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Dieci dichiarazioni di Benedetto XVI che hanno lasciato il segno 

Pope Benedict XVI.

giulio napolitano | Shutterstock

i.Media per Aleteia - pubblicato il 31/12/22

Dalle encicliche, dalle interviste, dalle catechesi: ecco una decina di espressioni del Papa Emerito che hanno fatto discutere molto.

Senza dubbio meno abile, coi media, di quanto sia stato il predecessore Giovanni Paolo II, o anche il successore Francesco, papa Benedetto XVI ha comunque saputo trovare le parole per denunciare le aberrazioni delle società contemporanee o della Chiesa. 

Le sue dichiarazioni hanno talvolta comportato dei quiproquo mediatici e delle reazioni indignate, talvolta addirittura violente. i.Media ha raccolto dieci dichiarazioni forti del Papa tedesco. 

1«Un pedofilo non può essere prete»

Molti riconoscono oggi l’attitudine di Benedetto XVI a fronte dello scandalo della pedofilia nella Chiesa, un flagello che il papa si era premurato di denunciare. Interrogato sugli abusi sessuali commessi da certi preti americani, e proprio mentre si recava a Washington nel 2008, Benedetto aveva detto di «provare profonda vergogna» per quegli atti. «Escluderemo totalmente i pedofili dal ministero sacro», aggiunse allora. 

2«In un luogo simile le parole vengono poco, e, in fondo, può restare solo un silenzio sbigottito – un silenzio che è un grido interiore verso Dio: “Perché, Signore, sei rimasto in silenzio?”»

Queste parole sono state pronunciate da Benedetto XVI nel campo di sterminio di Birkenau, in Polonia. Fu come “figlio del popolo tedesco” che quest’ultimo si era recato in preghiera lì il 28 maggio 2006. Questa visita, come i molteplici segni di dialogo inviati alla comunità ebraica, hanno iscritti Benedetto XVI nella continuità con Giovanni Paolo II. Questo viaggio aveva lasciato il segno anche per via della sua nazionalità e del suo essere stato coattamente irreggimentato nella Gioventù Hitleriana. 

3«Si sta imponendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che dà come misura ultima unicamente il proprio ego e le proprie voglie»

Durante l’omelia della missa pro eligendo romano pontifice, a poche ore dall’inizio del conclave che l’avrebbe eletto Papa, l’allora cardinal Ratzinger si era segnalato per queste parole, che avevano scatenato un applauso tonitruante tra i cardinali. Già prima della sua elezione, egli dava il La al pontificato: quello di un cooperatore della verità (il suo motto episcopale). La lotta contro il relativismo avrebbe ritmato gran parte dei suoi futuri discorsi. 

4«Non si può superare il problema dell’Aids […] con la distribuzione di preservativi. Al contrario: aumentano il problema»

Questa frase-choc del pontefice tedesco sul volo che lo portava a Yaoundé (Camerun) il 17 marzo 2009 aveva scatenato le reazioni di numerosi media, nonché di prelati africani. Pochi giorni più tardi, la Santa Sede pubblicava una versione ufficiale di quella dichiarazione: la seconda parte della dichiarazione papale (parte che spesso viene tagliata e omessa), forniva un chiarimento alla dichiarazione. Per Benedetto XVI la lotta all’Aids doveva essere “duplice”: essa passa da «un’umanizzazione della sessualità, ovvero da un rinnovamento spirituale e umano», nonché da «una vera amicizia, soprattutto nei confronti delle persone che soffrono, anche mediante sacrifici e rinunce personali». 

5«La condivisione di beni e risorse, donde proviene il vero sviluppo, non è assicurata dal solo progresso tecnico […], ma dalla potenza dell’amore che vince il male col bene»

In piena crisi economica, il 7 luglio 2009 il pontefice pubblicò l’enciclica Caritas in veritate. Quarant’anni dopo Populorum progressio, che rifletteva (fra l’altro) sulle conseguenze della globalizzazione sullo sviluppo umano, Benedetto XVI riattualizzava il discorso della Chiesa sul mondo dell’economia, particolarmente segnato dalla crisi finanziaria del 2008. Egli vi richiamava in particolare il carattere primario dell’amore al cuore dell’economia, carattere rischiarato dal prisma della ragione. 

6«Le religioni non possono avere paura di una giusta laicità, di una laicità aperta che permetta a ciascuno di vivere ciò che crede, conformemente alla propria coscienza»

In un video diffuso il 25 marzo 2011 a Parigi, il pontefice si rivolgeva ai cristiani francesi prendendo parola sul tema della laicità. Il governo francese si apprestava allora ad aprire sul tema un dibattito assai acceso. 

7«È giunta l’ora di far cessare energicamente la prostituzione femminile, nonché la diffusione di materiale dal contenuto erotico e pornografico»

Sempre nel 2011, in un testo consegnato al nuovo ambasciatore della Repubblica Federale tedesca, il Papa aveva sottolineato con vigore la necessità per la Chiesa di impegnarsi «su questioni fondamentali che concernono la dignità dell’uomo». Oltre alla necessità di lottare contro la prostituzione, il pontefice aveva evocato il rispetto di tutte le tappe della vita (altro tema a lui molto caro). 

8«Mostrami che cosa Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto malvagità e disumanità, come il suo comando di diffondere mediante la spada la fede che egli predicava»

Estrapolata dal contesto, questa frase ha provocato una delle più grandi crisi mediatiche della storia moderna della Santa Sede. Il 12 settembre 2006, Benedetto XVI era invitato all’Università di Ratisbona per esprimersi sul tema “Fede, ragione e università”. Il Papa aveva scelto di citare un passaggio dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo che si rivolgeva a un interlocutore persiano. Erano dunque parole che non riflettevano sic et simpliciter il suo pensiero, ma che si iscrivevano in una riflessione più generale sul rapporto tra religione e violenza. «Il Papa non vuole offrire una lettura dell’Islam – ebbe a chiarire il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, interrogato a seguito della polemica scatenatasi –, ma affermare che in caso di una lettura violenta della religione ci troviamo in contraddizione con la natura di Dio». 

9«Sono giunto alla certezza che le mie forze, in ragione dell’età avanzata, non sono più adatte ad esercitare adeguatamente il ministero petrino»

L’11 febbraio 2013, davanti ai cardinali riuniti in concistoro, Benedetto XVI diventava il primo papa della storia moderna a dimissionare. Con questa frase rivoluzionaria, Joseph Ratzinger ha sicuramente, secondo più osservatori, trasformato il ministero petrino. 

10«Mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea. […] [H]o sempre saputo che in questa barca c’è il Signore, e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è la mia, non è la nostra, ma è la sua. E il Signore non la lascia affondare: è Lui che la guida»

Queste parole, tratte dall’ultima udienza generale del Pontefice, sembrano concludere il pontificato su una nota di speranza. Pochi giorni prima di essere eletto, il 25 marzo 2005, l’allora cardinal Ratzinger aveva pronunciato una meditazione sul medesimo topos della barca-Chiesa, durante la meditazione per la via crucis al Colosseo. Le sue frasi tradivano inquietudine: «La tua Chiesa ci sembra una barca sul punto di affondare, un naviglio che imbarca acqua da ogni parte» – scriveva rivolgendosi direttamente a Cristo. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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