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È vero che secondo la Bibbia non si deve celebrare il Natale?

CANDLE LIT MASS

Mike Kuhlman | Shutterstock

Jorge Luis Zarazúa - pubblicato il 06/12/22

Alcuni gruppi dicono che non si deve celebrare perché nessuno dei quattro Vangeli specificherebbe la data


Alcuni gruppi proselitisti, soprattutto i Testimoni di Geova, dicono che è proibito celebrare il Natale perché nessuno dei quattro Vangeli specifica la data della nascita di Cristo.

È come dire “Visto che non si può trovare il certificato di nascita, non gli facciamo una festa di compleanno”.

Dall’altro lato, ritengono che nel mese di dicembre, molto freddo nell’emisfero nord, sia impossibile che i pastori si stessero prendendo cura delle pecore, come si legge nel racconto evangelico.

Oltre a questo, bisogna ricordare che ai Testimoni di Geova è proibito celebrare qualsiasi festa di compleanno.

Perché il 25 dicembre?

I primi cristiani non la pensavano così. A partire dal IV secolo, iniziarono a celebrare questa festa il 25 dicembre, tenendo conto che a partire da allora il giorno è più lungo e il sole brilla di più sulla Terra.

Visto che Cristo è “la luce del mondo” (Gv 9, 5) e “l’Aurora dall’alto ci visiterà per risplendere su quelli che giacciono in tenebre e in ombra di morte” (Lc 1), è stato ritenuto appropriato far coincidere il ricordo della nascita di Gesù con la data in cui la presenza del Sole aumenta in relazione alla Terra.

In realtà, quello che celebriamo il 25 dicembre non è una data ma un evento, ovvero la nascita di Gesù e l’amore misericordioso del Padre:

“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.

Ricerche più recenti hanno scoperto che il 25 dicembre rappresenta una data storica, come vedremo in seguito.

Un altro motivo

È comunemente accettato che la celebrazione del Natale del Signore sia stata introdotta nella prima metà del IV secolo dalla Chiesa di Roma per ragioni ideologiche.

Sarebbe stato stabilito il 25 dicembre per controbilanciare una pericolosa festa pagana, il Natale Solis invicti(forse Mitra, o magari il titolo di un imperatore romano).

Questa festa sarebbe stata stabilita nel solstizio d’inverno (21-22 dicembre), quando il sole ha ripresa la sua marcia trionfale verso la sua massima irradiazione.

Nella sfera cristiana, indietreggiando di nove mesi, la celebrazione dell’annuncio dell’angelo alla Vergine Maria di Nazaret, e dell’Immacolata Concezione del Figlio e Salvatore, sarebbe stata fissata il 25 marzo.

Sei mesi prima della nascita del Signore, quindi, sarebbe stata collocata anche la festa della nascita del suo precursore e profeta Giovanni Battista.

È una data storica o meno?

Secondo le ultime ricerche (cfr. Tommaso Federici, 25 dicembre: una data storica, in 30 Giorni, novembre 2000, pp. 45-50), il 25 dicembre come giorno in cui Gesù è nato è una data storica.

Come si è giunti a questa conclusione? Prendendo come punto di partenza l’annuncio dell’angelo a Zaccaria (Lc 1, 5-25).

In che data spettava a Zaccaria di esercitare il suo ministero sacerdotale nel tempio (Lc 1, 8)? Essendo della classe di Abia (Lc 1, 5), gli spettava negli ultimi giorni di settembre (tra il 20 e il 30).

Sei mesi dopo, quindi, Maria ha ricevuto l’annuncio dell’angelo (Lc 1, 28; annuncio dell’angelo a Maria, 25 marzo); nove mesi dopo è nato Giovanni Battista (Lc 1, 57-66; nascita di Giovanni Battista, 24 giugno), e nove mesi dopo l’annuncio dell’angelo a Maria (25 marzo) è nato Gesù (25 dicembre).

Il 23 settembre e il 24 giugno per l’annuncio della nascita di Giovanni Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l’annuncio del Signore e la Sua nascita non sono date arbitrarie o copiate dalle ideologie dell’epoca.

Le Chiese avevano preservato memorie ininterrotte, e quando hanno deciso di celebrarle a livello liturgico hanno solo sanzionato l’uso da tempo immemore della devozione popolare.

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