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Ratzinger nazista? La verità su prigionia e gioventù hitleriana

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Photo by JANEK SKARZYNSKI / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 03/01/23

Ci sono due fatti che hanno alimentato affermazioni tendenziose e completamente false su presunte simpatie naziste del papa emerito

Completamente false e tendenziose le rivelazioni su un presunto passato nazista di Joseph Ratzinger. Due i fatti che alimentano questo falso mito. Il primo: effettivamente Ratzinger entrò nella Hitler-Jugend, la gioventù hitleriana, ma aveva 14 anni (era il 1941), ed era obbligatorio nella Germania del Terzo Reich. Se il padre si fosse opposto, il figlio sarebbe finito, insieme ai disertori, nel lager di Dachau.

Cosa prevedeva la legge

Lo prevedeva la legge Gesetz über die Hitlerjugend (Legge sulla gioventù hitleriana), emendata il 6 marzo 1939 e in vigore dal 25 marzo 1939 fino al 1945. L’arruolamento obbligatorio valeva per tutti i giovani d’età compresa tra i quattordici e i diciotto anni. Contro il suo volere, anche dopo la chiusura del seminario per uso militare, per non ricevere sanzioni pecuniarie sulle tasse scolastiche del Gymnasium di Traunstein, dove tornò, avrebbe dovuto presenziare alle riunioni della Hitler-Jugend (Il Rifosmista).Joseph vi rimase fino all’aprile 1945, quando riuscì finalmente a disertare, durante una delle marce che l’esercito continuava a organizzare per sollevare il morale della popolazione. Fu fatto prigioniero dagli americani per due mesi, prima di essere rilasciato nel giugno 1945.

La famiglia di Ratzinger e il nazismo

D’altro canto il futuro papa era cresciuto in un contesto ostile al nazismo. Lo zio di Benedetto XVI, Alois, era un sacerdote apertamente schierato contro il regime di Hitler. «Per noi era chiaro che un religioso dovesse essere antirazzista. E nostro padre lo era a tal punto che nessuno riusciva ad immaginarsi che nella nostra famiglia qualcuno potesse militare a favore del regime. La zia Theres – ricordava Ratzinger nel libro scritto con Peter SeewaldUltime conversazioni” (Garzanti) – una delle sorelle di mio padre, era un’antirazzista particolarmente accesa».

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La famiglia Ratzinger nel 1951.

“Hitler un criminale”

A Osterhofen, proseguiva Benedetto XVI, «avevano una casa con un po’ di terreno, situata vicino alla ferrovia. Una volta che passo’ un treno carico di personalità naziste lei fece marameo. Si arrabbiarono moltissimo, ma dal treno in corso non poterono fare niente». «Mio padre – evidenziava il papa emerito – aveva sempre definitivo Hitler un criminale».

La vicenda di Gunter Grass

Il secondo fatto che prova ad accostare Ratzinger al nazismo proviene dalle rivelazioni confuse di un Premio Nobel. Günter Grass è morto il 13 aprile 2015 a Lubecca, la città dove viveva, all’età di 87 anni. E’ stato uno dei letterati più importanti e attuali del ‘900, icona della Germania positiva del dopoguerra, prima come fondatore del “Gruppo ’47”, il primo circolo degli intellettuali postbellici tedeschi, poi con il fortunato romanzo “Il tamburo di latta” del 1959, fino all’incoronazione nel 1999 con il Premio Nobel per la Letteratura e alla lunga militanza a fianco della socialdemocrazia tedesca (La Stampa).

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Deportati a Bad Aibling

Il Premio Nobel, che nel 2006 raccontò pubblicamente di aver fatto parte, da giovane, di un reparto d’eccellenza delle Ss di Adolf Hitler – suscitando non poche polemiche per questa sua rivelazione – trascorse un periodo della sua vita nel 1945 da internato in un campo di prigionia alleato a Bad Aibling. Grass affermò in un primo momento che in quel campo amava giocare a dadi e confrontarsi con Joseph Ratzinger, anch’egli recluso.

«Ricordo le nostre confessioni – affermava Grass al Corriere della Sera – lui era di origini bavaresi, cattolico in maniera intensa, quasi fino al fanatismo, ed era anche capace, con i suoi 17 anni, di infilare di tanto in tanto nel discorso delle citazioni latine (…). Lui voleva fare carriera nella gerarchia ecclesiastica; io volevo diventare artista, e famoso».

Joseph RATZINGER
© KNA-Bild / CIRIC
Cardinal Joseph Ratzinger (1998)

Ostinato ma timido

Quando Ratzinger fu eletto Pontefice con il nome di Benedetto XVI, Grass si mostrò più prudente sull’identità del Joseph conosciuto nel campo di prigionia. «Sapevo naturalmente chi fosse il cardinale Ratzinger, conoscevo la sua mentalità conservatrice, la sua entrata in scena partita dallo sfondo e perseguita con ostinazione, piano piano, sapevo che era stato a Bad Aibling. Questo Joseph mi sembrò all’improvviso conosciuto, anche il modo di comportarsi, questa timidezza, l’ostinazione, la delicatezza – posso solo supporlo, che quel ragazzo fosse lui».

La verità di Ratzinger

Ratzinger nella sua autobiografia, “La mia vita“, non ricorda il nome di Grass nei due mesi trascorsi nel campo di prigionia, ma le ricostruzioni di entrambi sulla vita a Bad Aibling sono coincidenti per certi versi, ma differiscono per il numero di prigionieri presenti (Grass dice 100mila, Ratzinger sostiene la metà) e la grandezza della struttura.

Una differenza sostanziale tra Grass e il futuro papa

La differenza più importante, che Grass non sottolinea, è che lui si trovava nel campo di prigionia dopo aver fatto parte di un reparto elitario e sanguinoso dell’esercito tedesco. La storia è completamente diversa per il futuro papa.

Joseph Ratzinger venne reclutato con il fratello Georg nel programma paramilitare Luftwaffenhelfer, ovvero il personale di supporto alla Luftwaffe a Monaco. Successivamente fu arruolato nell’esercito e assegnato alla caserma di fanteria di Traunstein. Non andò mai al fronte e non sparò nemmeno un proiettile.

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