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Gli attori di “The Chosen” parlano in esclusiva ad ALETEIA

THE CHOSEN

The Chosen | Vidangel Studio

José Luis Panero - pubblicato il 13/12/22

Elizabeth Tabish, Noah James e Amber Williams raccontano a Madrid la loro esperienza nel girare la nuova versione dei Vangeli che ha spezzato gli schemi in tutto il mondo

Alla fine di ottobre, la capitale spagnola si è paralizzata quando vi sono arrivati tre dei tanti attori famosi che fanno parte della bellissima storia che è The Chosen. Elizabeth Tabish (che interpreta Maria Maddalena), Noah James (il discepolo Andrea) e Amber Williams (Tamar) hanno condiviso con la stampa specializzata aneddoti sulla serie.

Attualmente The Chosen (tradotta in 56 lingue), che narra la vita di Gesù dal punto di vista di coloro che hanno vissuto con Lui ed è fedele al Vangelo – ben al di là dei personaggi e dei luoghi comuni che tutti conosciamo –, si può apprezzare da tre importanti aeropaghi.

Uno di questi è la piattaforma acontra+, gestita dalla casa di distribuzione A Contracorriente Films, per chi vuole assaporarla online. Chi preferisce il formato DVD e Blu-ray, ha il prodotto disponibile dal 28 novembre, e nei cinema esce il venerdì.

Il 2 dicembre sono stati diffusi gli episodi 1 e 2 della prima stagione, il 9 dicembre sono usciti 3°, 4° e 5°, e il 16 verranno lanciati 6°, 7° e 8°.

actores de The Chosen
L’autore dell’articolo (in alto) insieme a Elizabeth Tabish, Noah James e Amber Williams

Non si sa ancora niente della promozione della seconda stagione. Si sa invece che la terza è uscita negli Stati Uniti e in un giorno ha guadagnato 8 milioni di dollari. The Chosen avrà sette stagioni, per un totale di oltre 50 capitoli.

Com’è stata la vostra esperienza dell’Ora Santa a Las Rozas di lunedì 24 ottobre, promossa al movimento Hakuna?

Noah James: È stato davvero il punto forte del nostro viaggio in Spagna. C’erano molti giovani, erano splendidi, generosi, ci hanno accolti cantando… È stato davvero un ingresso in scena ideale.

Elizabeth Tabish: Credo che tutti debbano vivere questa esperienza, la comunità è piena d’amore.

Perché avete aderito al progetto della serie The Chosen?

ET: Ero sul punto di smettere di recitare, perché nonostante facessi delle pubblicità non guadagnavo molto e vivevo con mia madre… Il mio sogno era diventare attrice o morire, e quando la mia agenzia mi ha parlato di questo tema ho letto la sceneggiatura e ho sentito che era scritta per me, perché era tutto quello che avevo desiderato in un progetto. Il mio personaggio è ideale, complicato a livello emotivo, ma era un mezzo in cui potevo esprimere quello che provavo in quel momento. Questo progetto mi ha cambiata e mi ha salvata la vita.

Noah James: Questo lavoro ci ha chiesto molto più di qualsiasi altro come attori, ma il dono è stato così bello, una benedizione. Sono molto grato del fatto di avervi posto il mio cuore, sudore e lacrime… È la parte bella della recitazione, poter creare personaggi che sono un sogno.

Amber Williams: Loro (Noah James ed Elizabeth Tabish) hanno lavorato già nei primi episodi, io sono entrata un po’ dopo. Ho avuto la benedizione di vedere la qualità e l’esperienza cinematografica di ciascuno di loro, e volevo far parte di tutto questo. Mi sono quindi preparata per un casting per il personaggio della donna al pozzo, ma ho finito per interpretare Tamar. È stata un’esperienza incredibile, e mi ha fatto crescere veramente molto.

Cosa apporta The Chosen ad altri lavori sulla storia di Gesù?

AW: Guarda Gesù da un punto di vista diverso, perché vediamo la Sua vita attraverso coloro che Lo circondano: i discepoli e altri personaggi contemporanei. E sono tutti così unici che lo sguardo su di Lui è sempre nuovo. Vediamo anche Gesù in un’altra luce, più umano, più vicino. Lo vediamo mentre intaglia il legno, mentre si lava i denti, scherza, ride… È un Gesù con cui ci si può identificare facilmente. È per questo che credo che The Chosen stia piacendo a tanti.

Quali film su Cristo avevate visto prima dell’inizio della serie? Qual è stato il personaggio che vi è piaciuto di più, e come avete affrontato il vostro?

ET: Ricordo di aver visto Gesù di Nazaret (Franco Zeffirelli, 1977) e Jesus Christ Superstar (Norman Jewison, 1973), che è quello che mi è arrivato al cuore. The Chosen unisce quei due mondi, perché c’è un modo di raccontare la storia in maniera tradizionale, ma sono presenti anche la gioia, il dramma e l’emozione del musical. Quanto all’ispirazione, mi sono concentrata sul copione, che è molto originale, e tutti abbiamo provato a portarci dentro la nostra vita.

Cosa avete imparato da questo processo durante le riprese, dal 2019 a oggi? 

NJ: Moltissimo. La cosa più importante era trovare un ritmo per la serie a seguito di lunghe giornate di lavoro. A volte abbiamo girato una scena per dieci ore, anche se sullo schermo è solo di tre minuti. Per me la sfida più grande era rimanere “fresco” e non perdere l’energia dopo tante ore sul set. Al di là dell’aspetto religioso – sono ebreo –, è stata una grande opportunità di imparare gli insegnamenti di Cristo e condividerli con tutti gli altri protagonisti della serie. The Chosen mi ha aperto gli occhi su qualcosa che non conoscevo, ad esempio attraverso le parabole. La mia prima esperienza nella serie è stata legata al discorso della montagna, che per me è impressionante.

AW: Quello che mi arriva e da cui ho imparato è essere paziente con me stessa, come essere umano e come artista. Mi ha aiutata a sentire la Grazia, l’impegno e l’onestà nei confronti di miei colleghi per interpretare bene il mio personaggio. Poi è arrivato il legame con il ruolo assegnato, e tutto questo ha fatto aumentare la mia fiducia come attrice, e ho potuto incarnare un personaggio speciale di duemila anni fa. Il regista Dallas Jenkins è stato molto generoso con noi, adora esplorare completamente quello che funziona o meno del nostro lavoro. Si tratta poi di un progetto al quale non si sapeva se sarebbe stato possibile dare continuità, visto che è partito con un’iniziativa di crowdfunding… A tutto questo si è aggiunta l’emergenza Covid nella seconda stagione, abbiamo avuto il lockdown, gli spettatori la potevano vedere gratis… C’erano momenti in cui non riuscivamo a prevedere cosa sarebbe accaduto. È stato davvero un dono realizzare la serie, direi addirittura un miracolo. Un miracolo che si è realizzato. Vorrei anche segnalare quanto sia essenziale fare comunità. Alla fin fine sono stati i fans a finanziare il progetto, che può arrivare in molti Paesi e si apre quindi a molte culture. In sintesi, è stata un’esperienza meravigliosa.

Cosa sarebbe accaduto se The Chosen non fosse stato sulle piattaforme? Credete che avrebbe avuto lo stesso successo?

NJ: È chiaro che una parte del successo è stata dovuta al Covid: la gente era isolata e non si sapeva con certezza cosa sarebbe successo. In quel momento, gran parte della società ha trovato un senso di speranza e amore da includere nella sua vita attraverso The Chosen, e questo ha favorito enormemente la popolarità della serie, tra le altre cose per il suo messaggio di guarigione.

AW: Credo che la serie sia come la propria canzone preferita: è così bella che vuoi condividerla subito, cosa che abbiamo fatto noi con i nostri familiari. “Dovete vedermi!”, ho detto ai miei fratelli. Tutto questo è avvenuto prima che uscisse nelle sale cinematografiche. Dobbiamo anche ringraziare per il sostegno sulle applicazioni mobili, visto che The Chosen è un lavoro umile, ma che racconta la storia di Cristo nel modo più autentico.

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