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Perché Maria interroga l’angelo Gabriele?

ATHENS GREECE OCTOBER 8 2015 The fresco of Annunciation on the facade of Metropolitan Cathedaral by B Antoniasis 1895

Renata Sedmakova | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 19/12/22

Perché è falso dire che chi crede non ha domande, e non è vero che Dio non risponde. Solo che il Signore non dice sempre quello che noi vogliamo sentire

Vangelo di martedì 20 dicembre

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei. (Luca 1,26-38)

Il Vangelo di oggi ci propone l’annuncio dell’angelo a Maria. La reazione di Maria potrebbe assomigliare a quella di Zaccaria, ma in realtà questa donna non reagisce con l’incredulità ma con la curiosità tipica di chi non ha messo la ragione chiusa in un cassetto.

Maria interroga l’angelo, gli fa domande serie, profonde, concrete. L’esperienza di fede, come d’altra parte ogni vita spirituale, non si nutre di risposte imparate a memoria, ma di domande rivolte con intelligenza a Colui che soltanto non solo può rispondere ma può anche allargare le nostre domande affinché accolgano una verità più grande:

Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:  nulla è impossibile a Dio».

Non è vero che chi crede non ha domande. E non è vero che Dio non risponde. Dovremmo recuperare questa dinamica di autentico dialogo nella nostra preghiera, ma dovremmo anche accettare che Dio non ci dice sempre ciò che vorremmo sentirci dire, ma sicuramente ci dice la verità.

E una cosa vera vale più di mille storie inventate. Infatti serve a poco trovare facili consolazioni, serve invece fidarci fino al punto di dire come Maria:

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

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