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Tra i tuoi propositi per l’Anno Nuovo, che posto occupa Cristo?

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© Shutterstock

Catholic Link - pubblicato il 31/12/22

3 consigli per includere Gesù nella lista

di p. Achille Koffi

All’inizio di ogni anno nuovo ci auguriamo il meglio, ma il tempo può passare senza che il cambiamento desiderato si realizzi, o almeno senza che si verifichi al ritmo auspicato.

Ogni volta che ci dirigiamo da qualche parte, è importante sapere da dove partiamo e dove ci troviamo a ogni passo. È così che ci rendiamo conto di quanto siamo lontani dal nostro obiettivo. L’uso di strumenti di geolocalizzazione come il GPS ce ne dà un’idea chiara.

Perché si verifichino dei cambiamenti, non basta avere buone intenzioni in generale. Troppo spesso, quando ci fissiamo dei propositi – soprattutto nell’anno nuovo –, i nostri obiettivi non sono specifici, non sono chiaramente definiti.

Se identifichiamo chiaramente gli aspetti della nostra vita interiore in cui vogliamo migliorare, avremo allora fatto un passo avanti.

Questi obiettivi devono essere accompagnati da mezzi anch’essi chiaramente definiti. Ogni progetto umano si porta a termine in base a un programma concreto, e allora avremo una serie di azioni da portare avanti giorno dopo giorno.

1. Essere costanti nello sforzo: il pericolo dell’impazienza

perseveranza

L’uomo ha la tendenza a voler vedere immediatamente il frutto dei suoi sforzi. Il fatto che i risultati tardino ad arrivare è molto spesso fonte di scoraggiamento.

Per questo, Papa Francesco ci propone l’immagine dell’agricoltore:

“Chiediamo a Dio la paziente costanza dell’agricoltore (cfr. Giacomo 5, 7), per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta”.

(Messaggio per la Quaresima 2022)

I sogni non si realizzano sognando, ma lavorando, ovvero ponendo in atto i mezzi per trasformarli in realtà. Ovviamente tutti questi cambiamenti si verificheranno con la grazia di Dio. Per questo, i nostri obiettivi devono trasformarsi anche in intenzioni di preghiera.

2. Cercare i mezzi

Un enfant qui prie

Come diceva uno dei miei amici, “Vogliamo il bene, ma non lo vogliamo bene”. Ciò vuol dire che desideriamo il bene, ma i mezzi per ottenerlo non ci attirano spontaneamente.

Siamo abituati a dire “Chi vuole il fine vuole i mezzi”. Chi vuole un bene, poi, cerca i mezzi per raggiungerlo. La ricerca di questi mezzi esprime così il suo desiderio di questo bene.

È molto facile dire “Non ce la faccio”. Spesso, quando lo diciamo, non abbiamo neanche iniziato. La domanda che dobbiamo porci allora è “Quante volte ci ho provato?”, o “Da quanto lotto per questo?”

Tra i mezzi che cerchiamo ci sono anche quelli soprannaturali. La grazia agisce con più rapidità ed efficacia dei nostri sforzi.

3. Imparare a chiedere aiuto

Helping others

Possiamo anche contare sull’aiuto di persone di buona volontà che abbiano esperienza e possano aiutarci in modo efficace.

In questo senso, possiamo contare sull’aiuto dei sacerdoti, nostri pastori che il Signore ha scelto per guidarci sulla via della nostra santificazione.

Grazie a Dio, troveremo sempre gente che percorre la via che vogliamo intraprendere e può indicarci i passi adeguati.

Concludiamo con questo testo di Papa Francesco che ci offre chiare indicazioni per il cambiamento:

“Anche tu hai bisogno di concepire la totalità della tua vita come una missione. Prova a farlo ascoltando Dio nella preghiera e riconoscendo i segni che Egli ti offre. Chiedi sempre allo Spirito che cosa Gesù si attende da te in ogni momento della tua esistenza e in ogni scelta che devi fare, per discernere il posto che ciò occupa nella tua missione. E permettigli di plasmare in te quel mistero personale che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi.

Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta. Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina”

(Guadete et exsultate, nn. 23-24).

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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