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La donna gravida fucilata con i figli dai nazisti sarà beata

famiglia ulma

Muzeum Polaków Ratujących Żydów/Facebook

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/12/22

La colpa di Wiktoria Ulma, assassinata insieme al marito e a sei figli, è stata quella di aver nascosto otto ebrei

Negli ultimi Decreti promulgati dal Papa riguardanti dieci prossimi beati, vi sono anche i membri della famiglia Ulma: il marito Józef, la moglie Wiktoria e i rispettivi sei figli, più il settimo nel grembo della madre, massacrati dai nazisti nel villaggio di Markowa, in Polonia, per aver nascosto otto ebrei.

Il tradimento 

In quel villaggio, cresciuto nella solida tradizione cattolica, in molti cercano di aiutare gli ebrei quando cominciano le persecuzioni antisemite. Il rischio è quello della vita. Eppure Jozef e Wiktoria nascondono in casa 8 ebrei. Vengono traditi, qualcuno rivela l’accaduto. 

RODZINA ULMÓW

24 marzo 1944: le fucilate

Così, il 24 marzo 1944, i nazisti catturano gli ebrei e li uccidono con un colpo di proiettile alla nuca. Poi trucidano Jozef e Wiktoria sulla porta di casa davanti ai bambini e a molti abitanti di Markowa, costretti ad assistere. Quindi, uno dopo l’altro, i nazisti sparano ai bambini.

Il processo di beatificazione 

Nel 1995 la famiglia Ulma, presto beata, viene inserita nell’elenco dei Giusti della nazioni dallo Yad Vahem, il memoriale dell’Olocausto in Israele, insieme ad altri 6 mila polacchi. Nel 2003 la Chiesa apre il processo di beatificazione. A Markowa c’è un monumento che ne ricorda il sacrificio, come quello di tanti che si adoperarono per salvare i fratelli ebrei (Aci Stampa, 18 dicembre).

La testa e il seno del bambino 

Wiktoria durante la trucidazione era incinta, pare fosse addirittura agli ultimi mesi di gravidanza, secondo quanto riferito da un testimone che, deponendo il corpo della donna in una bara, intravide dal suo utero la testa e il seno del bambino. Per il piccolo nel grembo materno ci fu il battesimo di sangue.

RODZINA ULMÓW
Wiktoria Ulma.

La grazia 

“Già le prime ore dopo la fucilazione dei servi di Dio, questa morte era considerata dal popolo come un martirio”. La gente che raccontava questa tragica vicenda ne parlava con “grande stima e rispetto” e sin da subito è partita questa fama spontanea. “Diversi anni fa un amico di Józef si era ammalato e recandosi alla tomba degli Ulma chiese la loro intercessione affinché guarisse”. 

Una grazia che poi è avvenuta e che l’uomo è convinto di aver ricevuto attraverso l’intercessione del “caro Józef”. Da allora la storia e la devozione alla famiglia Ulma continua a crescere non solo in Polonia ma in tutto il mondo.

Il ritratto degli Ulma 

Don Witold Burda, postulatore della Causa di beatificazione e sacerdote dell’Arcidiocesi di Przemyśl del Latini, spiega che in nove anni di matrimonio Józef e Wiktoria ebbero sei figli che “educarono saggiamente in uno spirito di fede e amore”, dichiara il postulatore, “una quotidiana fedeltà ai due più grandi comandamenti: quello dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo”. 

“Tutto inizia in famiglia”

L’unione della famiglia Ulma che ogni domenica partecipava alla Messa e le preghiere in casa che i due coniugi quotidianamente recitavano insieme ai figli ci ricorda l’importanza dell’educazione che riceviamo. ”Tutto inizia in famiglia: si comincia con la vita, si prosegue con l’istruzione”, continua il sacerdote. Negli Ulma, spiega, era forte anche l’amore per la patria e per la terra. Entrambi, infatti, erano originari di Markowa, un villaggio dove all’epoca si prediligeva il lavoro nelle campagne. Questo li ha portati ad avere un grande rispetto per la terra intesa anche come base per la nostra vita (Vatican News, 19 dicembre).

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