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La fede non può essere solo parole, ma va testimoniata con la vita

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 09/01/23

Dire cose giuste e vivere in contrasto con esse è tipico del demonio. Questo dovrebbe farci molto riflettere. 

Vangelo di martedì 10 gennaio

Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. (Marco 1,21-28)

Non era strano, ai tempi di Gesù, trovare nella sinagoga persone che insegnavano, specialmente di sabato. Ma quando è Gesù a fare questo allora il Vangelo sottolinea una peculiarità:

Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.

È la grande differenza che c’è tra l’autorevolezza e l’autoritarismo. Quest’ultimo funziona solo suscitando paura, soggezione. L’autorevolezza invece è come una passione, un’attrazione che suscita rispetto per eccesso di bellezza, di verità, di credibilità e non certo per paura.

Anche nella Chiesa possiamo avere rispetto gli uni degli altri solo per vincoli basati sulla paura, sul potere, sulla possibilità che l’altro ha di decidere della tua vita, o semplicemente del pezzettino di servizio che ricopri all’interno della comunità.

Ma chi fa questo smentisce di fatto la logica del Vangelo che è invece una logica che si propaga per testimonianza, cioè per autorevolezza. Il male, ad esempio, odia le persone autorevoli perché non alimentano le logiche del mondo.

Non a caso subito dopo aver sottolineato la qualità della predicazione di Gesù, l’evangelista Marco aggiunge la reazione di un indemoniato:

Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Paradossalmente il demonio ha detto la verità, Gesù è veramente il santo di Dio. Ma la verità detta dal demonio non edifica, anche quando è ortodossa. Gesù lo mette a tacere perché la fede non va mai detta solamente con le parole, ma con la vita.

Dire cose giuste e vivere in contrasto con esse è tipico del demonio. Questo dovrebbe farci molto riflettere. 

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