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L’amore può finire?

Couple argument

fizkes | Shutterstock

Felipe Aquino - pubblicato il 14/12/22

Quanto tempo può durare l'amore nel matrimonio? O quando inizia a crollare?

Quanto tempo può durare il matrimonio? O ancora, quando inizia a crollare? Fino a poco tempo fa, si pensava che le prime crisi arrivassero dopo sette anni di convivenza “felice”. Poi il tempo si è abbreviato, e la “data di scadenza” è stata portata a cinque anni.

Qualche anno fa, uno studio realizzato dall’Università del Wisconsin (Stati Uniti) su circa 10.000 coppie ha scoperto che l’amore non sopravvive più di tre anni, dato che coincide con quello di un altro studio effettuato nel Regno Unito su 2.000 coppie.

“La passione eterna esiste solo nei film”, afferma lo psicologo Bernardo Jablonski, autore del libro Finché vita non ci separi: la crisi del matrimonio contemporaneo. Le varie separazioni che ha attraversato possono però provenire dal fatto di aver identificato l’amore con l’emozione: “Nella passione si soffre, si smette di mangiare, non si riesce a dormire. Non può durare!”

Non sfugge a questa confusione anche un altro psicologo rinomato, Aílton Amélio. Basandosi sul principio che tutto nella vita ha bisogno di essere alimentato per non morire, conclude: “L’amore può terminare, perché ha bisogno di essere nutrito dai fatti. È come andare in motocicletta: se ti fermi, cadi”.

Nonostante la difficoltà di distinguere le cose, il regista Roberto Moreira riesce a far intravedere una luce in fondo al tunnel: “L’amore può essere eterno, ma la probabilità è bassa. Una relazione che duri più di dieci anni è un successo”. Riferendosi al suo film Quanto dura o amor?, del 2009, Moreira presenta la soluzione all’enigma: “Forse il titolo migliore era Quanto dura a paixão?, perché l’amore esiste solo quando il partner smette di essere una nostra proiezione”.

“Amore” è la parola più inflazionata del pianeta, dice tutto e niente. Può anche nascondere un egoismo così atroce che il suo frutto è disperazione e morte.

Per i cristiani, però, la sua realtà risplende come il sole. A trovare il suo pieno significato è stato l’evangelista San Giovanni. Perché è l’unico degli apostoli che si dichiara più volte il “discepolo amato” da Gesù? La risposta è semplice e illuminante: perché è stato lui a scrivere la pagina più toccante della Bibbia e ad aver fatto la scoperta più rivoluzionaria della storia:

“Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” .

(1 Gv 4, 16)

Ma cos’è l’amore? Ecco la risposta di San Giovanni:

“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” .

(1 Gv 4, 9-10)

Per San Giovanni, amare è dare il meglio che esiste nel cuore umano – senz’altro frutto del sacrificio – perché la persona che ci sta accanto abbia una vita dignitosa e piena. Come fa Dio, che offre quello che ha di più prezioso: Suo Figlio Gesù. Amare è uscire da se stessi, è svuotarsi dei propri interessi perché l’altro si liberi e si promuova, nel suo senso più vero e profondo. Per questo, l’amore richiede dominio di sé ed eroismo, chiedendo di porsi davanti a ogni persona senza tener conto di emozioni, dolori, attaccamenti e preconcetti che si annidano nel nostro cuore. Amare è prendere sempre l’iniziativa. “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio”.

L’amore umano, anche se bello, misterioso e coinvolgente, non è sufficiente a riempire lo spirito umano. Se è indispensabile per iniziare un matrimonio, è insufficiente per tenerlo in piedi per tutta la vita. Il Documento di Aparecida ricorda che il fatto di essere amati da Dio ci riempie di gioia, e che l’amore umano trova la sua pienezza quando partecipa dell’amore divino, dell’amore di Gesù che si dona in modo solidale per noi nel Suo amore pieno fino alla fine.

Quello che può finire – a volte con una rapidità tale da trasformarsi nel suo contrario – è l’emozione, il sentimento, l’emotività. L’amore vero, però, non finisce mai, semplicemente perché si identifica con Dio. In questa simbiosi divina, passa ad avere la fisionomia di Dio: paziente, umile e perseverante, misericordioso e gratuito: Tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (cfr. 1Cor 13,4-7).

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