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Cuore, Parola, Spirito: le tre parole-chiave della preghiera

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Priscilla Du Preez | Unsplash | CC0

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 13/01/23

Come pregare senza scoraggiarsi? Come entrare in un rapporto d'amicizia con Cristo e sapere come coltivarlo tutti i giorni?


Forse trovate che pregare sia difficile, ma sentite comunque il desiderio di approfondire il vostro rapporto con Cristo. Magari, però, siete presi da distrazioni, stanchezza e preoccupazioni. A volte questo desiderio scompare del tutto. Dio, allora, sembra essere assente.

Tranquilli, l’esperienza dell’aridità è comune. Non è sempre facile rimanere fedeli all’impegno preso.

Esiste un modo efficace di intraprendere e portare avanti il cammino della preghiera?

Per Santa Teresa d’Avila, la prima cosa da fare è capire che la preghiera è “uno scambio di amicizia in cui spesso parliamo, da soli, con Colui che sappiamo che ci ama”. È, quindi, un incontro con Cristo, un momento privilegiato di amicizia con Lui. È la storia della Sua amicizia.

Di conseguenza, la preghiera non può essere solo uno sguardo scambiato o qualche parola detta di passaggio. È “un incontro che dura più o meno tempo, con il desiderio di amare Dio e di riconoscersi amati da Lui”, come ha spiegato il frate carmelitano Dominique Sterckx, autore di L’oraison, petit guide pratique.

Cuore, Parola, Spirito

Ma come possiamo, in termini concreti, coltivare questa amicizia con Cristo? Innanzitutto dobbiamo praticarla “con determinazione”, consiglia Teresa d’Avila. Visto che è una questione di amicizia, non possiamo dire a noi stessi “La testerò e vedrò se funziona. Se funzionerà andro avanti, altrimenti desisterò”. In un’amicizia si rimane fedeli. Per non scoraggiarsi, è essenziale “rimanere umili e fiduciosi nei confronti di Colui che ci chiama, e amarlo”, dice fra’ Dominique.

In realtà, le basi si ritrovano in tre parole-chiave: cuore, Parola di Dio e Spirito Santo. Perché la preghiera è al di sopra di tutto “l’impegno della mia libertà, quello che il Vangelo definisce cuore (che è diverso dal sentimento). È la risposta che do alla Parola che Dio mi rivolge in Gesù Cristo, scegliendo di confidare, in altre parole di credere. E non c’è preghiera cristiana senza la presenza attiva dello Spirito Santo”, spiega il carmelitano.

“Il posto della preghiera è il cuore”

Visto che la preghiera è un incontro con un Amico, non può essere solo un’attività della mente. Il suo luogo è il cuore. “Un vero incontro tra le persone non si fa con i pensieri; posso conoscere bene l’altro senza avere un rapporto umano con lui, avere pensieri pii o recitare il Padre Nostro senza rivolgerlo al Padre”, scrive il religioso.

Dio non smette mai di parlarci, se sappiamo rimanere in silenzio e dedicare del tempo ad ascoltarlo”

Allo stesso modo, un’amicizia può crescere a condizione che sappiamo ascoltare l’altro. “Dio non smette mai di parlarci, se sappiamo rimanere in silenzio e dedicare del tempo ad ascoltarlo nelle Scritture e nel segreto del nostro cuore”. “Dobbiamo imparare ad ascoltarlo come ascoltiamo un amico”. Anche se non sempre comprendiamo il significato delle Sue parole, è importante confidare in Lui. In questo modo, la preghiera sarà alimentata dall’ascolto della Parola.

“Non c’è preghiera senza la presenza attiva dello Spirito Santo”

Non c’è infine preghiera senza la presenza attiva dello Spirito Santo. Dio invia lo Spirito Santo nel cuore umano, e Questo si configura come un sostegno: “Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene” (Rm 8, 26).

Per addentrarci nella preghiera, non c’è niente di meglio che cominciare invocando lo Spirito Santo perché aiuti, ispiri, sia “l’anima della preghiera”, osserva fra’ Dominique. È per questo che è indispensabile dedicare del tempo per calare nel cuore, per ascoltare Dio e invocare lo Spirito Santo.

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