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I santi della settimana? Onoriamo la loro memoria con un’azione cristiana!

san Vincenzo Romano santa Samthann di Clonbroney beato Peter Friedhofen santa Francesca Saverio Cabrini

Antoine Mekary | Aleteia - Public Domain

Lucia Graziano - pubblicato il 21/12/22

Anche questa settimana, prosegue la sfida che abbiamo lanciato all’inizio del mese: che ne direste di provare a onorare, giorno per giorno, il santo di cui fa memoria il martirologio, compiendo una buona azione ispirata alle gesta del “festeggiato”?

Ci sono mille modi per onorare i santi: innanzi tutto pregandoli, naturalmente; oppure leggendo i loro scritti. Ma, in questo mese di dicembre, noi di Aleteia abbiamo deciso di farvi una proposta: proviamo a onorare i santi del giorno compiendo un’azione cristiana che sia ispirata alle loro gesta!

Ecco a voi qualche spunto per la settimana che inizia, per chi volesse unirsi a noi in questa piccola sfida d’Avvento.

19 dicembre: santa Samthann di Clonbroney. Compi un gesto di carità verso i lebbrosi!

Samthann di Clonbroney è una di quelle oscure sante medievali di cui s’è ormai quasi persa la memoria e che, proprio per questo, suscitano in me una fascinazione incredibile: come si fa a non lasciarsi incuriosire dalla loro storia?

Ebbene: questa è la storia della nostra Samthann, nata in Irlanda verso la fine del VII secolo e morta il 19 dicembre 739. Contro la sua volontà, la giovane fu data in sposa a un nobile cavaliere, ma riuscì a convincerlo a non consumare il matrimonio in rispetto al suo desiderio di conservare la verginità per consacrarsi a Dio. Di lì a poco, Samthann fondò un monastero di cui divenne badessa: la sua comunità era nota per l’estrema frugalità con cui vivevano le monache (si dice addirittura che una regola non scritta ordinasse loro di possedere non più di sei mucche, per non perdere quella semplicità evangelica all’insegna della quale avevano deciso di condurre la loro vita).

Onoriamo la festa di santa Samthann compiendo un’azione cristiana

Tra le numerose opere di carità che vengono attribuire a Samthann, una spicca per la sua somiglianza col gesto che ha reso celebre san Martino di Tours: trovandosi di fronte a un lebbroso che chiedeva di carità, la monaca gli donò di buon grado una delle mucche della sua abbazia (…e già ne avevano poche!) e la metà del suo mantello.

Il lebbroso, in realtà, era un angelo del Signore che aveva assunto quella forma proprio per mettere alla prova la generosità della monaca (e dunque provvide a restituire al monastero tutto ciò che era stato donato): ma se fossimo noi a essere sottoposti a questo test, lo supereremmo altrettanto facilmente? Nel dubbio, non lasciamoci cogliere impreparati e cerchiamo anche noi di aiutare i bisognosi.

Le possibilità sono mille, ma per aderenza con quanto narrato dalla Vita di Samthann, io propongo una attività a favore delle persone affette da lebbra: con una piccola donazione di 15 euro sul sito Missione lebbra, sarà possibile far arrivare un paio di sandali ortopedici a quei pazienti che, a causa della malattia, hanno sviluppato problemi ai piedi che ne ostacolano la deambulazione.

Link: https://missionelebbra.org/campaigns/progetto-sandali/

20 dicembre, san Vincenzo Romano. Scopri la sua sciabica!

L’instancabile sacerdote, vissuto in Campania nei decenni a cavallo tra XVIII e XIX secolo, nacque, visse e morì a Torre del Greco offrendo la sua intera vita a vantaggio della popolazione locale. Si dedicò all’evangelizzazione dei contadini e dei pescatori; fondò enti assistenziali dedicati all’assistenza dei poveri; in un paio di occasioni, prese addirittura posizione nella lotta contro la criminalità organizzata.

Onoriamo la festa di san Vincenzo Romano compiendo un’azione cristiana

Unadelle iniziative più originali di san Vincenzo Romano fu l’invenzione della sciabica, un innovativo metodo di evangelizzazione che prendeva il nome dalla rete a strascico con cui gli uomini di Torre del Greco andavano a pesca (la sciabica, per l’appunto). Per analogia con quanto fatto dai pescatori, che con la loro rete inseguivano i banchi di pesce, il parroco andava a predicare all’aperto, annunciando il Vangelo nelle osterie, in mezzo al mercato, nelle piazze affollate: insomma, in tutti i luoghi in cui ferveva la vita pubblica. Magari, la maggior parte dei presenti l’avrebbe ignorato continuando a farsi i fatti suoi; ma se solo il parroco fosse riuscito a intercettare un singolo individuo che non frequentava la chiesa, e che solo in quel modo poteva esser raggiunto dalla Buona Novella…

E noi, ce la sentiremmo di imitare san Vincenzo, annunciando il Vangelo anche là dove nessuno se lo aspetta? Coi compagni di università, o in ufficio davanti alla macchinetta del caffè, o ancora sui nostri canali social (se già non siamo abituati a usarli in questo senso)? Proviamoci, stamane; e il calendario ci aiuta, in questo. Basterà sfruttare con un po’ di astuzia la domanda «e tu che progetti hai per il Natale?»

21 dicembre: beato Peter Friedhofen. Offri un aiuto a quell’amico che è a letto con l’influenza!

Nella Germania della prima metà del XIX secolo, don Peter fondò la congregazione dei Fratelli della Misericordia di Maria Ausiliatrice, una famiglia religiosa che si occupava di portare conforto cristiano (e soprattutto assistenza logistica!) a quegli infermi che, a causa della malattia, non potevano più svolgere un lavoro ed erano costretti in casa tutto il giorno, dipendendo dalla carità degli altri.

Il sacerdote morì quarantenne, a causa della tubercolosi che aveva contratto facendo visita agli ammalati; gli sopravvive però la sua opera, che ancor oggi continua a portare conforto ai malati gestendo cliniche a ispirazione cattolica e offrendo assistenza sanitaria alle persone in condizioni di fragilità economica.

Onoriamo la festa del beato Peter Friedhofen compiendo un’azione cristiana

Non so voi, ma io sono circondata da parenti e amici che passeranno il Natale a letto con l’influenza. Se anche voi vi trovate nella stessa situazione, perché non approfittare di questa giornata per portare un po’ di conforto a questi “nostri” malati? Non necessariamente bisogna essere in condizioni disperate per aver bisogno di assistenza: anche cucinare un piatto di pasta può diventare un’impresa titanica, se si è soli in casa con la febbre a 39°. E allora, perché non mandare un messaggio a quell’amico che sappiamo malaticcio, per chiedergli se han bisogno di qualcosa o se gradisce ricevere un po’ di cibo fatto apposta per lui, già porzionato e pronto da scaldare al microonde?

22 dicembre: santa Francesca Saverio Cabrini. Sostieni le sue missioni!

Non c’è bisogno di spendere troppe parole a presentazione di questa popolarissima santa, nevvero? Nata a Sant’Angelo Lodigiano nel 1850, a soli trent’anni fondò una famiglia religiosa del tutto innovativa per quei tempi: la prima congregazione femminile con una vocazione apertamente missionaria (tradizionalmente, fino a quel momento, erano gli ordini maschili a lavorare con più frequenza nelle terre di missione). Papa Leone XIII la inviò a evangelizzare le Americhe e santa Francesca svolse il suo compito con una pervasività e un’efficacia difficilmente immaginabili, dedicandosi in particolar modo all’assistenza dei numerosi immigrati italiani, di cui favorì l’integrazione. Non è un caso, se la Chiesa la considera oggi patrona dei migranti.

Onoriamo la festa di santa Francesca Cabrini compiendo un’azione cristiana

Le missioni fondate da suor Francesca Saverio Cabrini esistono ancor oggi, e ancor oggi fanno sentire la loro opera benefica in numerosi Paesi del Mondo. E allora, il modo migliore per onorare la memoria della santa sarà sicuramente quello di approfondire la conoscenza con tutta quella grande famiglia che oggi la chiama “madre”: navigando sul sito Cabrini World, avremo la possibilità di scoprire le attività portate avanti, sostenere con preghiere e piccole donazioni le opere missionarie e (perché no?) anche vagliare la possibilità di dare una mano come collaboratore laico. C’è sempre bisogno di aiuto!

Link: https://www.cabriniworld.org/

23 dicembre: san Thorlac. Festeggialo con la Þorláksmessa, come fanno gli Islandesi!

Nel giorno d’oggi, gli islandesi festeggiano la ricorrenza di Þorláksmessa: letteralmente, “la Messa di Thorlac”, il santo patrono dell’isola. Il religioso, vissuto nel XII secolo, guidò per lunghi anni una delle più grandi diocesi dell’Islanda, lottando duramente contro la mollezza di costumi che negli ultimi tempi sembrava essersi impossessata di molti fedeli: poco dopo la sua morte, i suoi confratelli composero su di lui una Vita lunga e dettagliatissima, che (fra le altre cose) è per noi fonte preziosa di informazioni sulla vita quotidiana nell’Islanda medievale.

Onoriamo la festa di san Thorlac compiendo un’azione cristiana

Oggigiorno, molti Islandesi vivono il giorno della Þorláksmessa come una allegra antivigilia durante la quale ci si dedica agli ultimi preparativi per il Natale: incartare i doni da far trovare sotto l’albero, mettere a punto le ultime decorazioni, dare una spolverata in salotto per accogliere nel miglior modo gli ospiti che verranno. In realtà, fino a qualche decennio fa, il giorno della Þorláksmessa aveva un marcato sapore penitenziale: si mangiava cibo di magro e si offrivano a san Thorlac piccoli fioretti; insomma, ci si prendeva un momento di pausa prima di entrare nel vortice delle feste natalizie, dedicando quella giornata alla preghiera e alla riflessione.

Vedete un po’ voi quale delle due modalità risulta più nelle vostre corde…

24 dicembre: festa dei santi antenati di Gesù. Ripercorri l’albero genealogico di Gesù!

Non irragionevolmente, la Chiesa fissa al 24 dicembre la festa di un buon numero dei patriarchi biblici, da Adamo da nostro progenitore giù giù fino a ripercorrere tutto l’albero genealogico di Gesù.

Onoriamo la festa dei santi antenati di Gesù compiendo un’azione cristiana

E se la Chiesa ci suggerisce di fare memoria degli antenati di Gesù, chi siamo noi per disubbidire? Gli adulti potranno certamente trarre beneficio dalla meditazione di qualche passo biblico; in compenso, è pensata per famiglie la deliziosa risorsa che segnaliamo sul sito Mogli e mamme per vocazione: con un semplice click, sarà possibile scaricare gratuitamente un file PDF contenente tante piccole decorazioni da ritagliare, colorare e appendere all’albero. Pallina dopo pallina, i bambini potranno ripercorrere l’intera genealogia di Gesù: un modo intelligente ed educativo per occupare in allegria la Vigilia di Natale!

Link: http://www.mogliemammepervocazione.com/lalbero-di-jesse/

25 dicembre: beato Jacopone da Todi. Ascolta che ha da dirti!

Sì, d’accordo, il 25 dicembre è Natale, e fin qui siamo tutti d’accordo. Ma poiché il beato Jacopone da Todi ebbe la brutta idea di morire proprio in quello stesso giorno, il 25 dicembre è anche la data in cui il martirologio fa memoria del poeta duecentesco, autore di oltre novanta laude in volgare italiano (oltre che di preghiere universalmente note, come lo Stabat Mater).

Onoriamo la festa del beato Jacopone da Todi compiendo un’azione cristiana

…ad esempio, rileggendo una delle sue poesie, che sono così belle e profonde da non meritare d’essere confinate alle lontane reminiscenze scolastiche. Qui ve ne proponiamo una, interpretata per noi dagli studenti dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e presentata da monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la Cultura e l’Università del Vicariato di Roma. Nella sua Lauda 39, Jacopone da Todi canta la sofferenza di un amore appassionato ma non corrisposto: non quello di un cavaliere verso la sua dama, evidentemente, ma quello di Gesù verso l’umanità. Quante volte ci comportiamo come se non esistesse, quel Dio che, per infinito amore, è stato pronto a farsi uomo e a morire per noi!

E allora, non farà male ritagliarsi qualche minuto per riflettere sulle parole di Jacopone: anzi, questa Lauda potrebbe davvero essere il modo perfetto per concludere la nostra giornata di Natale.

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