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Quando morirai, cosa porterai con te?

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Claudio De Castro - pubblicato il 21/12/22

La morte è un mistero per molti e una certezza per altri

Dobbiamo preoccuparci della morte, riempirci d’ansia? No, perché non sappiamo né il giorno né l’ora, e sarebbe inutile sprecare la vita in preoccupazioni inutili.

Dobbiamo però essere sempre preparati, vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, far sì che ogni minuto valga facendo quello che Gesù ci chiede: amare, perdonare, essere misericordiosi, osservare i 10 comandamenti.

La meta è in cielo

Da bambino cantavamo una bella canzone. Mentre scrivo la canto nella mente.

Felice di sapere di essere un figlio amato di Dio:

Siamo qui in questo mondo,

questo mondo che il Tuo amore ci ha donato;

ma la meta non è su questa terra:

è un cielo nell’aldilà.

Noi siamo i pellegrini,

che vanno verso il cielo,

la fede ci illumina.

Il nostro destino non è qui.

Noi credenti sappiamo che abbiamo una patria in cielo. Nella Bibbia, in Giovanni 14, ci sono parole meravigliose di Gesù che ci danno speranza e gioia:

“Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via”.

Siamo cittadini del cielo

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Se volete sapere perché mi sento tranquillo e fiducioso, qual è il motivo della nostra serenità, recitate il Credo. Vi troverete la risposta.

Alla fine si recita: “Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna”.

Incontreremo Dio

Ricordo che alcuni anni fa a mezzogiorno andavo in una cappella vicino al mio luogo di lavoro per visitare Gesù nel Tabernacolo.

Amavo passare l’ora di pranzo in quella cappella che invitava alla preghiera.

Lì ero felice. La chiamavo “la mia anticamera del cielo”. A volte mi imbattevo nelle suore che amministravano il luogo. Recitavano delle preghiere che terminavano così, ricordo la frase: “Concedici una buona e santa morte”.

Mi colpiva l’insistenza nel chiedere una morte santa. Ero giovane, e l’ultima cosa a cui pensavo era morire.

Col passare del tempo, mi sono reso conto che la vita è fugace e che procediamo tutti verso l’incontro con Dio. Dobbiamo quindi prepararci, non andare a mani vuote.

Essere pronti

Ci raccomandano di vivere in pienezza, facendo il bene, con lo sguardo rivolto al cielo. Ve lo racconto perché oggi ho trascorso parte della mattinata al funerale di un parente stretto. Ha avuto quella morte santa e pacifica.

Per tutta la Messa ho riflettuto su quanto sia fugace e fragile la vita, e su come ci aggrappiamo alle cose temporali, al denaro, al potere, al lusso.

Le Scritture ci avvertono:

“I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese” .

(Luca 12, 35)

Quanto affanno per possedere ricchezze, ville, auto di lusso… E alla fine porti via solo l’amore che hai messo nelle tue buone azioni.

Gli esperti di questi argomenti ci dicono che, quando saremo alla presenza di Dio durante il nostro giudizio personale, ci verrà posta una domanda fondamentale: “Hai amato?”

Due storie per riflettere

Nel mio Paese c’era la storia di un imprenditore milionario e padre di famiglia che era avido e risparmiava ogni centesimo che guadagnava. Non ho mai saputo se la storia fosse vera, ma ve la racconto lo stesso:

“Un uomo, al momento della morte, diede istruzioni ai suoi avvocati di seppellirlo con tutto il suo denaro. Gli avvocati informarono i figli dell’ultima volontà del padre e del fatto che non avrebbero quindi ricevuto un centesimo in eredità. Il figlio più giovane, che era molto furbo, rispose agli avvocati: ‘È vero, dobbiamo concedere a nostro padre la sua ultima volontà. E se seppellirlo con tre milioni di dollari è il suo ultimo desiderio, lo risolveremo in fretta’.

Prese il libretto degli assegni, estrasse un assegno in bianco, scrisse la data, il nome completo di suo padre, la somma di tre milioni di dollari e lo depositò nella camicia che indossava suo padre.

Gli avvocati lo guardarono stupiti.

‘Fatto. Se ne andrà con i suoi soldi’.

Risolto questo scoglio, tutti si spartirono il denaro”.

Avidità, soldi, orgoglio, cose che non ci servono per la nostra eternità. Bisogna essere pronti a vivere e anche a morire. La Bibbia ha molti passi su questo tema. Li avete mai meditati?

Pronti e con speranza

Ricordo sempre uno zio di mia moglie che si è ammalato di leucemia fulminante. Ha affrontato con dignità cristiana la sua malattia, e ha preparato tutto in anticipo affinché né la moglie né i figli avessero difficoltà al momento della sua dipartita.

Una sera ci hanno informati di un suo peggioramento e siamo andati a fargli visita a casa sua. Ad un certo punto siamo rimasti soli e gli ho chiesto:

‘È pronto ad andare?’

Ha capito quello che volevo chiedere e ha risposto con entusiasmo.

‘Claudio, ho le valigie pronte per quando Dio mi chiamerà. Sono ben preparato’.

‘E cosa farà quando sarà lì?’

‘La verità è che sarò molto occupato a scoprire le meraviglie di Dio e a pregare il Padre per tutti voi’.

Come salvare la tua anima all’ultimo minuto

E come sta la tua anima, gentile lettore? Sempre pronta?

Vorrei condividere con te un video in cui ti spiego come puoi salvare la tua anima nell’ultimo minuto di vita se non trovi un sacerdote che ti confessi e ti faccia rappacificare con Dio.

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