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Papa Francesco e il suo team diplomatico hanno in mente Helsinki

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Pope Francis Thumbs up

Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 12/12/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Lunedì, 12 dicembre 2022

1. Papa Francesco e il suo team diplomatico hanno in mente Helsinki

2. La Reinvenzione della Chiesa cattolica 

3. I risultati del pontificato attuale saranno decisi dai successori di Papa Francesco, come il cardinale Kasper

4. Le spese folli della Fabbrica di San Pietro

5. Papa Francesco e la politica del “guardare da vicino”

1Papa Francesco e il suo team diplomatico hanno in mente Helsinki

Durante la sua visita in Kazakistan a settembre, Papa Francesco ha chiesto un “nuovo ‘spirito di Helsinki’, la volontà di rafforzare il multilateralismo, di costruire un mondo più stabile e pacifico pensando alle nuove generazioni”. Queste parole non sono state scelte a caso, nota John Allen di Crux. La capitale finlandese potrebbe occupare in questo momento “una parte maggiore parte dell’energia intellettuale collettiva del Vaticano”, per ragioni non pastorali, ma geopolitiche. La Santa Sede sembra voler riportare il mondo al modello degli “Accordi di Helsinki” del 1975, che rappresentano una fonte di “ispirazione per gli attuali sforzi di Roma per porre fine alla guerra in Ucraina”. Questo martedì, verrà promossa a Roma congiuntamente dall’ambasciata italiana presso la Santa Sede, L’Osservatore Romano, la Radio Vaticana, Vatican News e la rivista italiana Limes, con la partecipazione del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, una conferenza intitolata “L’Europa e la Guerra: dallo Spirito di Helsinki alle Prospettive di Pace”. Secondo Crux, gli Accordi di Helsinki, criticati ma anche riconosciuti dalla storia per aver impedito un’escalation dei conflitti Est/Ovest, occupano un posto importante nella memoria diplomatica e nell’immaginazione del Vaticano per tre ragioni. In primo luogo, hanno rappresentato una svolta per l’Ostpolitik, ovvero il dialogo con il mondo socialista, concepito dal cardinale Agostino Casaroli. In secondo luogo, il Vaticano ha sempre considerato l’Italia il suo alleato più naturale sulla scena mondiale, e gli Accordi di Helsinki sono il miglior esempio moderno di come mettere in pratica questa idea, perché uno degli architetti principali dell’accordo, insieme a Casaroli, è stato l’allora Presidente del Consiglio italiano, Aldo Moro. Papa Francesco e il suo team credono infine che gli accordi di Helsinki giustificassero le stesse politiche di pazienza e moderazione che hanno cercato di applicare alla Russia quasi mezzo secolo dopo. “Diplomaticamente Francesco è una colomba, non un falco”, spiega Crux, prima di concludere che non è solo “lo spirito del Vaticano II” a definire il papato di Francesco. È anche “lo spirito di Helsinki”.

Crux, inglese.

2La Reinvenzione della Chiesa cattolica 

The Atlantic offre una lettura storica del modo in cui la Chiesa ha sviluppato il suo rapporto con il mondo negli ultimi secoli ed è diventata una “presenza assertiva nella vita pubblica” analizzando il libro del prevost dell’Università di Notre Dame, John T. McGreevy, “Catholicism: A Global History From the French Revolution to Pope Francis”, uscito nel settembre 2022. McGreevy spiega che, nonostante il numero sempre più ridotto di sacerdoti e fedeli praticanti, ci sono “ricche” prove che dimostrano che “il cattolicesimo non è in discussione; sta solo cambiando”. L’autore contesta l’idea che negli ultimi due secoli la Chiesa sia stata “un’istituzione morta contro il mondo moderno”, sostenendo piuttosto che il cattolicesimo abbia iniziato il suo dialogo con la società molto prima del Concilio Vaticano II nel 1962. McGreevy ritiene che questo dialogo sia iniziato nel 1789 con la Rivoluzione francese. Nei decenni successivi, la Chiesa “si è opposta dogmaticamente alla modernità”, e la sua “certezza su ciò a cui si opponeva ha offuscato il senso di ciò che avrebbe dovuto sostenere, perché si è adattata alle circostanze in modi che oggi sembrano palesemente incoerenti”. Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa è diventata pellegrina, “fornendo un umile servizio” al mondo e ai suoi problemi. L’autore dell’articolo sottolinea tuttavia che “l’opposizione della Chiesa alla modernità aveva dato ai cattolici un avversario comune contro cui unirsi, e aveva soppresso i disaccordi interni della Chiesa. Il Vaticano II li ha portati allo scoperto”. La visione di quello che la Chiesa dovrebbe offrire al mondo è da allora ricaduta sui “Papi, che hanno usato il papato per promuovere programmi distinti di impegno nei confronti del mondo”. McGreevy sostiene però che nonostante il cambiamento della Chiesa nel modo in cui si impegna con il mondo, la coerenza su questioni morali o geopolitiche “non è stata la regola dal 1965 più di quanto non lo sia stata dopo il 1789”. “Ancora una volta, è difficile dire cosa sostiene la Chiesa cattolica, ma tutti sanno a cosa si oppone”, conclude.

The Atlantic, inglese.

3I risultati del pontificato attuale saranno decisi dai successori di Papa Francesco, come il cardinale Kasper

Il teologo tedesco Walter Kasper, uno dei cardinali che hanno contribuito maggiormente all’elezione di Bergoglio nel conclave del 2013, parla dell’azione riformatrice che Papa Francesco ha avviato negli ultimi dieci anni, che nella pratica dovrebbe essere destinata a cambiare il rapporto tra Chiesa e Magistero.

Il Messaggero, italiano.

4Le spese folli della Fabbrica di San Pietro

Licenziamenti brutali, spese sontuose e clientelismo: questo il triste quadro dipinto dal blog italiano Silere non possum riferendosi al funzionamento della basilica di San Pietro.

Silere Non possum, italiano.

5Papa Francesco e la politica del “guardare da vicino”

Papa Francesco ama particolarmente il contatto personale con la gente, come si vede non solo durante le udienze generali, ma anche quando viene coinvolto in conversazioni più impegnative. Questo stile è evidente nel suo modo di governare, afferma il vaticanista Andrea Gagliarducci. 

Monday Vatican, inglese.

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