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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Chiara Amirante “C’è ancora molto da fare”

Violenza contro le donne

Megan Audette | Shutterstock

Lucandrea Massaro - pubblicato il 25/11/22

Numeri ancora troppo alti, violenze in più della metà dei casi perpetrate in famiglia. Molto da fare per prevenire la violenza e far emergere gli abusi

Dalla prima Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne, voluta dall’Onu nel 1999, sono passati 23 anni, ma il problema è ancora lì come testimoniano i numeri che le istituzioni, nazionali e internazionali, diffondono ogni anno.

Una piaga mondiale

Ogni giorno nel mondo si verificano in media 137 femminicidi: lo dice il rapporto “Global study on homicide: gender-related killing of women and girls” redatto dall’Ufficio competente dell’Onu. Le aree geografiche con il maggior numero di vittime sono l’Oceania, l’Asia e l’Africa subshariana. In Europa il tasso di femminicidi più elevato si riscontra in Lituania e in Lettonia, Paese quest’ultimo dove le vittime sono 4,12 su 100 mila donne.

Secondo l’OMS, nel mondo il 35% delle donne ha subìto almeno una volta nella vita una violenza fisica o sessuale.

I numeri italiani

In Italia, secondo i dati diffusi di recente dal Viminale attraverso il dossier “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”,  da gennaio a novembre 2022, sono state 104 le donne vittime di femminicidio, la metà delle quali uccise da partner o ex partner.

Numeri in linea con il rapporto dell’Istat: per l’ente demoscopico nel 54,8% dei casi è il partner a perpetrare la violenza sulla donna, nel 22,9% si tratta di un ex partner, nel 12,5% è un altro familiare o parente; le violenze subite fuori dall’ambito familiare e di coppia costituiscono il restante 9,9%. E’ quanto emerge dall’indagine Istat sui ‘Percorsi delle donne per uscire dalla violenza tra difficoltà e risorse‘ 2021. Nella quasi totalità dei casi (94,6%) le violenze sono riferibili a un solo autore e nel 3,5% dei casi a due. Sul totale dei casi si rileva che circa un autore su cinque (19,7%) ha una forma di dipendenza, come ad esempio quella da alcool, droga, gioco o psicofarmaci.

Il sostegno dei Centri antiviolenza riflette una maggiore consapevolezza da parte della donna che si esplicita, tra l’altro, nella denuncia alle autorità della persona artefice della violenza. Sebbene questa informazione non sia sempre disponibile (non lo è per il 33,7% dei casi), si rileva che il 29% degli autori delle violenze è stato denunciato almeno una volta (tra questi il 6,5% più di una volta). La quota delle denunce è più alta se l’autore della violenza è un ex partner (34%): in particolare il 24% è stato denunciato una volta e il 10% più di una volta. Nel caso in cui la violenza sia stata effettuata ad opera di amici, colleghi o altri conoscenti, l’autore è stato denunciato nel 27% dei casi una volta e nel 4% più di una volta. Sono più basse le quote di autori denunciati se si tratta del partner attuale: il 22,3% quelli denunciati una volta e il 6% quelli denunciati più volte. La denuncia di altri parenti o familiari è pari al 21,1% dei casi.

“Il mondo deve prendere posizione”

Lo scrive nei social in occasione della “Giornata internazionale per porre fine alla violenza contro le donne” la Fondatrice della Comunità internazionale di diritto Pontificio Nuovi Orizzonti, Chiara Amirante, che dice:

“Ci troviamo difronte a una vera emergenza, 3 donne su 4 ha subito violenza dal proprio partner o ex. Da oramai trent’anni ascoltiamo questo grido inascoltato e nel tempo la situazione si è aggravata nonostante gli sforzi di tanti che operano in prima linea. Le vittime si sentono sole. E’ il momento di prendere una posizione chiara e di affrontare questa realtà alzando la voce a sostegno dei diritti delle donne e delle persone più fragili. Servono prevenzione, protezione e sostegno concreti”.

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