Sul numero del 16 ottobre scorso di Maria con te è presente un articolo a firma di Riccardo Caniato che racconta la curiosa e originale vicenda all'origine del santuario salernitano della Madonna delle Galline di Pagani.
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Pagani è una cittadina della provincia di Salerno di trentacinquemila abitanti. La popolazione è fortemente legata al santuario della Madonne delle Galline, titolo particolare e insolito con cui è venerata qui la Madre di Dio.
"Andrò via in un posto dove mi vorranno bene anche le galline"
Nel XIV secolo, racconta Caniato, sopra Pagani nella località Tramonti, c'era una chiesetta andata in rovina che conservava un'icona della Madonna del Carmine con Gesù Bambino. La storia tramandata narra che una notte la Vergine apparve in sogno al sagrestano dicendogli:
Figlio mio, devi dire al parroco che rimetta a posto questa casa di Dio. Altrimenti io me ne andrò via, in un posto dove mi vorranno bene anche le galline.
L'alluvione
L'uomo avvertì il sacerdote del sogno profetico ma forse non fu preso seriamente e così la situazione di abbandono in cui versava la chiesa non migliorò. Un'alluvione colpì Tramonti e il fiume d'acqua, detriti e fango trascinò via verso valle l'icona mariana. Di cui non si ebbe più notizia.
Le galline ritrovano l'icona della Madonna
Tempo dopo a Pagani, nel corso del Cinquecento, in una domenica in Albis (la domenica successiva a quella di Pasqua), un gruppo di galline si mise a beccare con insistenza in un punto. Non si mossero da quel tratto di terreno, razzolando e zampettando a lungo. Questo strano comportamento attirò l'attenzione dei passanti che incuriositi iniziarono a scavare proprio lì dove le galline beccavano. Così, grazie all'insistenza delle pennute, venne a luce la preziosa tavola che era stata trascinata via dalle acque.
Una chiesa dove le galline avevano ritrovato l'effige
La popolazione piena di gioia per il ritrovamento se ne occupò con amore e devozione, proprio come la Madonna aveva riferito al sagrestano. L'icona fu consegnata alla parrocchia di San Felice, ma a seguito della guarigione miracolosa di un paralitico nel 1609, (la Madonna della tavola gli era apparsa in sogno invitandolo ad alzarsi perché guarito) il vescovo di Nocera Mons. Simone Lunadoro decise di edificare una chiesa proprio nel punto dove le galline avevano rinvenuto l'effige.
La guarigione di un paralitico
Infatti si legge sul sito del santuario:
Il 1609 è un anno fondamentale nella storia del Santuario della Madonna delle Galline. La tradizione vuole che, proprio in quell’anno, uno storpio, giacendo in un locale non lontano dall’oratorio, ebbe in sogno la visione della Madonna che lo invitava ad abbandonare le stampelle e ad alzarsi in piedi, perché guarito. La notizia della miracolosa guarigione ebbe una eco eccezionale, al punto da stimolare la costruzione di un nuovo e più prestigioso edificio sacro. Ce ne dà notizia in un documento del 1610 l’allora Vescovo diocesano, Mons. Simone Lunadoro (1602 – 1610):
Habbiamo ancora pur un’altra Immagine di Maria Vergine nella Chiesa, detta anticamente l’Annunziata, alla piazza del luogo de Pagani governata da Mastri e Confrati così detti li descritti nel numero della Confraternita, la quale (immagine) l’anno passato (1609) si scoprì molto gratiosa (che ottiene grazie), e tuttavia ancora seguita d’aggratiare chiunque con puro affetto dimandi il suo aiuto, dove per il concorso del popolo divoto, ch’ivi lassa larghe elemosine si fa da compiacimento ad una Chiesa molto più capace della frequenza della Brigata.
Aggiunge Riccardo Caniato che la decisione del vescovo fu confermata da ben sette segni speciali dal Cielo, guarigioni miracolose, che continuarono a piovere dall'Alto quando la chiesa fu ultimata.
La festa della Madonna delle Galline
La gente di Pagani racconta che un giorno una signora aveva fatto dono al santuario di una gallina ruspante. Poco dopo però cambiò idea e volle riprendere con sé la pollastra. Ma niente, quella ritornò zampettando in chiesa dalla Vergine. Si narra che non fu l'unico caso e ancora oggi le galline più belle, ogni domenica in Albis, "sfilano" spontaneamente per riverenza davanti al santuario.
Così è nata la tradizione di offrire al carro per la processione della Madonna ogni sorta di volatili da cortile: galline, colombe, tacchini, anatre...
La processione
Il carro durante la festa sfila per le vie della cittadina con sopra una statua lignea del settecento che ritrae la Madonna del Carmelo, realizzata proprio per questa speciale occasione. L'icona invece resta sull'altare della chiesa. I carmelitani e l'arciconfraternita della Madonna delle Galline curano interamente i festeggiamenti: processione, solenne Eucaristia. La festa a ritmo della tammurriata dura tre giorni e tre notti, dal venerdì alla domenica in Albis.
All'alba del lunedì infine - scrive Caniato - i suonatori depongono gli strumenti ai piedi della statua, in segno di affidamento, e, senza mai voltare le spalle al simulacro lasciano la chiesa intonando il canto Madonna della Grazia.