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Spiritualità
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Così l’angelo custode può diventare un antidoto contro le tue paure

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Shutterstock | Oporty786

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/12/22

Gli angeli e san Michele possono trasmettere sensazioni di sicurezza e migliorare il nostro stato d'animo. Ecco come

L’angelo custode, e in particolare San Michele, possono essere antidoti contro la paura. Ci possono aiutare e renderci meno fragili: nel libro “L’arcangelo virtuoso – San Michele e la lotta ai vizi capitali” (edizioni Segno), l’autore Marcello Stanzione spiega come l’azione angelica può supportare le persone paurose. 

Cosa è la paura? 

Tale vizio capitale è un’emozione che nasce dalla testa e scaturisce ogniqualvolta si avverte una minaccia, che può avere origini esterne o interne. La sensazione di pericolo può essere reale o immaginaria, e riguardare realtà presenti o future. Il pauroso è uno specialista nel dipingere scenari catastrofici ed è prigioniero delle proprie trappole mentali. 

UOMO, SPAVENTATO, OCCHIALI

Cosa “tortura” una persona paurosa?

Le paure che lo torturano hanno nomi diversi: il timore del cambiamento, la preoccupazione di sbagliare, l’ansietà dell’ignoto, la paura della solitudine, il timore della critica, il disagio dinanzi all’ostilità, il sospetto dell’imbroglio o del tradimento. Dinanzi a queste paure, spesso trova sicurezza e rifugio nell’autorità esterna e nelle istituzioni che rappresentano punti fermi di riferimento per il suo agire. 

Ritiro o attacco?

Da bambini, quelli che poi sono diventati paurosi, non riuscivano a prevedere come quelli più forti di loro si potessero comportare nei loro confronti, così per difendersi hanno sviluppato due comportamenti fondamentali: quello del Ritiro (atteggiamento fobico) o quello dell’attacco (atteggiamento controfobico). 

Attaccare senza bisogno

Tali atteggiamenti possono rimanere separati per tutta la vita o alternarsi a seconda delle circostanze. I paurosi temono più ciò che non c’è che quello che c’è. Il loro eccesso di difesa li porta, infatti, o ad atteggiamenti codardi o ad attaccare senza bisogno se si sentono forti (più facilmente in gruppo). 

L’arma di difesa di chi ha paura

L’arma di difesa adottata dai paurosi, come si è visto, è elaborare delle strategie difensive come costituirsi in gruppi chiusi, dove le persone abbiano dato prova di affidabilità e di lealtà, o mettersi sotto le ali protettrici di un leader carismatico potente. 

Trasferire la paura ad un livello diverso

Ovviamente queste strategie non permettono di sconfiggere la compulsione, ma semplicemente di trasferirla ad un diverso livello, non affrontandola veramente mai. Il cammino di liberazione sarà quello di riuscire a guadarla in faccia, non confondendo il suo superamento con comportamenti contro-fobici, egualmente dannosi, ma accogliendola con onestà. 

Le strategie del pauroso

Il pauroso nega la paura con strategie raffinate; in sostanza è probabilmente il personaggio che se la racconta di più. Abilissimo nel giustificare il suo costante e assoluto impegno a “non fare”, poiché fare lo metterebbe in pericolo, anzi, certamente lo infilerebbe in uno dei tre pericoli basici: perdere il controllo, perdere la vita e perdere le persone. Aiuto!

FEAR

Tendenza a rimandare

Ha una forte tendenza a procrastinare ed è abilissimo a opporre ostacoli al suo successo personale esistenziale. In genere parla di lasciare i meriti ai colleghi che ne hanno più bisogno ma in realtà non è in grado di reggere il peso dei riflettori perché lo illuminerebbero troppo e quindi sarebbe nudo e indifeso; ha una lista infinita di soluzioni per ritardare il momento e queste litanie di scuse lo rendono spesso noiosissimo. 

Livello di successo

È molto difficile per il pauroso raggiungere un certo livello di successo e imparare a goderne senza sentirsi in colpa; essendo di natura dubbiosa, mette sempre in discussione anche le sue stesse idee o intuizioni. 

L’angelo della Risurrezione

Gli angeli possono diventare degli antidoti contro la paura. Meditiamo le parole: “Non abbiate paura!” che l’angelo della Risurrezione rivolge alle pie donne. Ricordiamo la scena: Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salomè si recano al sepolcro per imbalsamare il corpo morto di Gesù il primo giorno della settimana. Siamo all’alba. San Marco “al levare del sole”, cioè le ultime ore della notte prima delle sei. “Il primo giorno della settimana” o “il primo giorno dopo il sabato” è un’espressione per indicare la celebrazione cristiana della domenica come “il primo” giorno della settimana, indicato come il giorno del Signore. 

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La preoccupazione delle pie donne

La preoccupazione delle pie donne era la grossa pietra che chiudeva la tomba (cfr. Mc 16, 3). Quindi le donne “entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: non abbiate paura!” (cfr. Mc 16, 5-6). Questo giovane è l’angelo, con una veste bianca, perché vive la vita divina e porta la potenza di dio; seduto sulla destra, che vuol dire che sta per annunciare la risurrezione di Cristo. 

“Non abbiate paura!”

Le tre donne “ebbero paura: questo verbo è molto forte e esprime uno stato di profonda agitazione e confusione dinanzi ad una grossa sorpresa. Le parole dell’angelo: “Non abbiate paura!”, frase che riporta alla scena della tempesta sul lago, quando Gesù rassicura i discepoli (cfr. Mc 4, 40s), sono parole che infondono fiducia, serenità e pace. 

San Michele come sconfigge la paura?

La paura è un avversario, una grande prova che abbiamo davanti a noi. È uno stato, un’emozione che caratterizza ciò che si conosce e si teme, una reazione naturale che scatta di fronte alla percezione di una minaccia. Qual è l’atteggiamento di san Michele del nostro angelo custode in questi tempi di Coronavirus di fronte alle nostre paure, alle sofferenze, alle malattie, alle perdite materiali, professionali o morali? 

Una caratteristica del nostro santo angelo custode e di tutti i santi angeli con a capo san Michele è la loro serenità imperturbabile di fronte al male fisico e morale. Gli angeli vivendo nella luce di Dio e partecipando quindi nella scienza divina, conservano la serenità dinanzi ai mali temporali e ai nostri peccati. L’unione intima che il nostro angelo custode ha con Dio serve lui per capire che se Dio permette un male nella nostra vita o nell’umanità, non è che per ottenere un bene maggiore.

SAINT MICHEAL
San Michele Arcangelo

Le certezze dell’angelo

Dinanzi alla paura delle sante donne per non sapere chi farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro e per non trovare Gesù nel sepolcro, il santo angelo inviato da Dio dà serenità a loro appuntando Gesù Cristo e affermando che è risorto dai morti (cfr. Mc 16, 6).

Una sicura “realtà spirituale”

Il nostro angelo custode è una sicura realtà spirituale per mantenere un atteggiamento sereno che influenzi il nostro comportamento concreto cristiano in questo momento e tempo che stiamo vivendo. 

Nel nostro bel compito quotidiano di diventare sempre di più come un angelo custode visibile per chi ci sta vicino, apporteremo beneficio e grazia se dalle nostre labbra e testimonianza risuonano le parole di speranza e serenità: “Non devi avere paura!” a chi sta soffrendo, a chi affronta una malattia grave, a chi vive nell’incertezza, a chi si muove nello stress, agitazione, paure.

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