luca dal titolo In nome della madre e mi sono immedesimato nei suoi panni, ho cercato la sua umanità e ho cominciato a comprendere come la sua figura è vicina a noi nella vita di tutti i giorni.
I sì che tutti siamo chiamati a dire
Oggi immagina Maria:
(...) come una di noi, anche nei momenti di difficoltà (...) anche noi siamo chiamati quotidianamente a questi sì che possono cambiare il corso della nostra esistenza e di quella di molte persone.
La santità per Michele La Ginestra
Sui santi non ha dubbi:
(...) mangiano e bevono vino come noi ma hanno una capacità diversa di ascolto, sono in grado di comprendere tante cose e diventano messaggeri del Signore (...) il santo adegua la sua volontà a quella del Signore. Penso che la santità non sia un'esclusiva di certe persone, ma alla portata di tutti.